Mauro Giuseppe Mazzola, Barletta 19/1/1933 – 12/5/2018
Caro papà,
sono trascorse due settimane da quando ci hai lasciato e ancora non mi capacito del fatto che possa essere successo … è stato tutto così improvviso che non riesco ancora a crederci! Sei stato un bravo padre, un gran lavoratore e mi ha trasmesso il senso del dovere, del quale vado orgoglioso. Se mi sono avvicinato al mondo dell’arte e dell’architettura, è stato soprattutto grazie al fatto che tu mi abbia fatto amare l’arte sin dall’infanzia[1]. Ero un bambino quando mi hai portato a vedere le tue mostre di pittura, e ricordo il fascino di vederti dipingere davanti al tuo cavalletto di legno, mentre impastavi sulla tavolozza i colori ad olio e li stendevi col pennello o con la spatola. Che meraviglia era per me vedere un paesaggio o una natura morta nascere dal nulla sulle tue tele! Il calore delle tue tinte mi ha sempre affascinato.
Ma così come io ammiravo i tuoi lavori, tu hai sempre apprezzato i disegni che facevo, tanto da mostrarli orgogliosamente ai tuoi amici e ai galleristi che esponevano i tuoi quadri … ancora oggi mi chiedo quale genitore approverebbe il fatto che suo figlio si metta a disegnare sul muro della propria stanza, invece di arrabbiarsi con lui! Hai sempre creduto in ciò che facevo e mi hai sempre fatto tanti complimenti (anche troppi!) … due giorni prima di lasciarci, mentre ti salutavo per tornare a Roma, ti sei complimentato con me per il mio lavoro invece di limitarti a salutarmi … anche per questo mi sento in dovere di ricordarti come artista.
Sapevi riportare su tela il tuo animo sensibile. La critica artistica, almeno dal periodo delle avanguardie in poi, tende a giustificare gli artisti parlando più del loro “disagio” che non della reale bellezza e poesia delle loro opere. Ebbene, riflettendo sul messaggio struggente che vien fuori da molti dei tuoi quadri, mi vien da pensare che essi effettivamente trasmettano quel tuo desiderio di distaccarti dalla confusione del mondo, dai doveri e dalle preoccupazioni del tuo lavoro di bancario. Per esempio, i quadri che hai prodotto negli anni in cui, per ragioni lavorative, fosti costretto a vivere ben 5 giorni alla settimana lontano dagli affetti familiari, trasmettono un senso di solitudine che sembra essere lo specchio della tua anima.
Del resto, quante volte in famiglia ti abbiamo criticato per quel tuo apparire “solitario e distaccato”? E quante volte, quando c’era qualcosa che ti disturbava particolarmente, abbiamo scherzato sulla tua frase “quanto vorrei starmene su un’isola da solo!”?
Tu eri così. Evidentemente, come spesso succede ai veri artisti, la tua mente volava spesso altrove, facendo sì che apparissi agli altri “distaccato” e ti sentissi al contempo “incompreso” … Solo oggi mi accorgo di quanto i tuoi quadri mostrino esplicitamente questo aspetto del tuo carattere.
Nel tuo essere artista, hai dovuto con il tempo adeguarti tecnicamente alle esigenze familiari. La “tua” tecnica infatti era la pittura ad olio, così come quella di nonno Gigi era stata l’acquerello, ma per non disturbare la famiglia con gli odori di trementina, ad un certo punto sei passato al gessetto ed al pastello … ma anche così hai prodotto dei bellissimi paesaggi. Trovo che gli scorci del bosco di Fiuggi siano davvero poetici: chi – come me – si è trovato a passeggiare di prima mattina al tuo fianco per quei luoghi, guardando certi quadri non può non sentire le fragranze del sottobosco e ascoltare il suono del vento tra le foglie!
I tuoi primi quadri, che definirei “urbani”, mostrano un approccio “impressionista” che talvolta si richiama ad alcune opere di De Nittis; tuttavia nello stesso periodo (1965 – primi anni ’70) hai prodotto anche delle splendide nature morte che amavi “invecchiare” e completare con raffinatissime cornici “antiche” scelte con estrema cura. Queste opere, per il semplice fatto che non possano essere avvicinate all’opera di nessun altro autore, sono quelle che mi appaiono più di tutte come “genuinamente tue”.
Nel tuo percorso artistico hai ritratto molti scorci delle città a te care, soprattutto Barletta e Fiuggi. Grazie a quegli scorci ci è oggi possibile rivivere immagini di cose perdute, come per esempio nel quadro dove ritraesti i due Trabucchi del Molo di Levante di Barletta. Non è un caso se poi, a distanza di anni, ne dipingesti un altro intitolato L’Ultimo Trabucco, nel quale sia i colori sia l’atmosfera raccontano del tuo dispiacere per la perdita di un luogo della tua infanzia.
Gli scorci dei vicoli di Barletta nei pressi della Cattedrale, o la vista dal balcone di casa del Castello e dell’Abside della Cattedrale, raccontano invece una vera gioia di vivere, con colori vivaci, ma sempre splendidamente modulati, atti a rappresentare i veri colori e la reale percezione della città … questo tuo realismo rappresentativo è un qualcosa che mi ha affascinato a tal punto da segnarmi nel mio percorso professionale e didattico, laddove nei miei progetti e in quelli dei miei studenti, pretendo che venga rappresentata sempre la realtà di ciò che verrà, e mai un’immagine ingannevole!
Sebbene impressionista, il tuo modo di dipingere gli ulivi pugliesi, magari mossi dal vento, manifestava un realismo unico in grado di farli vivere di vita propria. Talvolta guardando quei quadri mi sembra di rivivere le nostre scampagnate domenicali con i nonni, quando andavamo a mangiare nella nostra campagna presso Canne della Battaglia, dove rimanevo affascinato dal fogliame verde-argenteo e dalle forme un po’ preistoriche dei tronchi e delle chiome di quegli alberi tipici della nostra Regione!
Nemmeno i problemi di vista, che così tanto ti hanno penalizzato negli ultimi anni, hanno messo un freno alla tua attività artistica, continuata fino ad una decina di anni fa. Certo, alcuni dei tuoi gessetti e/o pastelli hanno assunto uno stile un po’ “naïf”, ma non per questo è venuto meno il loro valore espressivo. I colori ed il realismo del tuo quadro Les Bouganvillées, per esempio, mi hanno colpito talmente tanto che, se ci rifletto, forse non è un caso se negli acquerelli di alcuni progetti recenti ho immaginato delle pareti gioiose, coperte da quei magnifici rampicanti!
E che dire poi del tuo “quadro-denuncia” – dipinto a seguito del progetto urbanistico-architettonico fatto con i miei studenti per la nostra città – nel quale proponevi la demolizione dell’orrendo Palazzo di Città e la creazione di una piazza-giardino di fronte al Teatro Curci? In quel quadro, che aveva riscosso unanime consenso tra i barlettani, in primo piano avevi anche ritratto te e la cagnolina Chicca.
Ora, come ho anticipato, voglio condividere sul mio blog alcune immagini di alcuni dei tuoi quadri, per far sì che la tua opera venga conosciuta e ricordata da tutti; lo farò citando quello che il “Dizionario Universale delle Belle Arti” Comanducci[2] dice di te:
Pittore figurativo di tendenza Veristica.
Accademico della ‘Tiberina’ di Roma.
Ha tenuto la sua prima mostra personale nel 1972 nei locali del Museo Civico di Barletta, predisposti in quell’anno per la presentazione da parte dei giovani artisti delle loro opere.
Ha ottenuto riconoscimenti in tutta la penisola: Trani, Castellaneta, Canosa, Civitavecchia, Taranto, Brindisi, Milano, Varese, Fiuggi, Fasano, Roma, Monterotondo, ecc…
Per Mazzola dipingere è come una seconda natura vissuta, sperimentata e sofferta giorno per giorno, in una costante maturazione del suo discorso pittorico.
Tra le numerose mostre collettive alle quali ha preso parte ricordiamo qui: Trani, Collettiva Centro Culturale d’Arte “Studio 188“, 1971-1972-1973; Trani, 2° Premio Nazionale di Pittura Estemporanea, 1974; Castellaneta, 2° e 3° Premio Nazionale di Pittura, 1972-1973; Civitavecchia, Mostra Nazionale di Arte Contemporanea, 1972; Fasano, 7° Premio Internazionale di Arti Figurative, 1972; Canosa, Premio Nazionale di Pittura Estemporanea, 1972; Mottola, 7° Premio Naz. di Pittura, 1972; Barletta, Collettiva Galleria d’Arte ‘ERREBI’, 1973; Taranto, Trofeo Magna Grecia, 1973; Brindisi, 7° Premio Naz. di Arti Figurative, 1973; Milano, 1° Mostra Concorso Internazionale di Pittura, 1973; Varese, Grande Estate Varesina di Pittura, 1973; Mottola, 1° Estemporanea di Pittura, 1973; Monterotondo, 3° Biennale d’Arte Contemporanea, 1973; Barletta, FIDAPA-ARTE Mostra di Pittura e Scultura, 1973; Barletta, Galleria d’Arte ‘Golia’ 3°-4°-5°-6°-7°-8° Premio ; Piccolo Formato ‘G. De Nittis’, 1979-’80-’81-’82-’83-’84; Roma, A.C.T. Premio Dante Alighieri, 1978; Barletta, Mostra d’Arte Figurativa pro Associazione Italiana; Assistenza Spastici, 1979; Roma, Agenzia Attualità Cinematografiche e Televisive; Premio ‘Giuseppe Garibaldi’, 1982; Firenze, Associazione Artistica Scientifica ‘Centro Storico’; 1° Premio Internazionale ‘Giosuè Carducci’, 1982; Barletta, Comune di Barletta, Centenario di Garibaldi; Mostra Collettiva Pittori Barlettani, 1982-1992; c/o Teatro Comunale Curci, 1992; Bologna, Premio della Cultura ‘La Quercia d’Oro’, 1983; Barletta, Associazione Nazionale ‘G. De Nittis’; Pittori Barlettani dopo ‘De Nittis’, 2003.
Mostre personali: Barletta, Museo Civico e Pianacoteca “De Nittis”, 1972; Barletta, Galleria d’Arte Golia, 1973 – 1978 – 1982 – 1994; Fiuggi Fonte, Hotel Sforza, 1972; Canosa, Circolo Artistico Culturale ‘Studio 5’; Castellaneta, Galleria d’Arte “Etolia”, 1973; Trani, Centro Culturale d’Arte ‘Studio 188’, 1973; Barletta, Circolo Unione, 1978.
Hanno scritto di lui: Ruggiero Cristallo, Luigi Dicuonzo, Antonio Paolillo, Antonio Bernardini, Aldo Carugno, Sabina Maniello, Giovanna Cristiani.
Bibliografia
Archivio Comanducci.
Dizionario Biografico dei Meridionali, Ed. Igei Napoli.
Pittori Italiani Contemporanei.
Critica Arte Oggi Mercato Internazionale.
Il Tempo.
Arte-Uomo.
Quadrante delle Arti.
Il Narciso.
La Gazzetta del Mezzogiorno.
Puglia d’Oggi.
90° Minuto.
Corriere del Giorno.
Il Quadrato.
Leonardo: Enciclopedia dell’Arte Contemporanea.
Bolaffi n. 8.
Arte-uomo 1972.
Critica d’Arte Oggi 1973.
Artemercato Internazionale 1973.
Rassegna di Pittori Contemporanei, 1973.
Pittori e Pittura Contemporanea, 1974.
II Centauro, Pittori e scultori contemporanei, 1975.
Pittura e Scultura d’oggi, 1976.
www.comanducci.it – Dizionario Universale delle Belle Arti
[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/05/18/tom-wolfe-non-ce-piu-ma-la-sua-lezione-sullarchitettura-resta/
[2] http://www.comanducci.it/dett_art.asp?n=MAZZOLA_Mauro_Giuseppe&Index=632866&da_rotatorio=no
Con le mie sincere condoglianze, anche un ringraziamento per avermi dato modo di conoscere un pittore che, in tempi di dadaismi, cubismi, suprematismi, astrattismi e ismi vari, tutti accomunati dalla psicopatica ricerca del brutto e dell’incomprensibile, non aveva timore di sentire e presentare l’arte come un mezzo per estrarre dalla realtà quella poesia che la rende accettabile a chi deve viverla. Un caldo saluto,
Grazie di cuore per queste belle parole
Imaginazione, originalità malgrado i ricordi francesi Fantastico pittore.
Caro Ettore, ti sono molto vicina in questo momento e ti ringrazio moltissimo di avermi resa partecipe del tuo profondo e dolce (mi permetto di aggiungere) dolore.
E molto ti ringrazio di questo dono che mi hai fatto: avermi fatto incontrare tuo padre attraverso le sue opere di vero artista, con così tanta bellezza negli occhi e altrettanta umanità nel cuore.
Non potevi trovare modo migliore per salutare lui e condividere con tutti noi, amici e non solo..
Ti abbraccio, vi abbraccio
grazie Lucilla,
sei davvero un’amica molto cara.
Un abbraccio a te da tutti noi
Sei stato un figlio fortunato. Abbraccio, ciao
Comprendo il tuo dolore e il tuo sconforto, quando ci lascia un genitore parte di noi se ne va con lui.
Splendido e commovente il ritratto che ne tracci e grazie per averci portato a conoscenza dell’artista che era. Un caro saluto e un abbraccio
Condividere un momento di così privato dolore è come un grande segno di amicizia, verso di noi che ti leggiamo sempre con attenzione e condivisione.
Un genitore che ti ha lasciato erede della sua esperienza artistica, puoi stare certo, sarà sempre vivo, nei suoi bellissimi, intensi colori, nelle sfumature dell’acqua, negli oggetti, nei paesaggi della memoria, fissati sulle sue tele. Grazie per questo previlegio e per averci dato modo di conoscere tuo padre.
Grazie!