Le luci a LED in città sono dannose … non solo per i monumenti

Nel corso dell’ultima campagna elettorale di Barletta uno dei candidati – poi risultato eletto – imprenditore specializzato in fornitura e installazione di impianti elettrici, nel corso di un’intervista televisiva ha fatto sapere di avere come priorità del suo programma politico la “sicurezza” della città che, a suo dire, si risolverebbe sostituendo gli obsoleti ed antieconomici impianti illuminanti ad incandescenza, con nuovi impianti LED a luce fredda in tutta la città, centro storico incluso.

Se così fosse, i cittadini della mia città natale farebbero bene a preoccuparsi ora, prima che risulti troppo tardi per poter tornare indietro! Del resto un’anticipazione di quello che sarà è già visibile presso la Cattedrale.

Occorre infatti sapere che, da quando questa nuova tipologia di lampade ha iniziato ad invadere il Belpaese, Italia Nostra[1] ha intrapreso una vera e propria battaglia per scongiurare questa dannosissima trasformazione d’immagine delle città italiane … ma c’è di più: il danno generato dai LED non è solo di matrice estetica delle città, ma anche fisico per tutti noi!

Nell’appello di IN si chiede “fermare l’installazione di led a luce fredda “colpevoli” di non rendere giustizia a molti centri storici del Lazio”.

L’appello, firmato da Italia Nostra, dall’Associazione Cielo Buio e dall’Unione Astronomi Italiana – Osservatorio Astronomico di Campo Catino, non si limita a mere ragioni estetiche, come qualche malpensante potrebbe sostenere, ma si articola in tre motivazioni fondamentali:

  1. Come testimoniato direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità della Repubblica Italiana i led a luce fredda sono pericolosi per la salute umana. Ciò è testimoniato anche dall’ISPRA e numerosi enti scientifici, mentre l’American Medical Association indica in 3000 gradi Kelvin il limite massimo oltre il quale sono certi gravi danni alla retina e rischi di altre malattie, compreso il cancro. Tutto questo nel momento in cui le sostituzioni attualmente in corso vedono la posa in opera di lampade da 3300/3850 gradi Kelvin.
  2. I centri storici in particolare vengono offesi gravemente da queste luci glaciali, quasi da obitorio, che annullano il colore caldo delle mura antiche tanto amato da cittadini e turisti. Le luci fredde annichiliscono i valori architettonici delle città storiche e dimezzano in elevazione la visione delle architetture in zona bianca e zona totalmente scura. In particolare nel paesaggio storico i nuclei abitati antichi anziché apparire quali sono, antichi borghi abbarbicati sull’Appennino, appaiono all’osservatore come nuclei industriali inspiegabilmente localizzati lungo ripidi versanti montani.
  3. Lungi dall’attenuare l’inquinamento luminoso, come vorrebbero far credere le aziende che gestiscono la pubblica illuminazione, queste nuove installazioni producono un inquinamento luminoso di gran lunga maggiore dell’attuale. La luce al led, anche se ha la proprietà di direzionarsi esclusivamente verso il basso, a causa della sua forte componente bluastra, si riflette e irradia verso l’alto turbando ancora di più, si afferma fino a 4 volte di più, la possibilità di osservazione della volta celeste disturbando peraltro i normali processi e bioritmi della Natura, in contrasto quindi con lo spirito delle norme vigenti in materia (L.R. 23/2000 e Reg. Att. 8/05 Lazio).
La Cattedrale di Trani in notturna, prima e dopo la sostituzione delle luci calde con i LED. Si noti come “in termini di sicurezza”, la piazza risultasse più illuminata nella precedente condizione “a luce calda” e gli edifici risultassero più leggibili: dopo l’installazione dei LED la facciata della Cattedrale presenta un’area centrale “appiattita” da una illuminazione abbagliante e fredda, mentre tutto il resto risulta in ombra, fino a divenire buio nella zona del Campanile, la cui copertura si dissolve e le cui finestrature, con le luci azzurro-verdognole interne, assumono un aspetto industriale che confligge fortemente con l’architettura della Cattedrale, considerata una delle più belle e simboliche d’Italia. Si noti anche come gli edifici sulla destra risultino totalmente bui dopo l’installazione dei LED

Purtroppo, negli interessi della lobby degli produttori, l’Europa prima e l’Italia poi, tendono ad imporre – tramite incentivi – norme atte a promuovere la vendita di impianti e sistemi tecnologici, spesso inutili e dannosi. La cosa viene accompagnata da pubblicità menzognere e, nel caso in oggetto, perfino da inutili “Corsi di Formazione” per l’ottenimento degli odiosissimi Crediti Formativi Permanenti, che fanno un vero e proprio lavaggio del cervello ai professionisti i quali, talvolta in buona fede, propongono certi sistemi piuttosto che quelli tradizionali, arrecando grave danno ai monumenti ed alla salute delle persone!

Ormai, grazie a questa moda, anche gli interni di molte chiese italiane stanno assumendo un aspetto da ipermercato: una esplosione di luci fredde a LED illumina in maniera eccessiva, concentrata, piatta ed uniforme tutti gli ambienti, facendo perdere loro l’originario ordine gerarchico-funzionale. È indubbio che certi spazi, nelle intenzioni dei progettisti e dei teologi loro “consiglieri”, dovevano accogliere i fedeli in una luce calda e soffusa, interrotta dagli squarci luminosi che, provenendo dalle finestre e dai rosoni, creavano un’atmosfera speciale atta a concentrare l’attenzione dei fedeli sull’area del transetto e dell’altare, sì da fornire loro una vera e propria esperienza mistica. Tutto questo viene oggi ad essere spazzato via dalla volgarità e dall’ignoranza di progettisti, sacerdoti e soprintendenti – che non sovrintendono – i quali credono di poter modificare questi spazi sacri in ambienti industriali.

L’interno della Cattedrale di Barletta con le sue “moderne” luci a LED
Interno in penombra del Monastero di Ganzasarvank in Armenia … la visita di queste chiese, dove gran parte dell’illuminazione è ancora affidata alle candele, è stata un’esperienza davvero mistica anche per me, che non sono mai stato un religioso molto osservante
Interno in penombra del Monastero di Geghard … la visita di queste chiese, dove gran parte dell’illuminazione è ancora affidata alle candele, è stata un’esperienza davvero mistica anche per me, che non sono mai stato un religioso molto osservante

Ma, ancora una volta, il danno arrecato da queste volgarissime luci non è solo estetico, perché chiunque abbia un minimo di conoscenza di museologia e di illuminotecnica (all’epoca in cui ero studente erano ancora esami obbligatori e di altissimo livello), sa bene che il livello di illuminazione delle pale d’altare, degli affreschi e/o delle statue policrome, ecc. è un argomento delicatissimo che non può sottovalutarsi se si intende tramandare certe opere alle future generazioni. Del resto la ragione è la stessa per la quale, nei musei e nelle chiese, viene spesso vietato l’uso del flash!

Chi ha imposto – negli interessi dei produttori e non degli esseri umani – che le luci ad incandescenza dovessero gradualmente scomparire dal mercato, lo ha fatto puntando sull’argomento economico: la luce a LED fa risparmiare e dura di più … vero! Tuttavia, per correttezza, bisognerebbe ricordare anche una lampada a LED costi circa 4 volte più di una equivalente ad incandescenza!

In ogni modo, se è vero quello che gli studi economico-pubblicitari dicono sui dannosissimi LED a “luce fredda, ovvero che consentono un risparmio pari a circa il 70%, è vero anche che quelli a “luce calda – molto meno dannosi sotto tutti i punti di vista – riducono di un misero 10% quel risparmio! Perché dunque ostinarsi nell’uso di luci volgari e dannose anche in assenza di una significativa giustificazione economica, quando si potrebbe magari optare per quelle calde?

Prima di concludere, senza scendere nei dettagli, per i quali rimando ai link riportati[2] [3] [4], voglio brevemente tornare all’argomento salute.

Diversi studi scientifici internazionali dimostrano infatti la pericolosità dei LED: più di una ricerca scientifica spiega il perché di tanti disturbi a seguito di un’esposizione prolungata ai LED. Per esempio, una ricerca sulla vista della Complutense University di Madrid segnala che «l’esposizione alle luci LED può causare danni irreparabili alla retina dell’occhio umano».

L’allarme, lanciato anche dall’Agenzia Francese per gli Alimenti, l’Ambiente e la Sicurezza, è stato diffuso anche in Italia dall’ADUC (Associazione per i Diritti dei Consumatori e degli Utenti): «Le lampade a LED compromettono la vista degli adulti ma soprattutto quella dei bambini. Il sistema di illuminazione che fa uso dei diodi luminosi, LED appunto, potrebbe danneggiare in modo irreversibile la retina».

Rispetto alle normali lampadine, infatti, questo sistema luminoso è di 1000 volte superiore e la luce blu è di tipo direzionale, non diffusa, quindi più critica per la salute degli occhi.

Lo studio condotto dalla dott.ssa Sánchez-Ramos, pubblicato sul giornale “Photochemistry and Photobiology” ha riscontrato che «le radiazioni da LED possono causare danni significativi alle cellule dell’epitelio pigmentato retinico ottenute in vitro».

 

Danni permanenti alla retina causati dalla luce blu a LED

Uno studio francese[5] condotto da Arthur Krigel e pubblicato su Elzevier, ha invece dimostrato la fototossicità dei diodi emettitori di luce a dosi molto elevate, testando la tossicità dei LED allo stesso livello di luminosità che viene utilizzata quotidianamente in case o luoghi di lavoro.

In pratica, come sempre accade, le ricerche vengono effettuate e/o rese pubbliche a posteriori rispetto al lancio sul mercato di determinati prodotti, ovvero quando il danno risulta esser già stato causato e quando risulti difficile tornare indietro. In questo caso, la martellante campagna d’informazione sull’efficacia energetica dei corpi illuminanti a LED, accompagnata dagli incentivi (nei soli interessi dei produttori) alle pubbliche amministrazioni per passare al nuovo sistema d’illuminazione, ha creato un generalizzato consenso verso questo prodotto, facendolo diventare una vera e propria moda, molto prima che si conoscessero i danni che provocava.

Non si tratta, come qualche malpensante potrebbe accusare, di voler essere “complottisti”, bensì di voler far riflettere sul sistema che, negli interessi dell’industria, usi i cittadini come ignare cavie su cui testare determinati prodotti, facendo addirittura credere loro che gli si stia facendo un grande favore con gli incentivi e quant’altro.

Si rifletta infatti sul fatto che, restando nel campo dell’edilizia, molti anni fa accadde la stessa cosa con l’ETERNIT … perfino Le Corbusier, nei suoi scritti, esortò all’uso dei pannelli di cemento-asbesto perché leggeri, maneggevoli e veloci da assemblare … solo a distanza di anni i comuni mortali vennero a sapere che l’amianto causasse l’asbestosi e andasse obbligatoriamente rimosso (a proprie spese) dagli edifici.

Ma la legge del consumismo è anche questa, così tra qualche anno, dopo che produttori e installatori degli impianti a LED si saranno abbondantemente arricchiti, come è accaduto per l’amianto, per le amalgame a base di mercurio per le otturazioni dentali e per tanti altri prodotti nocivi, qualcuno ci farà sapere che tutti gli impianti a LED dovranno essere rimossi per proteggere la nostra salute … e tutti si rallegreranno di arricchire (a proprie spese) coloro i quali provvederanno a “salvarli” rimuovendo i vecchi LED, rimpiazzandoli nuovi impianti più “sicuri e salutari”.

Concludo quindi ricordando a chi voglia far credere che la sicurezza nelle strade si porti con gli impianti a LED e/o con le armi che, come ricordava sin dal 1961 Jane Jacobs[6], la stessa possa portarsi rendendole semplicemente “più vissute”.

Infatti, finché si promuoverà la realizzazione di ipermercati che ammazzano il piccolo commercio, finché si promuoverà la produzione industriale a discapito delle botteghe artigiane, finché si promuoverà la desertificazione dei centri storici a favore del turismo fuori controllo, le nostre strade andranno perdendo, specie nei periodi in cui risultino poco frequentate, quella “sorveglianza spontanea” garantita da negozianti, artigiani e pedoni che animavano le animavano; a quel punto, non vi sarà alcun LED luminoso in grado di proteggere chi si muova nel deserto … la buona pianificazione urbanistica necessita di una visione a 360° di tutte le problematiche e di tutte le conseguenze che un intervento affrontato in maniera semplicistica possa generare!

 

[1] http://www.affaritaliani.it/roma/luci-al-led-inutili-dannose-per-la-salute-italia-nostra-guida-la-rivolta-490085.html

[2] https://www.dionidream.com/i-led-danneggiano-la-retina-studi-scientifici-dimostrano/

[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/labs/articles/27751961/

[4] https://www.tecnoandroid.it/2017/01/09/ecco-perche-le-lampadine-al-led-fanno-male-agli-occhi-212767

[5] https://ilsalvagente.it/2017/01/10/le-luci-a-led-sono-dannose-agli-occhi-lo-studio-francese-che-preoccupa/

[6] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/08/17/leggere-la-citta-attuale-per-disegnare-quella-futura-sequenze-urbane-di-roma-2/

7 pensieri su “Le luci a LED in città sono dannose … non solo per i monumenti

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  2. Sono perfettamente d^accordo, fra l^altro i led abbagliano e sono una luce innaturale, molto più stressante per gli occhi, confermata da vari oculisti che ho interpellato.

  3. Ritengo che gli “effetti” che si leggono negli esempi esposti sono il risultato di una mancata seria progettazione del “nuovo” impianto di illuminazione, che spesso si riduce ad una semplice sostituzione dei punti illuminanti.

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