Negli ultimi giorni, come ben sappiamo, la vicenda del “Business Centre con annesso Stadio per la AS Roma Calcio” ha subito un’improvvisa accelerazione verso il baratro, sicché anche i più restii ad agire legalmente per impedire questo ignobile atto di arroganza, degno del peggior Edoardo Nottola ne “Le Mani sulla Città”, hanno trovato più di una motivazione per chiudere questa brutta faccenda.
Ormai è quasi certo che – a meno di decisioni plateali difficilmente giustificabili – a Tor di Valle non si farà più nulla … sebbene, visti gli altarini rovesciati dall’apertura del “Vaso di Parnasi”, resti sempre l’ombra del dubbio.
Ad oggi sembrano esserci ancora diversi dubbi sulla legittimità delle procedure seguite e, soprattutto, sulle tante figure, politiche e professionali che, nonostante sembrino aver avuto un ruolo importante nel dirottare il progetto verso la realizzazione, non risultano ancora essere oggetto d’indagine …
In molti si chiedono se, dietro l’emanazione di leggi utili a risolvere contenziosi tra banche creditrici e immobiliaristi in difficoltà, possano esserci delle macchinazioni. Così come sono in molti a chiedersi quale “nuovo miracolo italiano” possa – in poche ore ed in piena spending review di un Paese in ginocchio – aver fatto trovare ad alcuni ministri ben 100 mln necessari a realizzare un “ponte spaziale” a servizio di una strada, la Via del Mare, che risulta essere poco più di un tratturo! Ancora in tanti si chiedono quale visione mistica possa aver illuminato la mente dell’archistar nostrana che – indipendentemente dalla sua posizione in materia “falso storico” – ha suggerito al Soprintendente Prosperetti la soluzione feticista[1] che avrebbe “risolto il problema del vincolo” sulle coperture dell’Ippodromo di Tor di Valle. A proposito di soprintendenti, in tantissimi aspettano con ansia di sapere come possa esser stato possibile, in maniera così sfacciata, rimuovere dal suo incarico l’ex Soprintendente Margherita Eichberg, troppo ligia al suo dovere!
Insomma, le ombre sulla vicenda di Tor di Valle sono ancora tante sicché si spera – se non altro per ridare fiducia a chi voglia ancora riporre fiducia nella giustizia e nello Stato – che tutto torni alla luce del Sole.
A tal proposito, a beneficio delle associazioni e comitati che stanno operando a livello legale per poter fare chiarezza, accolgo con grande piacere l’ennesimo contributo da parte dell’arch. Luciano Belli Laura, il quale ci fornisce una cronistoria della vicenda evidenziandone tutte le criticità.
Altro che posare la prima pietra subito dopo Ferragosto (di Luciano Belli Laura)
Nel titolo d’una ANSA del 21 giugno alle 21:27 si legge: “il progetto va avanti”. Anzi, “si può andare avanti” … tuttavia solo per i legali penalisti difensori di Luca Parnasi, i quali asseriscono: «I pubblici ministeri hanno assicurato che non ci sono elementi che possano bloccare la procedura per il nuovo stadio».
Non serve essere legali per sapere che, oltre la “separazione dei poteri”, esiste la divisione d’ambiti giudiziari diversi, che sarebbe opportuno salvaguardare. Cosicché la Magistratura ordinaria non ha alcun titolo per valutare e bloccare le “procedure”, eventualmente considerate dalla Magistratura amministrativa che, al TAR ed al Consiglio di Stato, può valutare atti amministrativi emessi dalla pubblica amministrazione e/o sospenderli od annullarli, qualora viziati da eccesso di potere, sviamento, violazione di leggi e regolamenti.
Tuttavia, andrebbe però considerato che, accertamenti della Magistratura ordinaria, se confermati in giudizio, divengono elementi di valutazione, tanto delle procedure seguite quanto degli atti emessi dalla pubblica amministrazione. Viceversa, allorquando la Magistratura Amministrativa abbia accertato l’irregolarità degli atti, è possibile, nei tre gradi di giudizio previsti, avviare delle cause civili o penali accertanti dolo a persone o a cose.
Ed ancora, si dovrebbe premettere che le decisioni politico-amministrative non siano sindacabili, né dalla Magistratura Ordinaria – valutante il dolo delle persone fisiche – né dalla Magistratura Amministrativa – valutante la correttezza degli atti emessi da Enti ed Amministrazioni Pubbliche. Tuttavia, le decisioni politico-amministrative possono essere valutate dalla Magistratura Contabile (Corte dei Conti), se comportano danni erariali … e necessiterebbero di essere sindacate dagli elettori, al momento del rinnovo delle cariche elettive; ma esse possono inoltre essere giudicate, in ogni momento, da Associazioni, Comitati, Sindacati, organi di Stampa e di informazione.
Così come pensiamo d’aver opportunamente fatto, con precedenti interventi scritti, evidenziando dubbi e perplessità emergenti nello sviluppo delle “procedure” per l’approvazione del progetto di stadio a Tor di Valle. In particolare, sulla procedura di approvazione del “progetto”, ora in capo alla Regione e, da ultimo, sulla procedura di definizione della “variante urbanistica”, in capo a Roma Capitale.
Nelle ultime settimane i media hanno dato ampio spazio alle indagini giudiziarie e agli arresti per le ipotesi di pratiche corruttive, da parte del proponente Luca Parnasi, nei confronti di soggetti pubblici, a vario titolo coinvolti nelle procedure di approvazione del progetto Stadio per la AS Roma … i media hanno perfino divulgato importanti estratti delle intercettazioni di conversazioni di amministratori con ampie capacità decisionali sull’iter e sul suo seguito.
Questa repentina evoluzione della situazione su Tor di Valle ha dunque portato le varie associazioni e comitati ad alzare la posta delle loro richieste di diniego:
- Carte in Regola ha provveduto ad inviare una serie di lettere indirizzate a tutti i responsabili delle pratiche per chiedere un immediato stop delle procedure.
- Italia Nostra risulta aver chiesto il blocco della variante urbanistica e manifestato netta contrarietà ad ogni progetto a Tor di Valle, in deroga al PRG.
- Il Codacons ha invece annunciato di voler procedere con il “ricorso” al TAR presentando istanza di sospensiva degli atti emessi dalla Regione nel procedimento iniziato il 12 settembre 2016. In particolare, sub iudice, ci sarebbero gli atti successivi alla chiusura della Conferenza di Servizi, avvenuta il 5 dicembre 2017.
In tutto questo bailamme, che finalmente sembra sorridere a chi si batta per il rispetto delle regole, sarebbe opportuno che anche altri si associassero con chi stia chiedendo il blocco immediato dell’operazione che ora, finalmente, è stata messa a nudo per quello che realmente nascondeva.
Da quanto è venuto fuori in queste ultime settimane si è infatti compreso che l’operazione fosse essenzialmente finalizzata alla speculazione fondiaria prima ed immobiliare poi, dal momento che i promotori intendevano rivendere – per € 200 milioni – a Dea Capital del Gruppo De Agostini i terreni acquistati – spendendo € 42 milioni non ancora interamente pagati – da SAIS Spa della famiglia Papalia … il che lascia supporre che, evidentemente, non c’i fosse alcuna intenzione di realizzare nulla di concreto, se non la plusvalenza, poiché sembra ormai chiaro che le opere siano state progettate esclusivamente per poter ottenere una plusvalenza che, nei “manuali” di urbanistica ed economia viene denominata “rendita fondiaria”.
Urge quindi riflettere, e subito, sul fatto che, se bloccare una costruzione risulta assai difficile, arrestare l’approvazione del suo progetto non solo è possibile, ma assolutamente necessario … specie se gli atti che lo riguardano non risultassero regolari e/o se certi passaggi procedurali risultassero forzati.
A questo punto, volendo contribuire all’accertamento di quanto ipotizzato in chiusura del precedente capoverso, ritengo opportuno riportare la cronistoria delle “procedure” seguite finora, evidenziandone le presunte criticità:
- Nelle “procedure” in capo a Roma Capitale:
1.1 Mancata Conferenza di Servizi preliminare comunale sul NUOVO “progetto adeguato” nel 2017;
1.2. Traduzione di UnoStadioFattoBene in “progetto adeguato“, con scambi collaborativi tra Dipartimento PAU ed Eurnova srl, mentre il Vincolo MiBACT era operante;
1.3. Mancata consultazione di organizzazioni professionali, ambientali, ecc. sulla Delibera 48 della Giunta Capitolina che fissava obiettivi trasformazione del “progetto” e dell’area di Tor di Valle;
1.4. Passaggi accelerati e/o elusi ai Municipi ed in Commissione Urbanistica della proposta di deliberazione consigliare per la conferma di “interesse pubblico” al “progetto adeguato”;
1.5. Pubblicazione della presunta variante urbanistica (alias, “Progetto che al suo interno comporta variante urbanistica”), senza preventiva adozione di variante al PRG vigente in Consiglio Comunale.
- nelle “procedure” di apposizione e di archiviazione dei vincoli:
2.1. Parere Galloni in Conferenza di Servizi preliminare sullo “Studio di fattibilità”;
2.2. Apposizione del vincolo sulle Tribune dell’Ippodromo, operante dal 15 febbraio 2017;
2.3. Osservazioni ad opponendum di Eurnova srl sul vincolo delle Tribune dell’Ippodromo:
2.4. Riforma Franceschini comportante sostituzione di Margherita Eichberg con una commissione di archivisti ed un solo architetto;
2.5. Annuncio dell’archiviazione del vincolo fatta solo poco prima della scadenza dei 120 giorni di operatività del vincolo di Margherita Eichberg;
2.6. Motivazioni dell’archiviazione che sposa unicamente la tesi delle “osservazioni” di Eurnova;
2.7. Evoluzione e contraddittorietà dei “pareri” di Francesco Prosperetti alla Conferenza di Servizi;
2.8. Decisione di non ammissibilità del “ricorso” di Italia Nostra (di cui NON si sa nulla?);
2.9. Vincolo sul rispetto del diritto d’autore: annunciato da Galloni e poi rimosso.
- nella “procedura” in capo alla Regione Lazio:
3.1. Dilatazione dei tempi per le “osservazioni” del proponente al preavviso di diniego comunicatogli con provvedimento G04342 il 5 aprile 2017;
3.2. Conclusione della Conferenza di Servizi decisoria regionale asincrona semplificata, senza rispetto delle norme di cui alla Legge sul Procedimento Amministrativo (L.241/1990);
3.3. Conduzione della successiva Conferenza di Servizi decisoria regionale, svolta in forma simultanea e modalità sincrona;
3.4. Conclusione “positiva” della Conferenza di Servizi con il “progetto adeguato ed integrato“:
3.4.1. Per un verso, assenso con prescrizioni, osservazioni, raccomandazioni ottemperanze comportanti l’adeguamento ulteriore del “progetto adeguato ed integrato”, da farsi a cura del proponente;
3.4.2. Per altro verso, approvazione del suddetto progetto solo ai fini di adozione di variante urbanistica, ma in:
- a) difformità di quanto stabilito dal comma 2-bis art. 60 L.96/2017;
- b) senza alcuna necessità;
- c) in violazione di norme regionali;
3.5. Mancato controllo dell’adeguamento del “progetto“, assentito con prescrizioni ed approvato ai fini urbanistici, prima della sua pubblicazione – in quanto variante urbanistica – all’albo di Roma Capitale;
3.6. Atti amministrativi sub iudice nel “ricorso” al TAR di Codacons che comportano, in caso di sospensiva e/o annullamento, invalidamento della procedura di “variante urbanistica” e quant’altro nella procedura sul “progetto”.
Naturalmente, si dovrebbe in primis convenire che il proponente privato non ha, né mai avrà mai alcun titolo per chiedere qualsivoglia risarcimento patrimoniale. Giacché, la cosiddetta “Legge Stadi” prefigura passaggi precisi da seguire per addivenire alla decisione finale di “approvazione” delle opere. Nel caso de quo, non esistendo alcuna decisione finale spettante alla Giunta Regionale, non può esistere nemmeno alcun “titolo abilitativo”, né autorizzazione o permesso comunque denominato, che costituisca “dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza” nella realizzazione delle opere progettate.
Va da sé che nessuno possa ritenere di aver titolo ad intentare alcuna causa milionaria. Né da parte della società proponente, né da parte della società sportiva beneficiante, sebbene risulti deliberato e confermato, da parte del Comune, l’interesse pubblico a trasformare uno “studio di fattibilità”, valutato da una Conferenza di Servizi preliminare, in “progetto definitivo”, che un’altra Conferenza di Servizi decisoria dovrà valutare in altra sede … in questo caso in Regione.
Dalle dichiarazioni rilasciate dal Primo Cittadino ai P.M. inquirenti e riportate da Marco Lillo e Valeria Pacelli su “ilfattoquotidiano.it” del 20 giugno[2] emerge quanto avevamo sostenuto più volte nei nostri scritti; La Raggi infatti avrebbe affermato: «Se non ricordo male, all’inizio non intendevo investirlo anche della questione stadio, ma poiché non riuscivo ad avere risposte concrete con Berdini – il quale riteneva che la conferenza dei servizi sarebbe stata chiusa con un parere negativo e così il problema stadio sarebbe stato risolto – ho pensato di avvalermi di Lanzalone anche per avere il suo supporto quale consulente nell’affrontare le questioni giuridiche inerenti il percorso per l’approvazione dello stadio».
Nella cronistoria di cui sopra si dovrà quindi considerare quando e come siano arrivate certe decisioni – che la “Legge Stadi” prescrive debbano giungere entro 180 giorni dalla presentazione del “progetto definitivo” – onde comprendere se tali decisioni risultino indipendenti o, viceversa, condizionate da influenze e pressioni illecite.
In primis, considerando che la decisione sul “progetto monstre” (con il TRIPLO della SUL consentita dal PRG) giunta solo il 5 aprile 2107, vale a dire 205 giorni dopo l’avvenuto deposito del “progetto definitivo” in Regione, (avvenuto il 12 settembre 2016) consisté in una “bocciatura” o, più precisamente, un “preavviso di diniego” a realizzare le opere: come aveva appunto previsto Paolo Berdini!
Diversamente, il “progetto adeguato” all’era pentastellata (cioè “UnoStadioFattoBene” con il DOPPIO della SUL consentita dal PRG) è pervenuto in Regione il 15 giugno 2017 e, ad oltre 370 giorni da quel dì, la decisione finale ancora non esiste!
[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/12/12/equilibrismi-e-feticci-della-roma-di-oggi/
[2] https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/bonafede-sentito-dai-pm-sulla-nomina-di-mr-wolf/
Le questioni poste da Ettore all’inizio dell’articolo diventeranno altrettanti capi d’imputazione. Il frusto copione degli speculatori è sempre e da sempre lo stesso : forzare i dispositivi normativi o quel poco che non sono riusciti a piegare ai propri interessi, percorrendo sentieri che non attengono al rischio d’impresa ma a quello della galera. Contenti loro…