Dopo “La Mandrakata”, “Febbre da Cavallo”, “Le Mani sulla Città”, “Il Marchese del Grillo” e “Amici Miei”[1], negli ultimi giorni sembra che, alla lunga serie di film cui sembra ispirarsi la vicenda dello stadio “della” AS Roma Calcio a Tor di Valle, sia venuto prepotentemente ad aggiungersi “Io, Me & Irene”!
Lo strano doppio ruolo di vittima e carnefice messo in atto dalla giunta Capitolina sembra infatti ispirarsi alla vicenda narrata nel film del 2000 “Me, Myself & Irene” dove, un esilarante Jim Carrey impersonava il dramma bipolare del poliziotto Charlie Baileygates. Questo poveretto infatti, a seguito di un’infanzia difficile e al suo essere costantemente maltrattato, aveva sviluppato un atteggiamento blasé che gli faceva incassare e reprimere le emozioni negative in maniera apatica. Questo suo conflitto interiore un bel giorno sfociava in un pericoloso sdoppiamento di personalità, generando un alter ego Charlie: Frank Evans! Un esilarante schizofrenico autolesionista. I medici, per tenere a bada questa schizofrenia prescrivevano a Charlie/Frank delle pillole da assumere ogni 6 ore … tuttavia, durante un viaggio con Irene, Charlie perde la boccetta facendo sì che il folle Frank prenda il sopravvento sul povero Charlie.
Charlie, sopraffatto da “Frankie”, manifesta, in maniera esilarante, una forma di autolesionismo che lo porta a picchiarsi a sangue pur di liberarsi del demone interno … ecc. ecc.
Giorni fa, leggendo la notizia dell’avvio del processo all’avvocato Lanzalone, quando ho appreso che il Comune è stato ammesso come parte civile[2] mi è venuto in mente proprio il film di Jim Carrey. Ho immaginato che Charlie/Frankie fosse Daniele Frongia (il buono che aveva denunciato le irregolarità dello stadio prima di venire eletto) e la Sindaca Virginia Raggi nelle vesti di Irene. Così ho sognato Daniele Frongia sui banchi del tribunale che si stringeva le mani intorno al collo tentando di soffocarsi, per poi prendere la testa con una mano facendola sbattere ripetutamente sul tavolo, per poi schiacciarla con l’enorme plico di Tor di Valle tenuto nell’altra mano! Al mio risveglio improvviso non ho avuto modo di sapere se, alla fine, Charlie/Daniele e Irene/Virginia riuscissero a sconfiggere Frankie!
A dar supporto a questa mio incubo comico ho ricevuto da FederSupporter la preziosissima riflessione dell’avvocato Massimo Rossetti che merita di essere divulgata ampiamente.
Buona lettura
Tor di Valle: iniziato il Processo all’Avv. Luca Lanzalone. Comune di Roma “Double face”?
(Avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area Giuridico-Legale)
Come preannunciato, si è iniziato oggi il processo all’Avv. Luca Lanzalone, imputato del reato di corruzione nell’ambito del procedimento amministrativo concernente il Progetto Tor di Valle.
Notizie di stampa riferiscono che il Comune di Roma si è costituito parte civile nel processo.
Costituzione che presuppone che lo stesso Comune si ritiene danneggiato sul presupposto della reità del suddetto Avv. Lanzalone.
Laddove viene immediatamente da chiedersi come sia compatibile e coerente che, mentre, da un lato, il Comune di Roma sia convinto della colpevolezza dell’Avv. Lanzalone, tanto è vero che si costituisce parte civile nel processo a suo carico, dall’altro, ritiene, come ha ritenuto sinora, del tutto legittimi i provvedimenti e gli atti relativi al procedimento amministrativo di cui trattasi.
Un Comune che, dunque, sembra voler giocare due parti in commedia.
L’art. 318 CP, come novellato dalla Legge 6 novembre 2012, n. 190, prevede che compie il reato di corruzione il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa. La pena è quella della reclusione da uno a sei anni.
Pertanto, non vi è più nessuna sostanziale differenza tra il reato di corruzione propria ex art. 319 CP, facente riferimento ad un singolo atto contrario ai doveri d’ufficio, e l’art. 318 CP che sanziona la messa a disposizione del proprio ufficio.
Più precisamente, la riforma del 2012 ha spostato l’accento dal compimento di singoli atti all’esercizio delle funzioni o dei poteri del pubblico ufficiale, permettendo così di perseguire l’asservimento della pubblica funzione agli interessi privati.
Asservimento che, nella fattispecie, è proprio quello di cui viene imputato l’Avv. Lanzalone, relativamente al procedimento amministrativo concernente il Progetto Tor di Valle.
Peraltro, la giurisprudenza della Cassazione (vedasi, in particolare, Cassazione, VI Sezione penale, sentenza n. 9079 del 25 febbraio 2013) ha sancito che, anche in ipotesi di esercizio di attività discrezionale da parte della Pubblica Amministrazione, sussiste il reato corruttivo allorché si tratti di condotte contrarie ai doveri d’ufficio.
Contrarietà che rende, quindi, illegittimo l’atto, quando esso sia assunto in violazione del dovere di imparzialità ex art. 97 Costituzione: dovere che è “ idoneo parametro normativo di valutazione della legittimità dell’attività amministrativa” (Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza n. 2070 del 1 aprile 2009), fermo restando che “ l’interesse pubblico che legittima e giustifica la rimozione di effetti di un atto illegittimo deve consistere nell’esigenza che quest’ultimo cessi di produrre i suoi effetti siccome confliggenti, in concreto, con la protezione attuale di valori pubblici specifici“ (Consiglio di Stato, Sezione III, sentenza n. 341 del 27 gennaio 2017).
Avv. Massimo Rossetti.
[1] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/02/22/dalla-relazione-del-polito-ad-amici-miei-il-passo-e-breve-basta-demolire-la-magliana/
[2] https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_marzo_05/stadio-roma-via-processo-comune-ammesso-come-parte-civile-68027f6e-3f2d-11e9-9358-da33396dc219.shtml
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/02/roma-dal-controllore-in-comune-al-ruolo-di-lanzalone-i-tasselli-che-uniscono-le-inchieste-sui-conti-ama-e-sullaffare-dello-stadio-e-i-progetti-di-acea-sui-rifiuti/5007548/?fbclid=IwAR37a9oCRgWtX2OdrInaibOyYFfMshB2Ww–L0YVa4lFwj73bPor4_4YYJY
Mauro Lonardo, presidente del collegio sindacale della municipalizzata AMA, con i suoi pareri ha consentito al Campidoglio di cacciare il cda sgradito. Ilfatto.it ha scoperto che ricopre lo stesso ruolo nella società che deve costruire lo stadio sui terreni acquistati da Parnasi: è stato nominato quando “Mr Wolf” Lanzalone era al clou della sua influenza.