Ancora una tragedia evitabile, ancora un grattacielo in fiamme, ancora morti[1]!
Se solo gli esseri umani non fossero stati spinti dalla propria avidità a creare tipologie edilizie assurde, tese alla massimizzazione dei profitti, rispetto alle dimensioni del suolo a disposizione, certe tragedie non sarebbero mai accadute.
Quella di questa notte a Londra, infatti, non è la prima, né sarà l’ultima della serie.
E pensare che ci sono ancora tanti idioti che promuovono l’assurda tipologia del grattacielo, perfino come “sostenibile”. Gli architetti, così come i medici, dovrebbero essere obbligati ad una sorta di “giuramento di Ippocrate”, sì da non dover ceder, per avidità e/o per autoreferenzialità, alla realizzazione di opere assurde che distruggono l’economia e l’ambiente, oltre che mettere a rischio l’incolumità di chi le abiti!
A chi mi chieda come sia possibile che un grattacielo, fatto di acciaio e vetro, possa rivelarsi una trappola, rispondo semplicemente che non sono l’acciaio e il vetro, ma i materiali adoperati al proprio interno ad essere pericolosi … pericolo che, sommato al fatto che le finestre, spesso, non possono essere aperte, rende gli edifici schiavi degli impianti di aria condizionata e delle trappole mortali in caso di incendio!
Non è assolutamente logico, né umano, concentrare all’interno di un unico edificio tante persone. In pochi sanno che questi edifici, a causa della loro vulnerabilità agli incendi, posseggono al loro interno una quantità di pannelli contenenti amianto le cui pagliuzze cancerogene, in questo momento, staranno svolazzando per le strade di Londra, esponendo la gente al rischio asbestosi!!
In ogni modo, tornando alla domanda relativa ad acciaio e vetro, esiste un’ulteriore problematica del tutto sottovalutata: l’acciaio, nel momento in cui divampa un incendio del genere si deforma – rischiando il collasso strutturale – e, in fase di deformazione, fa esplodere le vetrate di facciata, mettendo a rischio non solo i poveracci intrappolati all’interno degli ambienti, ma anche i vigili del fuoco impegnati nello spegnimento delle fiamme.
Ai sostenitori del grattacielo ricordo inoltre che questa tipologia, concentrando un numero esagerato di esseri umani al suo interno, richiede una quantità di strade e parcheggi – oltre che di energia – immane per poter funzionare, ergo è quanto di più insostenibile si possa promuovere!
Non volendomi ripetere cose che ho già detto in passato relativamente al grattacielo, suggerisco comunque ai lettori di questo post un approfondimento delle tematiche relative a questa folle tipologia, leggendo questi due miei vecchi articoli disponibili on-line
http://www.civicolab.it/costruire-con-parsimonia-di-ettore-maria-mazzola/
Infine, per chi preferisca ascoltare più che leggere, segnalo il video di una conferenza organizzata nel 2013 per scongiurare la folle idea di Alemanno di realizzare anche a Roma dei grattacieli.
https://www.youtube.com/watch?v=wbX4cC2QjWo
[1] http://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/grattacielo-gigantesca-torcia-fiamme-londra/
Una tipologia obsoleta e inquietante come l’economia politica che la sostiene. Ma anche con lo Stadio di Tor di Valle e la distruzione prossima e inevitabile dell’ippodromo, a Roma non ci facciamo mancare nulla. Gli avvoltoi che volteggiano su ambedue le cose, sono più o meno della stessa categoria umanoide dedita alla speculazione urbanistico-finanziaria.
C’è veramente ben poco da obiettare a quanto scrivi.
Alle motivazioni che stanno alla base della prlifrazione dei grattacieli ne aggiungerei però una, quella che ho riportata a suo tempo (2014) nella presentazione del mio semiserio “Grattacielo Romano” – di cui Salingaros è a conoscenza – ispiratomi dalla ricorrenza del millennio di Augusto e dalla proposta, non ricordo da chi avanzata, di costruire l’Arco di A. Libera a completamento dell’EUR. E la motivazione è questa: la corsa al grattacielo più alto non è che una delle tante manifestazioni della subalternità culturale del Terzo Mondo (cui appartiene ormai di diritto l’Italia) perennemente alla ricerca di attestazioni di “modernità”, ansioso di apparire al passo con i tempi, insomma di assomigliare a quell’O ccidente odiosamato che rimane il faro la cui luce ammalia gli occhi degli sprovveduti del Pianeta.
Saluti
Caro Claudio, sono assolutamente d’accordo con te!!