È davvero il Parassitismo la massima forma di progresso?

L’essere umano, a giusto o a torto, è ritenuto la specie più evoluta sul pianeta, sebbene la più dannosa per lo stesso!

Inutile parlare ancora di quanto l’uomo inquini e consumi risorse non rinnovabili, inutile tornare su argomenti sui quali ho già avuto modo di esprimermi in passato, evidenziando un’attitudine dell’uomo a distruggere, piuttosto che a mantenere.

Fare certi discorsi, nell’era delle “smart cities” e dell’insaziabile voglia di progresso rischia di tirare addosso offese e accuse di ogni genere, tuttavia ritengo necessario farlo, se non altro per provare a sensibilizzare la coscienza della gente inebetita da questa illusione.

Il progresso è sicuramente cosa buona, ma forse occorrerebbe pensare ad un progresso “sostenibile”, ergo che non metta a rischio le generazioni future, piuttosto che ad una corsa forsennata verso l’autodistruzione della specie!

Un’immagine della vita parassitaria degli umani nel film Wall-e

Lo scorso anno avevo scritto un paio di articoli che riscossero un notevole successo.  Nel primo, intitolato “L’antropolectus – evoluzione-involuzione dell’essere vivente più pericoloso per il pianeta e per se stesso![1]”, sottolineavo come gli esseri umani, nella loro ottusa concezione della “vita comoda”, sembrassero ormai interessati a rendere reale la storia raccontata nello straordinario film d’animazione della Disney “Wall-e”. Nel secondo, intitolato “L’homo sapiens si fece insipiens … e pensò fosse il progresso[2]”, invece parlavo dei danni, sociali, economici ed alla salute, causati dallo stesso stile di vita parassitario che abbiamo intrapreso.

Immagine presa nella rete che sintetizza perfettamente l’evoluzione umana verso la quale ci stiamo dirigendo

Oggi vorrei invece soffermarmi su qualcosa che pensavo di scrivere da un mesetto, ovvero da quando lessi la notizia della donna morta (la seconda in un anno!!) dopo essere stata investita da un’automobile “del futuro” priva di conducente[3].

E già, perché dopo aver distrutto le nostre città e territorio, assecondando la follia di Le Corbusier e del suo sponsor produttore di automobili, dopo che l’essere umano ha deciso di trasformarsi in antropolectus – sempre più interessato a pascersi d’aria sulla propria poltrona, piuttosto che a muoversi, produrre e migliorare la sua vita – anche la guida dell’auto è divenuta un qualcosa di troppo faticoso da cui liberarsi!

Ricordo che il modello “progressista” della “Città funzionale”, imposto al mondo da Le Corbusier con la Carta di Atene del ’33[4], si fondava sullo “zoning” e sulla assoluta convinzione, da parte dei progettisti moderni, che fosse giusto ciò che l’occhialuto svizzero descrisse nella sua “Ville Radieuse”: «le città saranno parte della campagna; io vivrò a 30 miglia dal mio ufficio, in una direzione, sotto alberi di pino; la mia segretaria vivrà anch’essa a 30 miglia dall’ufficio, ma in direzione opposta e sotto altri alberi di pino. Noi avremo la nostra automobile. Dobbiamo usarla fino a stancarla, consumando strada, superfici e ingranaggi, consumando olio e benzina. Tutto ciò che serve per una grande mole di lavoro … sufficiente per tutti.»

Oggi sappiamo che tutto ciò che ci venne ideologicamente imposto come modello di progresso e funzionalismo architettonico è esattamente ciò che riconosciamo come “disfunzionale”, ragion per cui dovremmo fare molta attenzione prima di sposare nuovamente un modello sbagliato!

E così, ad 80 anni di distanza da quella “certezza” di progresso e successo economico, che vedeva gli esseri umani trasformati in guidatori di automobili, anche la guida è diventata anacronistica e stancante. Prima è stato eliminato il cambio, ora addirittura il guidatore … e se muore qualcuno, o se le assicurazioni non sapranno a chi attribuire le responsabilità, non conta nulla rispetto al progresso!

Lo slogan della società “smart” (che faremmo meglio a definire “silly”) e dei suoi promotori è “inventiamo indispensabili soluzioni per problemi che ancora non esistono” … del resto costoro, col loro bombardamento pubblicitario, sono certi che “gli idioti abboccheranno”!

Credendo alla frottola della vita facile, noi stessi abbiamo visto come positiva la sostituzione degli esseri umani con dei robot nelle fabbriche … nel frattempo, come cosa buona e giusta, abbiamo tolto lavoro a moltissima gente, creando un danno socio-economico di dimensioni spropositate. Eppure non ci voleva molto a comprendere che i benefici raccontati non fossero per gli esseri umani, bensì per gli industriali che potevano spendere meno, produrre di più – anche più del necessario – e non doversi annoiare a discutere con i sindacati!

Questa meravigliosa conquista del progresso ha poi investito altri campi lavorativi … sempre per le stesse ragioni mai rivelate.

L’automazione è così stata portata anche nei supermercati, sostituendo gli addetti alle casse con degli anonimi sistemi automatizzati in grado di leggere i prezzi e incassare … ci è stato detto che servisse a semplificarci la vita e velocizzare le operazioni, ma nella realtà, oltre che togliere ulteriori posti di lavoro, è stata cancellata un’altra piccola forma di socializzazione, che consentiva di scambiare due parole con la cassiera. La cosa ha finito anche per causare non pochi danni agli anziani, non in grado di interagire con il sistema … ma a chi volete che importi se l’anziano è in difficoltà e la cassiera perde il lavoro? È il progresso!!

Chi muove i fili degli esseri umani tende ad allontanare sempre di più le persone l’una dall’altra … del resto gli “esseri sociali” sono pericolosi per chi debba imperare, e gli esseri umani ne sono contenti! Basta distrarli con qualche fesseria, basta raccontarle una menzogna ben detta e l’obiettivo è presto raggiunto! Del resto, davanti alla massimizzazione dei profitti di pochi individui, tutto il resto è superfluo!

Questa mia apparente crociata contro il progresso, nonostante le apparenze, non vuol condannare solo chi si approfitti dell’umanità per perseguire i propri obiettivi, semmai vuol rimarcare il fatto che, se gli esseri umani non fossero stupidi, probabilmente riuscirebbero ad evitare di abboccare all’esca.

Riflettete sul fatto che nessun dirigente della Apple ha mai minacciato la gente, intimandole di acquistare l’ultimo I-phone … eppure, non appena esce un nuovo modello, la gente – anche quella ridotta alla canna del gas – trova tempo e denaro per mettersi in lunghe file in attesa di acquistare l’ultimo indispensabile modello di cellulare. Perché?

Riflettiamo anche sul fatto che, se è vero che il sistema di Amazon stia ammazzando i centri commerciali, che a loro volta avevano già ammazzato “i negozi dietro l’angolo” … nessuno ci ha mai obbligato con un fucile ad acquistare tutto dalle nostre poltrone.

La verità è che ci crediamo furbi, perché così possiamo poltrire e far tutto da casa, e così camminiamo sempre di meno, acquistiamo on-line vestiti che non abbiamo mai potuto toccare con mano, ma che “Zalando” ci consegna comodamente a domicilio, mangiamo porcherie delle quali non sappiamo nulla, se non che ci sono state consegnate a domicilio da “Just Eat” … che furbi ed evoluti, siamo adottando questo stile di vita parassitario che ci espone al diabete, all’asma, ed alle peggiori patologie, incluse quelle che ci portano all’incapacità di relazionarci con gli esseri umani!

L’industria farmaceutica, ovviamente, è felicissima della nostra voglia di autodistruzione, basta somministrare una pillola e tutto, o quasi, si “risolve” … siamo davvero degli idioti che credono alla canzoncina della pillola di Mary Poppins!

Grazie alla vita suburbana e sedentaria, dove anche lo sport tra i giovani si pratica ormai tramite “Wii”, piuttosto che all’aria aperta, anche gli adolescenti italiani stanno sviluppando la “sindrome di Hikokomori[5]

È questo il progresso?

Questa mattina ho sentito alla radio la notizia – presentata come una cosa positiva – dell’evoluzione del “sistema Amazon”. In pratica, di qui a breve, non sarà più nemmeno necessario ordinare da casa ciò che vogliamo: grazie all’immensa presa per i fondelli della privacy (utile solo a fornire i nostri dati a chiunque voglia farsi fatti nostri) e grazie al monitoraggio costante dei nostri acquisti da parte di questi “signori”, essi potranno prevedere, nei tempi tipici dei nostri acquisti, quando inviarci a casa due scatole, una piena di ciò che ritengono intendiamo acquistare “di default” e l’altra vuota, per poter rimandare indietro ciò che non ci interessa! La fattura riguarderà solo la merce trattenuta!

Anche questo è progresso!

Ebbene, quando saremo diventati degli individui obesi e asociali, sospettosi di tutto tranne che di chi avremmo dovuto esserlo, quando giaceremo sulle nostre comode poltrone, imbottiti di antidepressivi e ansiolitici, quando verremo coinvolti in incidenti stradali dove non vi sarà alcun conducente responsabile, ricordatevi di questo mio delirante (per qualcuno) richiamo alla normalità.

Se non vogliamo che questo mostruoso scenario – ormai dietro l’angolo – si configuri, dobbiamo svegliarci dall’ipnosi del consumismo e del progresso a tutti i costi nella quale siamo caduti pensando di essere furbi e moderni!

[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/05/31/lantropolectus-evoluzione-involuzione-dellessere-vivente-piu-pericoloso-per-il-pianeta-e-per-se-stesso/

[2] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/06/07/lhomo-sapiens-si-fece-insipiens-e-penso-fosse-il-progresso/

[3] http://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2018/03/19/news/uner_blocca_l_auto_a_guida_autonoma-191701544/

[4] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/08/07/sul-disastro-urbanistico-successivo-al-iv-ciam-del33-e-sulla-possibilita-di-far-rinascere-le-nostre-citta/

[5] http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2015/06/17/news/hikikomori-gli-adolescenti-chiusi-in-una-stanza-il-disagio-giapponese-dilaga-in-italia-1.217500

9 pensieri su “È davvero il Parassitismo la massima forma di progresso?

  1. Analisi mirabolante ma viene capita !??? Cosa si fa concretamente x uscire dallo stato iniziale rimbecillente !???
    Rodolfo Corrias

  2. Ma non è un generico “uomo”, è bene specificarlo, ma una precisa classe sociale, che domina i rapporti sociali da più di due secoli, a garantirsi quel dominio sugli altri uomini e la natura, attraverso lo sfruttamento folle e selvaggio del mondo e schiava essa stessa del meccanismo dell’accumulazione capitalistica da cui non può prescindere, pena la sua scomparsa e quella dei suoi privilegi. Urge cambiare modello !

  3. Bell’articolo, che condivido nell’analisi ma non nella diagnosi.
    Una riflessione? Ecco la mia: non è nuova (risale a qualche decennio fa), è brevissima e, purtroppo, pessimistica.
    Il progresso (quauinque cosa si intenda con questo termine) è un fenomeno naturale e, come tutti gli altri, segue il suo ciclo biologico. E’ nato, cresciuto,;è invecchiato e morirà inevitabilmente prima o poi, non so. Dapprima era un neonato che suscitò grandi speranze, soprattutto in quelli che ancor oggi si autoelogiano definendosi progressisti; poi divenne adulto e operò facendo del bene e del male. Oggi mi appare vecchio, alla ricerca affannosa e sterile di qualcosa che ne giustifichi ancora l’esistenza.
    Eppure tutti anelano al progresso. Senectus ipsa morbus: la vecchiaia è brutta, tuttavia non ho ancora conosciuto nessuno che non si augurasse di avere una lunga vita….
    Saluti cordiali.

  4. Sono d’accordo con ciò che ho appena letto, e anzi, io aggiungerei tale riflessione anche e sopratutto al mondo lavorativo (nel caso specifico Architettura). Si pensava che disegnare col CAD, quindi col pc, fosse meglio che a mano. Forse vero? Io ho 35 anni, per cui non ho mai dovuto affrontare interi disegni a mano, sempre e solo computer con i più svariati software. Il risultato è che io, come moltissimi li fuori, non sappiamo tenere la matita in mano. Quando vedo i disegni storici fatti a mano, mi chiedo quanto sia pazzesco dove possa arrivare la capacità umana e dove la stiamo invece portando noi come generazione. Aggiungo, e concludo, che l’uso del pc negli uffici ha svilito fortemente la capacità di pensare e disegnare oggetti, case etc. Ha solo aumentato la produzione, e l’ansia di dover finire i disegni (perchè tanto hai il pc, che ci metti?)

    1. Verissimo Marco,
      Personalmente amo disegnare a mano e, nell’università presso la quale insegno (University of Notre Dame), vietiamo agli studenti l’uso del computer fino alla fine del terzo anno … il risultato è che i nostri studenti sono straricercati e, di tutte le università e facoltà americane, sono gli unici a trovare lavoro (92%) immediatamente dopo la laurea. Tempo fa avevo scritto questo articolo sul “parassitismo progettuale” del parapetricismo.
      https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/11/12/e-possibile-progettare-senza-essere-in-grado-di-disegnare-il-paradosso-del-parametricismo-e-la-necessita-di-recuperare-il-disegno-a-mano/

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