Dopo il polverone dei mesi scorsi, ormai quasi del tutto accantonato dai media – sempre in cerca di scoop mordi e fuggi, piuttosto che combattere realmente a tutela della giustizia e dell’ambiente – l’immonda faccenda dello stadio della AS Roma a Tor di Valle continua ad andare avanti.
Così, nonostante l’esistenza di prove e testimoni pronti a raccontare del “degrado programmato” dell’Ippodromo, usato come argomento principe per la promozione della speculazione sull’area, nessuno sembra voglia andare a fondo per bloccare questo scempio e punire i responsabili.
Ecco quindi che, in tutto silenzio, in vista della scadenza di giugno, si è giunti alla presentazione della nuova versione dello stadio, o meglio dell’edificato a suo contorno.
Se ci si era indignati davanti ai tre grattacieli sbilenchi, occorrerebbe fare altrettanto davanti alla nuova proposta, con una planimetria che sembra scaturire da una crisi d’identità di un redivivo Lucio Fontana il quale, piuttosto che menare dei fendenti su una tela, sembra aver voluto infierire con scarabocchi tridimensionali su di un brano della campagna romana.
Quella mostruosità percepibile a livello planimetrico diviene ancora più evidente e spaventosa nelle viste prospettiche presentate in Campidoglio (per maggiori informazioni vedere http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/foto/il-nuovo-stadio-della-roma-rivisto-dalla-raggi-_3012113-2017.shtml ). In questo caso ci troviamo davanti alla solita immondizia edilizia che va per la maggiore, un’edilizia priva di alcun senso architettonico e, soprattutto, lontana anni luce dal linguaggio di Roma, se non addirittura del Pianeta Terra!
Eppure c’è chi stia cantando vittoria per il “taglio delle cubature” operato … fingendo di non essersi reso conto del fatto che gli speculatori di turno l’avessero intenzionalmente sparata grossa (oltre 1 mln di metri cubi) in modo da sollevare un polverone per poi – dopo un’opportuna campagna mediatica a suon di denuncia del degrado, stime di posti di lavoro e opere di urbanizzazione che si perderebbero se non si facesse lo stadio – addivenire alla soluzione di accordo che, guarda caso, coincide per eccesso con il programma speculativo originario (vedere progetto datato 2012 presentato per quell’area da Parnasi) … ma c’è di più perché, a seguito di quel “taglio”, le opere di urbanizzazione sono diminuite, sì da evitare la realizzazione di ciò che non si voleva realizzare!
Con questa straordinaria messinscena, che li ha portati a fingere una sorta di “atto di sottomissione”, i palazzinari di turno son divenuti i buoni che son stati penalizzati, mentre le autorità che volevano difendere il territorio sono state considerate alla stessa stregua dell’anticristo, in quanto con la loro burocrazia hanno portato Roma a perdere l’opportunità di realizzare delle opere infrastrutturali, che mai avrebbe potuto realizzare.
Ebbene, cari trionfatori dell’ultima ora che ritenete che giustizia sia stata fatta, vorrei ricordarvi che:
- La legge sugli stadi prevede che il realizzando stadio debba essere di proprietà della squadra e non di una società privata che lo darebbe in gestione alla squadra, quindi il progetto in oggetto non è presentabile;
- L’Ippodromo di Tor di Valle è un edificio considerato di pregio e protetto dalle Belle Arti e, come tale, non demolibile;
- Il degrado dell’area è stato fortemente voluto da chi aveva interesse a specularci sopra ed è stato messo in atto da lungo tempo, in tempi non sospetti … Per esempio, si provi a fare un’indagine su chi, come, quando e perché abbia fatto sparire gli infissi e le vetrate!! Del resto, chi è esperto di destabilizzazione politica (la definizione politically correct recita “Ditta che fornisce al governo federale rappresentanza e consulenza sia politica sia strategica a governi stranieri e multinazionali”) al fine di mettere in atto “guerre di pace” che “riqualifichino” determinate regioni del pianeta lo sa benissimo, quindi è più che normale che, a piccola scala, possa essere possibile creare delle condizioni di degrado tali da giustificare certe “riqualificazioni”.
(cfr. http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2011/05/23/news/chi-e-l-americano-della-roma-1.31709 );
- La Legge Galasso prevede delle distanze di rispetto dai corsi d’acqua e dai terreni di esondazione dei fiumi, ergo dal Tevere, ben maggiori di quelle previste per questo intervento quindi, ancora una volta, il progetto non è presentabile;
- Le opere infrastrutturali previste sin dall’origine di questa ignobile operazione, si limitavano alla sola zona dello stadio, mentre l’intero “ammodernamento” della viabilità e della ferrovia necessario per la corretta affluenza allo stadio sarebbe stato pagato da tutti noi contribuenti, ergo il cambio di volume non ha comportato alcuna differenza per i conti pubblici;
- Con la viabilità attuale, lo stadio posto in quel punto non farà che creare disagio alla città e, certamente, incidenti stradali in quantità … sarebbe cosa buona e giusta che i promotori, progettisti e politici che autorizzano progetti come questo (e come i centri commerciali ed outlet lungo la via Pontina) venissero condannati per omicidio colposo ogniqualvolta si verifichi una morte del genere!
- Italia Nostra si è fatta promotrice di proposte, immediatamente realizzabili perché nel rispetto delle norme e del PRG, nonché già dotate di tutti i servizi necessari, ma i signori Pallotta-Di Benedetto (quest’ultimo personaggio di cui al link precedente non viene mai menzionato) e Parnasi hanno preferito ignorare queste offerte, perché i loro interessi sono ben altri che non la squadra di calcio, i suoi tifosi e la Capitale … e da tifoso accanito della Roma non posso che rammaricarmi al pensiero che tanti tifosi – disinformati e manipolati – non lo capiscano!
- Quanto ai presunti posti di lavoro che si andrebbero a generare con il business center “a servizio dello stadio”, essi sono, per l’appunto, presunti, mentre occorrerebbe ragionare in merito a quei posti di lavoro che si andrebbero certamente a perdere nel centro di Roma e nei centri commerciali di recente edificazione (che mai avrebbero dovuto essere autorizzati)!
Potrei andare avanti ancora, perché l’elenco delle cose strane è praticamente infinito, ma per il momento termino qui, nella speranza che si possa far qualcosa per evitare questo scempio.
Il 50% di una follia (il milione di mc autorizzati dalla Giunta Marino/Caudo) non per ciò stesso è una cosa ragionevole: qualche volta è mezza follìa, ma più spesso è addirittura una follia e mezza: col dimezzamento delle opere di accesso allo stadio (metropolitana, stazione ferroviaria, ampliamenti stradali) neanche l’accesso allo stadio sarà garantito in sicurezza !