Con questo post provocatorio mi rivolgo a tutti gli italiani razzisti che inveiscono conto la povera gente in fuga dal proprio Paese (nella totalità dei casi devastato dall’egoismo del presunto “occidente libero e colto”) alla ricerca di un riscatto sociale o semplicemente di un mondo migliore.
Sempre più spesso, cialtroni del tipo Salvini & co., si permettono di aizzare gli italiani ignoranti contro questi poveri disperati, piuttosto che prendersela con chi tenda ad impoverire il nostro Paese … in un mondo di vigliacchi è molto più semplice prendersela con chi stia peggio di noi.
Forse noi italiani dovremmo imparare a renderci conto che, la stragrande maggioranza di questi disperati, non viene qui da noi per “rubare il lavoro agli italiani”, semmai viene ad accettare umilmente di eseguire quei lavori che gli italiani viziati non vogliono più fare. L’italiano medio, probabilmente ipnotizzato dal mondo virtuale in cui è abituato a vivere pensa che, come in una fiction o un videogioco, certi lavori si compiano da sé senza alcuna necessità di intervento umano. Non è così!
Ecco dunque che le campagne vengono curate quasi esclusivamente da poveri extracomunitari sfruttati dalla “bianchissima” feccia locale … più umili sono i lavori, più essi divengono appannaggio degli extracomunitari!
Ma non solo, moltissime industrie italiane e “grandi aziende” (sopravvissute alla devastazione della politica economica europea), producono grazie al lavoro (spesso sottopagato) degli extracomunitari. I programmi di denuncia televisivi (Report, Striscia la Notizia, Le Iene, ecc.) in più di un’occasione ci hanno mostrato quanto sfruttamento e lavoro nero ci sia stato in occasione della vergognosa Expo di Milano.
Ma veniamo ad oggi e veniamo a Roma che questo fine settimana dovrebbe essere inondata da un “popolo dalle magliette gialle” portato dallo sciacallo Renzi a pulire le strade. Lo sciacallo dovrebbe ricordare quanta responsabilità abbia il “suo” PD nell’incuria di Roma, soprattutto quanta responsabilità abbia la giunta PD della Regione nell’ignobile vicenda delle discariche romane.
Ebbene gradirei far notare a tutti, razzisti e sciacalli in primis, che sono settimane che per le nostre strade gira un meraviglioso “popolo nero” che si è “inventato” un lavoro che nessun italiano svolge, nemmeno alla scala minima: quello di pulire le nostre sporchissime strade, in cambio di qualche centesimo donato dai residenti felici di veder togliere dai marciapiedi le immondizie e, soprattutto, le cacche dei propri cani … che non sia mai Dio dovessero esser loro a raccogliere!
Mi auguro che questo fenomeno che ho potuto registrare in questi giorni divenga virale, perché forse sarà l’unica possibilità di tornare a vedere pulite le nostre strade!!
E che non si dica che i marciapiedi romani fanno schifo per colpa della giunta Raggi: le strade del quartiere in cui vivo dal 1993, hanno sempre fatto schifo, raggiungendo vette invalicabili in occasione delle giunte Alemanno e Marino!
Questo nobilissimo e intimorito ragazzo di colore che ho intervistato questa mattina mi ha commosso per la sua gentilezza. Abbiamo dovuto parlare in francese, perché non comprendeva nessuna parola di italiano, né di inglese. Gli ho chiesto l’autorizzazione a fotografarlo durante il suo meticoloso lavoro di pulitura, spiegandogli che volevo scrivere questa bella storia per un post nella rete. Con questo post, gli ho detto, volevo ringraziarlo a nome di tutta l’Italia onesta e antirazzista. Grazie a gente come lui, potrò tornare a camminare sul marciapiede, piuttosto che in mezzo alla strada.
Con la signora Antonietta, con la quale abbiamo avvicinato questo splendido “volontario”, abbiamo avuto un solo timore: considerati gli interessi mafiosi in ballo relativamente alla gestione dell’immondizia romana, ci auguriamo che non partano “spedizioni punitive” a danno di questi bravi ragazzi i quali, nonostante le crescenti accuse razziste, stanno in realtà dando una meravigliosa lezione di civiltà a tutti noi!
Merci beaucoup mon inconnu ami!!
Non sono razzista né più ignorante della maggioranza delgi Italiani, avendo imparato a leggere e scrivere nel 1946 e continuato da allora ininterrottamente a coltivare quel po’ di cervello di cui la Natura m’ha fornito; né mi risulta di far parte della categoria dei cialtroni, almeno a detta di chi mi conosce.
Mi permetto perciò di invitare gli antirazzisti di professione, che abitano di solito nei quartieri alti, a venire dalle mie parti per prendere conoscenza delle reali condizioni in cui gli autoctoni si trovano; a rendersi conto del perchè ne hanno le scatole piene dei predicatori dell’accoglienza – termine dietro cui si nasconde il più schifoso mercato di carne umana che si sia mai visto nel nostro Paese. Mercato praticato (oggi comincia a venir fuori qualcosa anche sulla disinformazione del regime) proprio dagli antirazzisti dei quartieri alti, così ansiosi di ospitare i “profughi” nelle case degli altri; proprio dai bianchissimi proprietari di strutture da affittare ai graditi ospiti a spese delle amministrazioni locali (tutte del colore e del partito cui sta tanto a cuore la solidarietà, il popolo lavoratore, gli esclusi e via dicendo) ossia di noi cittadini. E probabilmente con la complicità morale e materiali di personaggi in altissimo loco, dal ditino perennemente alzato a monito per noi reprobi.
Di graditi ospiti che spazzano le strade personalmente ne ho visto qui uno solo (regolarmente assunto dal Comune); in compenso posso notarne a dozzine (tutti apparentemente ben nutriti, abbigliati decentemente, tutti indistintamente forniti di auto, smartphone e auricolare) che bivaccano nei parcheggi e davanti ai bar, uffici ecc. che ti apostrofano con uno strafottente capo!, babbo! e simili, pretendendo la modesta somma di un euro per toglierti il carrello dalle mani e spostarlo di dieci metri. Forse qualche antirazzista dei quartieri alti comincerebbe a capire le ragioni per cui i “cialtroni” aumentino a vista d’occhio e prima o poi, come spero, cominceranno a farsi intendere.
Con molti saluti,
Claudio D. S.
Gentile Claudio De Santis,
che ci siano diversi impostori che traggano vantaggio dal mercato dei profughi è indubbio, come lo è il fatto che dalle sue parole, checché ne dica lei, trasudi un ingiustificato e ingiustificabile razzismo.
Se vuole prendersela con qualcuno se la prenda con chi costringe i disperati a vivere in quelle condizioni, se la prenda con chi va a depredare i Paesi di provenienza di quei disperati, se la prenda con chi, in quei Paesi, usa i delinquenti locali (e non) per creare destabilizzazione, guerre civili e quanto possa tornargli utile a giustificare una “missione di pace” utile ad accaparrarsi ciò che vuole.
Il Sud d’Italia, dove sono nato e cresciuto prima di spostarmi a Roma, prima dell’Unità d’Italia era prospero e sviluppatissimo, possedeva tutto ciò che altre parti d’Italia non avevano finché, nell’interesse dell’Inghilterra e della Francia, ma soprattutto della famiglia Rotshield inglese, poco alla volta vennero create quelle condizioni di malavita e di “malcontento” che potessero giustificare quell’invasione e conquista che i libri di storia ci raccontano come “Unità d’Italia” operata da sole 1000 persone (mercenari in realtà).
Una volta ottenuto ciò che si voleva, il Paese venne depredato, le industrie (quelle siderurgiche calabresi erano tra le più importanti d’Europa) smantellate e chi si ribellava massacrato!
Di lì a pochi anni, un’immane massa di popolazione venne costretta ad emigrare (venendo considerata esattamente come lei e molti “smemorati” italiani di oggi considerano gli immigrati), lasciando sul territorio quel triste fenomeno della mafia, camorra e ndrangheta … originariamente armate ed “istruite” da e per conto degli stessi guerrafondai che, in anni più recenti, hanno armato e istruito – sempre per i propri interessi – Al-Quaeda, Isis, Boko-Haram e tutta quella immonda feccia di mercenari che semina il terrore in giro per il pianeta.
E’ indubbio che con i disperati, da noi si riversino anche immondi rifiuti della società, ma questo non può fare di tutta l’erba un fascio.
E’ indubbio che si debbano regolamentare i flussi e punire quegli italiani schifosi che vivono di questo commercio di esseri umani, tuttavia la invito caldamente a riflettere e a non prendersela con i disperati, ma con chi li faccia disperare e scappare … un’approfondita lettura di libri come “Terroni” di Pino Aprile potrebbe tornarle molto utile a comprendere meglio certi fenomeni.
Cordialmente
Intanto respingo al mittente l’etichetta (razzista) che – come al solito – in Italia si appiccica a chi non si presta a parlare la Neolingua del regime; metodo sperimentato quando si vuole squalificare in partenza l’interlocutore passando sopra alle argomentazioni. Sono così razzista che il pomeriggio stesso in cui ho scritto il mio commento (mi ci sono sentito costretto) ho passato un paio d’ore in amichevole colloquio con un padre cappuccino negro (come si dice correttamente in lingua italiana) della Nigeria…..
Quanto alle altre sue parole, mi limito a dire che sono e non mi vergogno di essere meridionale, ma che questo non m’impedisce di esaminare le cose da un punto di vista obiettivo: so benissimo che prima dell’Unità il Regno delle Due Sicilie era il più grande e il più popolato degli stati italiani; che fosse anche il più,prospero, ho i miei dubbi. Ma se lo fosse stato, sarebbe ancora più grave che un Paese di dieci milioni di abitanti sia caduto come una pera marcia davanti a un migliaio di avventurieri. Non mi pare cosa di cui le popolazione di quello Stato possano vantarsi;
Con cordiali saluti, nonostante tutto.
Non si trattava solo di un migliaio di persone … Le consiglio vivamente la lettura del libro “Terroni” di Pino Aprile in modo che possa capire meglio quello che è stato fatto al meridione d’Italia da dove provengo anch’io
Ieri difronte all’università La Sapienza (Roma) mi sono imbattuto in uno di questi ragazzi armati di scopa, ma – ahimè, mi dispiace – la mia reazione è opposta alla tua. Evidentemente quanto da me visto non ha nulla a che vedere con la tua esperienza.
Camminavo su un marciapiedi, ed all’improvviso mi sono visto per terra un secchiello con una scritta (con cui probabilmente si chiedevano elemosina), sul quale non sono inciampato solo per caso. Un paio di metri più avanti c’era un ragazzo come quello della tua foto, con pettorina, che con la scopa spostava dei mucchi di foglie. Altri mucchi di foglie erano ammassati poco distanti, ben in mostra vicino ad un altro secchiello con annesso il questuante cartello. Ma NESSUNA traccia di una busta, di un secchio della spazzatura.
La realtà è che quel ragazzo non puliva in terra, perché non raccoglieva le foglie cadute in terra. Semplicemente le accumulava, per tenerle bene in mostra, e le spostava con la scopa quando passava la gente, per illudere che stesse pulendo. Meschino. Patetico. Avvilente. Ma anche puerile.
Mi permetto di chiudere con una battuta che ecciterà la pochezza mentale dei radical-chic, i quali traviseranno le mie parole e non ne coglieranno il senso, ma non mi importa: vengono dall’Africa e pretendono di trovare qua persone con l’anello al naso?
Che pena che mi fanno tutti questi disperati che arrivano in Italia e non sanno di trovare un Paese allo sfascio… O forse vengono attratti proprio da questo?
caro Fabrizio,
capisco che tu possa esserti imbattuto in un cialtrone che, molto probabilmente, ha compreso il potenziale “business” e si è messo a fingere di pulire per raccogliere Euro piuttosto che immondizia.
Così come posso esser certo che ci siano dei delinquenti (molto probabilmente “civilissimi europei”), che possano averlo capito ancora meglio del “raccoglitore” in questione, e che sfruttino questi disperati escogitando patetici sistemi come quello che tu hai menzionato.
La differenza tra il caso che ho descritto e quello che hai descritto tu è che il ragazzo che ho incontrato io, munito di bustone nero che riempiva regolarmente raccogliendo perfino le cacche dei cani lasciate dai “civilissimi” romani sui marciapiedi, si aggirava per una strada molto secondaria di Monteverde dove, di certo, non ambiva a trovare turisti o grandi folle che gli facessero l’elemosina nei secchielli che tu menzioni, tant’è che non ne aveva nemmeno uno! Inoltre, in quella strada, poche ore dopo il suo passaggio, il marciapiede risultava perfettamente pulito, perfino delle erbacce infestanti che nessuno tagliava da anni!
Dico questo per dire che non si dovrebbe fare di tutta l’erba un fascio e, semmai, bisognerebbe che lo Stato intervenisse per individuare ed arrestare i “caporali” che sfruttano sti poveracci!
Detto questo ritengo che non ci vorrebbe molto per trovare un sistema affinché la cosa possa svilupparsi diversamente.
Penso che la totalità dei romani sia a dir poco insoddisfatta dello schifo delle nostre strade sicché, se si consentisse ai vari condomini lungo le strade di consorziarsi “adottando un marciapiede” e dando un obolo a chi, bianco o nero, lo tenga pulito – visto che l’AMA e le ecomafie che gestiscono la nettezza urbana di Roma mai lo faranno – tutti noi saremmo più felici ed eviteremmo la presenza di topi, gabbiani e cinghiali … tanto utili però al fango mediatico di matrice politica!
Un caro saluto
Ettore