Da pochi giorni è stato reso noto il risultato del recente concorso[1] “Periferie 2017”, organizzato dal MIBACT/CNAPPC per la riqualificazione di 10 aree italiane.
Sebbene ritenga acclarato che i concorsi risultino sempre falsati dal pregiudizio e dall’ideologia delle commissioni (spesso costituite da persone che, a turno, figurano come giudicati e giudicanti), in questo caso, l’amore per la mia città natale Barletta mi ha fatto decidere con immenso piacere di accettare l’invito dei miei cari amici e colleghi a partecipare con loro a questa avventura.
Personalmente ho sempre ritenuto che, nelle giurie dei concorsi, bisognerebbe chiamare ad esprimersi la gente del posto e gli esperti dei luoghi, piuttosto che personaggi ideologicamente schierati, i quali esprimeranno il proprio giudizio in nome della propria visione (spesso distorta) dell’architettura, obbligando così la gente a vivere in realtà lontanissime dalle proprie necessità e volontà.
Risultava quindi scontato che, anche in questo caso, dovessimo constatare quanto l’essere “normali”, l’essere rispettosi delle persone e dei luoghi non paghi! Il nostro esserci limitati a proporre cose non eclatanti, infatti, non è stato ritenuto dalla commissione una scelta valida.
Dal nostro canto, consci di come vadano le cose, avevamo voluto comunque cogliere l’occasione di questo concorso per mostrare a Barletta il nostro amore e rispetto per la sua storia, piuttosto che la tipica autoreferenzialità che pervade la maggioranza dei progettisti contemporanei … e in qualche modo, però, siamo stati ripagati dalla rete.
Ieri, dopo aver postato le immagini del nostro “semplice” progetto sul Facebook, abbiamo ricevuto tantissimi commenti positivi e richieste di conoscere meglio la proposta da parte di tante persone del posto e non solo, per questo, a titolo di ringraziamento per questa “vittoria morale”, abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra relazione descrittiva e tutte le immagini presentate.
Area 02: Comune di Barletta – Percorso delle antiche Mura del Carmine
Capogruppo: arch. Ettore Maria Mazzola
Coprogettisti: arch. Romina Manuela Riccheo; arch. Alberto Luca Pedico, arch. Tommaso Gilberto De Tullio; arch. Francesco Buttari; geom. Ruggiero Dibitonto; ing. Cristian Andrea Piazzolla (under 35)
Pietra’mmare
RELAZIONE DESCRITTIVA
Barletta è una città costiera del nord della Puglia, che nel suo sviluppo ha finito col volgere “le spalle” al mare. Il porto infatti ha storicamente contributo alla nascita della città, sviluppatasi nelle sue fasi storiche in senso radiale e concentrico lungo la costa, in direzione nord e, al contempo, verso l’interno del territorio, con le recenti espansioni urbanistiche ancora pianificate e attuate verso l’entroterra. Oggi la città, già importante centro culturale, è meta di un turismo sempre più diversificato, che trae la motivazione fondamentale dal suo mare.
La nostra idea progettuale parte dall’analisi dell’area di studio e dei tanti fattori critici responsabili dell’offuscarsi nel tempo dell’armonia tra ambiente naturale e sviluppo urbano. Ne scaturisce la consapevolezza che sia necessaria un’inversione di rotta per ricucire quelle porzioni di tessuto della città storica che lambisce l’ultima cinta muraria.
L’area di studio del presente concorso, costituente il margine N/E del centro storico della città di Barletta, è prossima al porto e al Castello, ed è composta dalla Piazza Marina – con gli spazi circostanti la porta omonima e l’edificio della Capitaneria di Porto (ex Mercato Ittico), e la via Mura del Carmine, con i suoi collegamenti verso il mare e l’importantissimo tracciato di via Cialdini.
Piazza Marina e via Mura del Carmine, ridotte oggi a meri percorsi veicolari, non partecipano più del fermento del centro storico, mentre Piazza Marina è divenuta “rotatoria” per i veicoli, con l’antico pozzo – recentemente riportato alla luce – a fare da perno.
Attraverso il giusto riconoscimento di tali spazi e la loro riqualificazione, i progettisti intendono contribuire a ristabilire quel rapporto stretto della città col suo mare, al fine di restituirle la sua vocazione di città “aperta”, già centro di cultura e sviluppo tra i più importanti del Sud Italia.
Presupposto imprescindibile, per il recupero e la tutela del patrimonio ambientale, dovrà essere il collegamento costante di questa area con il centro e le altre zone della città, attraverso mezzi di trasporto pubblico ecologico e mezzi di mobilità singoli (es. biciclette) e a chiamata, tipo car e bike sharing, a emissioni zero, che potranno sostare anche in aree dedicate, distribuite nel centro storico e lungo le litoranee.
Auspicando quindi un preordinato intervento sulla viabilità esistente, che ridefinisca nuovi e separati percorsi per il trasporto su gomma, da e per il porto (dirottandolo, magari attraverso nuove corsie adiacenti l’area portuale, in direzione sud oltre il Castello), questa porzione della città storica affacciata sul mare, nella visione progettuale qui espressa, tornerà ad essere attraversata da percorsi esclusivamente pedonali, liberi da marciapiedi, ad eccezione degli accessi a residenze ed esercizi, opportunamente regolati.
Gli spazi aperti di piazza Marina (tav. 2 FIG. 1) e via Mura del Carmine (tav. 2 FIG. 4), che compongono il tessuto di questa parte di centro storico, vengono qui riprogettati nelle loro funzioni e materiali costruttivi tipici del territorio, ergo reperibili a km zero, nella convinzione che, nell’era della cosiddetta sostenibilità, una seria opera di recupero e restauro dell’importante patrimonio storico–architettonico possa contribuire, con nuovi sbocchi occupazionali nel settore, alla necessaria rivitalizzazione economica della città.
Restituito a tali spazi il giusto decoro, attraverso soluzioni architettoniche pienamente coerenti con il contesto per forme e materiali, gli stessi saranno animati di nuova vita e accoglieranno il viandante con nuove botteghe, locande e caffè, centri di diffusione culturale e di aggregazione per giovani e famiglie; edifici pubblici e privati, saranno di nuovo caratterizzati da funzioni tra esse complementari (residenziale, economica, culturale). L’area sarà pienamente ricollegata alla vitalità delle zone limitrofe più centrali, e se ne riavrà una fruizione continua nell’arco della giornata e dell’anno.
Nell’idea progettuale, La Piazza Marina, l’omonima Porta e l’asse che le collega snodandosi nell’area prospiciente l’edificio dell‘ex Mercato Ittico – simboli di un’economia ancora attiva legata al mondo della pesca – diverranno il “salotto del mare”. L’antico pozzo pubblico (tav. 2 FIG. 1 e 5), recentemente riportato alla luce, sarà fulcro riconoscibile da cui se ne irradia lo spazio centrico, sottolineato dalla geometria della nuova pavimentazione, prevista in basole di pietra bianca locale: il disegno radiale e concentrico si interromperà su un lato della piazza, intendendo lasciare in situ il brano della pavimentazione originaria ancora visibile.
L’utilizzo di un sistema di illuminazione, sapientemente modulata nei toni e nell’intensità, saprà esaltare le quinte sceniche, senza abbagliare, attraverso corpi illuminanti realizzati con materiali e disegni tradizionali.
A complemento di tali proposte è auspicabile la volontà di una rivisitazione nell’uso dei vecchi depositi affacciati sull’area tra la Porta Marina (tav. 2 FIG. 2) e l’edificio dell’ex Mercato Ittico (tav. 2 FIG. 3), gli stessi potrebbero divenire spazi in cui convivano botteghe a carattere marinaro e la vendita al dettaglio lungo i fronti stradali, e degustazione dei prodotti del mare all’interno della corte che si verrebbe a creare (“Corti del Gusto”; tav. 3 FIG. 3).
Dalla Piazza Marina, parallelamente alla costa, si diparte la via sovrastante le mura del Carmine che, snodandosi lungo importanti edifici storici, offre al viandante la vista di una meravigliosa ed estesa litoranea. Nella nostra idea la via è riprogettata come un’invitante promenade che diviene un percorso gradevole, da godere in sicurezza grazie alla previsione di un nuovo parapetto in muratura (in cui verranno integrati gli antichi paracarri in pietra ancora esistenti sulla sommità delle mura), ai servizi e attività previsti lungo il suo tragitto (fontane, sedute, chioschi per il ristoro e la lettura) e ai giardini degli antichi palazzi che, riportati all’antico splendore, si aprono ai diversi eventi culturali, con il mare e la fascia litoranea a fare da mirabile quinta scenica.
A ricreare un’opportuna continuità di linguaggio con le stradine che sfociano in esse, l’idea progettuale prevede la ripavimentazione di via Mura del Carmine, di Piazza Marina e delle strade prossime all’edificio dell’ex Mercato Ittico, con eliminazione dell’asfalto, per lasciare a vista la pietra sottostante – ove presente – e integrandone i tratti mancanti con basole in pietra bianca locale.
A ovest la via delle Mura del Carmine termina con una porta ideale, l’antico fortino (tav. 2 FIG. 6) proteso sulla litoranea, che nel progetto diviene un avamposto della passeggiata: l’accesso alla sommità è garantito da una rampa in pietra addossata al bastione sul lato strada; il progetto prevede per la copertura del bastione una pavimentazione in pietra e la realizzazione di un parapetto. La struttura, opportunamente attrezzata della necessaria strumentazione, potrà costituire un sito per la conoscenza dell’ambiente naturale e urbano per scolaresche e turisti, assicurando un punto di osservazione del paesaggio verso il Gargano, oltre che degli stormi di uccelli migratori di passaggio, in certi periodi dell’anno, da e verso la zona delle Saline.
Il fortino e l’intero tratto delle antiche mura del Carmine saranno consolidati e restaurati; le lacune presenti nell’elevato saranno colmate con l’utilizzo esclusivo della originaria pietra locale, per restituire alla cinta muraria, col prospetto visibile dalla litoranea, un linguaggio unitario coerente
I percorsi di collegamento con la fascia litoranea sottostante le mura sono riprogettati; riconoscendo la coerenza architettonica dell’antica scala in pietra, parallela e adiacente alla cinta muraria e centrale rispetto alla via sovrastante e al centro storico, si sostituisce la scalinata in cemento armato ortogonale alla cinta muraria, riproponendo, in luogo dell’antica discesa – da tempo mutilata e in disuso – una rampa, comoda anche per persone a mobilità ridotta, e una scala a profferlo impostata su un arco rampante (tav. 2 FIG. 7; tav. 3 FIG. 5); entrambe le discese saranno rivestite in pietra, essenze vegetali autoctone cascanti ne completeranno la vista.
Augurandosi l’attuazione di un adeguato progetto di riqualificazione e ri-funzionalizzazione dell’estesa area libera e pubblica sottostante la mura, e immaginandola quindi fruibile per molteplici attività all’aperto, dalle discese di progetto si snoderanno attraversamenti in direzione del mare e nel verde attrezzato.
A risalire dal mare il dolce declivio dell’estremità Est delle mura, ai piedi della chiesa S. Maria del Carmine – già nota come S. Maria in Ripa per essere stata un tempo lambita dal mare con la sua mole eretta ad accogliere marinai e pescatori – è stata proposta una cordonata, pavimentata con ghiaia e pietra. (tav. 2 FIG. 8; tav. 3 FIG. 1)
L’idea progettuale si completa con l’ammodernamento e il potenziamento dei sottoservizi lungo la via Mura del Carmine: reti idrico-fognarie integrate con un sistema di raccolta, trattamento acque meteoriche e loro riuso per irrigazione degli spazi verdi, lavaggio e manutenzione di strade e arredi, rete elettrica alimentata da fonti rinnovabili, e cablaggio con fibre ottiche del tipo FTTH.
La riapertura di via Asilo Infantile (tav. 2 FIG. 9; tav. 3 FIG. 4) – collegamento pedonale del fronte mare con il resto del centro storico, fiancheggiante gli antichi complessi del Monte di Pietà e di S. Maria della Vittoria – conferma la volontà di ricucire brani del tessuto antico oggi sfilacciati. La visione progettuale prevede l’eliminazione delle barriere artificiali che ne impediscono l’accesso e, presupponendo il recupero dei prospetti degli edifici che vi si affacciano, il completamento dell’illuminazione e la risistemazione del manto stradale con basole in pietra analoghe a quelle dell’interna via Cialdini. A superare il salto di quota della parte terminale di via Asilo Infantile sul fronte mare, si prevede una gradinata integrata con una rampa (tav. 2 FIG. 10; tav. 3 FIG.4), entrambe realizzate in pietra e caratterizzate da piante fiorite e adeguata illuminazione per un tipico ambiente mediterraneo.
Per fornire risposte adeguate alle trasformazioni socio-economiche in atto, occorre determinare processi che restituiscano la città alla sua vocazione territoriale e al suo ruolo di civitas, ragion per cui riteniamo necessario tornare a inquadrare l’ambiente urbano e territoriale in una visione olistica.
In tal senso la sapiente ricucitura dei brani di città oggi sfilacciati, attraverso lo sviluppo delle idee progettuali qui rappresentate, vuole ristabilire l’imprescindibile osmosi tra mare – centro storico – città interna, in un processo di pieno coinvolgimento e valorizzazione delle risorse locali, ambientali e umane.
[1] Qui è possibile visionare le tavole dei progetti vincitori cliccando su “download elaborati” https://www.concorsiawn.it/periferie2017/home
Vorrei esprimere, cosa ha prodotto la lettura e la visione delle tavole accluse.
Dire quello che provo, nei confronti di tutti coloro, che si sono succeduti ala Palazzo e di queli che attualmente vi risiedono, mi renderebbe come minimo destinatario di querele.
Ma cosa e dove, abbiamo peccato per meritarceli ! Non sembrano, ma sono alieni nella nostra città.
Possibile che a nessuno d’essi, venga un rigurgito di orgoglio ?
Non penso che il progetto, debba essere realizzato sic et simpliciter, ma almeno, approvato non il progetto, quello dell’articolo, ma anche altro, si definisca una catena di interventi, che portino alla fase finale. Mi rendo conto e non mi capacito, del come mai ,nell’anno 2023, si progetti Cultura e Turismo, sulle bancarelle e sule giostre e per completezza, si organizzino eventi musicali, che attirando maree di persone, creino l’impressione (soggettiva e condivisa tra gli inquilini del Palazzo),che quella sia la strada maestra da percorrere.
Sfugge loro, che il turista, prima di sedersi ai tavoli delle varie friggitorie, alcuni si autodefiniscono ristoratori, vuole godere dei beni architettonici e paesaggistici.
Comunque, quasi tutte le sere accendo una lucerna, prima erano lumini.