Poco più di un anno fa, all’indomani dell’elezione dell’attuale giunta romana, la grande polemica politica si concentrò sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024.
I soliti noti, in vista della grande abbuffata, si erano già apparecchiati la tavola ed avevano già sperperato un centinaio di milioni di euro pubblici per i quali non è ancora stata fatta del tutto chiarezza.
Se le cose fossero state fatte secondo logica, piuttosto che secondo la logica “arraffona” dei furbetti del quartierino, probabilmente la candidatura sarebbe stata cosa utile per Roma e l’Italia ma, per come stavano andando le cose nonostante la situazione economica della Capitale e del Paese, fu cosa giusta ritirare la candidatura … pur suscitando un putiferio nazionale.
Diversamente dall’Italia, in quei Paesi, dove vige una politica più onesta e interessata al bene dello Stato che non agli interessi personali e lobbistici, l’intera comunità ha riconosciuto la propria rinuncia alla candidatura come una grande scelta fatta da statisti che hanno a cuore l’economia del proprio Paese.
Del resto basterebbe leggere i dati reali di quello che sta succedendo a Rio de Janeiro per rendersi conto del disastro conseguente le ultime Olimpiadi (del consumismo più che dello sport)[1].
Si rifletta però sul fatto che, se invece di immaginare di investire miliardi di euro in opere faraoniche “usa e getta” – come nella miglior tradizione delle ultime edizioni della “manifestazione sportiva” più importante del mondo – si fosse deciso di riutilizzare le magnifiche strutture realizzate per la Olimpiadi del 1960, concentrando gli investimenti economici per rimettere a posto la viabilità e il sistema di trasporto, oltre che a realizzare quelle poche opere mancanti perché non riutilizzabili (per esempio il Villaggio Olimpico al Flaminio risulta ormai abitato), allora le Olimpiadi avrebbero potuto rappresentare davvero la manna caduta dal cielo … ma, purtroppo si sa, chi gestisce il denaro pubblico ignora del tutto quello che, secondo il Codice di procedura Civile, dovrebbe essere il suo comportamento: si rammenta che il Codice di Procedura Civile obbligherebbe chi ci amministra a comportarsi come il “buon padre di famiglia[2]”, ovvero a gestire il denaro altrui tendendo a ridurre le spese superflue.
Provate ad immaginare tutte le strutture del Foro Italico e dell’EUR riportate a lustro e circondate da un verde curato e dignitoso, al pari di quello che si può vedere in tutto il resto del mondo civile, tranne che in Italia, provate ad immaginare tutte le strade di Roma ripavimentate e riportate ai livelli standard del resto del mondo civile, provate ad immaginare le pavimentazioni dei nostri marciapiedi realizzate con materiali nobili e durevoli, piuttosto che limitarsi allo squallido strato di asfalto maculato con erbacce spuntanti tra le crepe, provate ad immaginare un sistema di trasporto pubblico realizzato con mezzi ecologici, confortevoli e frequenti … provate ad immaginare quale scenario Roma avrebbe potuto mostrare al mondo se, chi ha gestito il denaro per la candidatura alle Olimpiadi fosse stato investito per questo genere di opere, piuttosto che per i soliti interessi personali!
In un momento economico come quello attuale, Roma avrebbe potuto mostrare al mondo che è possibile realizzare le Olimpiadi senza sperpero di denaro pubblico, riportando l’evento ad essere un modello economico e culturale per tutto il mondo! Ma forse era davvero chiedere troppo a chi è abituato solo a pensare a se stesso …
Terminata la polemica sulle Olimpiadi con l’abbandono definitivo della candidatura di Roma, il furore politico e gli interessi degli speculatori che avevano foraggiato le giunte precedenti si è quindi concentrato sulla vergognosa vicenda dello Stadio “della” AS Roma, giungendo ad una situazione paradossale:
- Da un lato ci sono i politici dell’odierna opposizione che quando erano al potere diedero irresponsabilmente il via al progetto, che usano vergognosamente questa vicenda per combattere la giunta Raggi.
- Dall’altro l’assurdo voltagabbana dell’assessore Frongia, oggi sostenitore del progetto, che sembra essersi dimenticato del tutto di quando, stando all’opposizione, denunciò con dati inconfutabili le ragioni per cui lo Stadio, a Tor di Valle, non si sarebbe dovuto mai approvare[3].
Come mai certi politici, una volta eletti, vengono colti da perdite di memoria? Cosa si nasconde dietro questa epidemia di demenza senile precoce che sembra assillare il mondo della politica? Forse ci sono dei meccanismi che fanno dimenticare le battaglie precedenti? Forse è impossibile scendere a compromessi? … Probabilmente è così! Diversamente non sarebbe comprensibile il nuovo amore scoppiato tra la giunta comunale, il CONI e Malagò!
E infatti, se le elencate situazioni paradossali non fossero state sufficienti a rovinare il fegato dei romani che hanno a cuore i monumenti della propria città, nei giorni scorsi è venuta fuori una nuova vicenda che sembra aver magicamente riportato il sereno i quegli ambienti: dimenticando le minacce di querela e gli attriti reciproci conseguenti la battaglia sulle Olimpiadi, la giunta Raggi ha mostrato grandissimo entusiasmo per il progetto di copertura e ampliamento del Centrale del Tennis del Foro Italico … un progetto quantomeno discutibile, spuntato fuori dal cilindro magico di certi personaggi tanto attivi in estate.
Italia Nostra si è immediatamente schierata contro questo ennesimo attacco al nostro patrimonio storico architettonico e ambientale. Altrettanto ha fatto l’architetto Fabio Rampelli, nelle vesti di capogruppo di “Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale”.
In effetti, questo progetto snaturerebbe significativamente le architetture di Del Debbio e, soprattutto, la sua cornice verde. Le bianche sculture immerse nel verde verrebbero ad essere ulteriormente mortificate, dopo la già discutibile realizzazione delle coperture dell’Olimpico che modificarono sensibilmente l’aspetto iniziale ad “impatto zero” del polo sportivo più stimolante – architettonicamente parlando – del mondo.
In altri Paesi si tenderebbe a recuperare e riutilizzare in maniera appropriata luoghi come la Casa della Scherma, lo Stadio dei Marmi, ecc., si promuoverebbe una musealizzazione dell’intero contesto, rendendolo fruibile in assenza di gare, piuttosto che lasciarlo nello stato di abbandono (o di uso inappropriato) in cui versa …
I nostri “illuminati” politici, invece, oltre a promuovere certi scempi, si spingono anche a promuovere l’abbattimento degli edifici realizzati nel periodo storico più controverso della nostra storia recente.
Qui non si tratta di guardare ai monumenti da un punto di vista politico (miope e ottuso), ma di comprenderne il loro valore agli occhi della comunità internazionale che ce li invidia, nonostante il periodo storico in cui possano essere stati realizzati.
Qui non si tratta di doversi limitare a “stime economiche della LUISS”, commissionate ad-hoc per giustificare l’ennesimo scempio architettonico-ambientale di Roma, ma di tutelare la sua immagine che il mondo ama.
Il tennis è uno sport meraviglioso da giocare all’aperto, il tennis è uno sport che va celebrato sul campo di gioco, e non una semplice appendice alle attività che potrebbero in una volgare “zona lounge multifunzionale” fatta per pochi VIP.
Mobilitiamoci per evitare questo ennesimo scempio che nulla a che fare con lo sport!
[1] http://www.lastampa.it/2017/08/07/esteri/rio-de-janeiro-dai-fasti-olimpici-ridotta-alla-bancarotta-e-alla-fame-hLYc7mBEdk1HAKAwcnjKaM/pagina.html
[2] Infatti, nel capitolo – Obbligazioni del Mandatario, art. 1710 (Diligenza del mandatario) si legge: «Il mandatario è tenuto a eseguire il mandato (2030, 2392, 2407, 2608) con la diligenza del buon padre di famiglia» (1176 – diligenza nell’adempimento).
[3] Cfr il video https://www.youtube.com/watch?v=DMQQ8kHSFR8 e tutti gli altri correlati
…d’altronde chi si occupa di sport nella Giunta capitolina ? Mi pare…un certo Frongia ? Come la Commissione Mobilità è presieduta da un altro genio della materia di nome Stefano, con l’accento sulla e.