Ministero dei Beni Culturali al Capolinea??

La bella notizia è arrivata:

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Roma Capitale per chiedere l’annullamento del decreto istitutivo del Parco Archeologico del Colosseo, un piano voluto dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Questo progetto aveva generato degli attriti tra il Comune e il ministero nelle scorse settimane. Raggi ha mostrato la sua soddisfazione per la sentenza del Tar in un tweet[1] che dice: #Colosseo Hanno vinto i cittadini. Bene TAR. Sconfitto tentativo governo. Roma resta di tutti.”

Davanti alla seconda sconfitta in pochi giorni – la prima riguardo ai direttori dei musei era stata seguita da una indegna serie di accuse da parte del Ministro, di Renzi e altri rappresentanti della politica al potere in Italia nei confronti della magistratura e del TAR[2] – il ministro ed il governo avrebbero dovuto comprendere di aver raggiunto il capolinea … e invece ci risiamo!

In una situazione del genere, perfino il Ministro dei Beni Culturali dello Stato di Bananas avrebbe compreso essere giunto il momento di dimettersi. Diversamente, Franceschini ha pensato bene di ricominciare ad offendere il TAR affermando: “Purtroppo non posso dire che sono stupito. Stesso Tar, stessa sezione della sentenza sui direttori stranieri. […] Leggeremo la sentenza, cosa per ora impossibile, e ovviamente la impugneremo subito”.

Lo stesso ministro, magari, dovrebbe interrogarsi sulle cose che, durante la sua gestione, possa aver consentito in danno ai nostri beni culturali e territorio!

Una tra le tante cose che ha consentito e che hanno fatto imbufalire la gente, è il trattamento riservato al Palatino in ben due occasioni in meno di un anno: lo scorso anno con l’immonda installazione di Buren sulle strutture Severiane e, quest’anno, ancora peggio, con l’operazione (gravemente in perdita per lo Stato italiano e pericolosa per le preesistenze archeologiche) del musical Divo Nerone Opera Rock … Una storia che a lui, così preoccupato per la pessima immagine data dall’Italia all’estero a causa della vicenda dei direttori stranieri, dovrebbe preoccupare molto di più, vista la figuraccia fatta con la troupe francese, bloccata mentre era in partenza per tornare a Roma al fine di completare le indagini sulle strutture della Domus Transitoria recentemente scoperte.

Davanti a questa vicenda, mi viene spontaneo fare un parallelo con la storia antica, mettendo a confronto il “rispetto” della nostra città da parte di Nerone e dei nuovi amministratori dei Beni Culturali.

In occasione dell’incendio del 64 d.C., è molto probabile che Nerone – in villeggiatura nella sua residenza di Anzio – possa non aver avuto alcuna responsabilità nella tragedia che devastò Roma, inclusa la sua Domus Transitoria!

Del resto, lo stesso nome della domus chiarisce che si trattasse di una domus che congiungeva le proprietà imperiali sul Palatino a quelle degli Horti di Mecenate già passati all’imperatore all’epoca di Augusto).

Si rifletta infatti sulla possibilità che la Domus Aurea che ne seguì, possa essersi limitata ad essere una ricostruzione/restauro di quelle proprietà, parzialmente ampliate, visto che venne completata in tempi record (giardini inclusi), tanto da consentire all’imperatore più denigrato della storia di Roma, di viverci, morendo solo 4 anni dopo quell’incendio.

È molto probabile infatti che Svetonio e Marziale – al pari di molti giornalisti odierni – si vendettero a Vespasiano e ai Flavi al fine di infangare la dinastia precedente e, soprattutto, l’ultimo imperatore, costruendo un’immagine che nessuno poté mai mettere in dubbio.

Gli stessi Svetonio e Marziale non poterono però non riconoscere l’incredibile bellezza dei giardini realizzati da Severo e Celere per Nerone, riconoscendo loro la “capacità di aver realizzato ciò che la natura non era stata in grado di fare“.

Diversamente, nel 2017, il nuovo Nerone che fa parlar male di sé grazie all’abominevole e gigantesco palco installato – sotto l’egida del ministro alle demolizioni e cementificazioni – proprio sull’area della Coenatio Rotunda della Domus Transitoria (sottostante il Tempio di Eliogabalo) ha una grande responsabilità nel massacro di Roma che certi personaggi vorrebbero favorire … in centro come a Tor di Valle.

Forse sarebbe ora di cambiare aria??

 

[1] http://www.huffingtonpost.it/2017/06/07/il-tar-ferma-franceschini-anche-sul-parco-del-colosseo-raggi-es_a_22130807/

[2] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/05/26/24-maggio-il-tar-sentenzio-non-passa-lo-straniero/

Un pensiero su “Ministero dei Beni Culturali al Capolinea??

  1. Carissimo Ettore, passi per l’oltraggio ad un sito sacro, per la sua storia e per ciò che rappresenta per l’umanità, ma la cosa più grave è che quella repellente accozzaglia di rumori e luci venga chiamata ” Rock ” ! La scelta scellerata del luogo non può che riverberarsi sulla forma del prodotto, fraudolento già nel suo accreditarsi come genere.
    Cervellotica e volgare operazione commerciale nel tentativo di accreditarsi come giovani e moderni e riuscendo invece solo a sputtanarsi. Peggio degli spacciatori di crack !

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