Nel 2015 era circolata la notizia che fosse in corso di studio un folle progetto di abbattimento dei suoi antichi ponti per prevenire i problemi di esondazione del torrente Carrione[1].
Si sperava che, dopo 4 anni di inerzia, questa follia fosse stata abbandonata e invece, lo scorso mese, l’amministrazione carrarese ha pensato nuovamente di sfoderare questa ignobile “Spada di Damocle” incombente sulla città del marmo!
Poche ore dopo che era circolata la notizia mi è infatti giunta una richiesta di aiuto da degli amici carraresi e spezzini che chiedevano di poter denunciare, anche tramite il mio blog, questa follia, cosa che ho promesso di fare appena fossi rientrato a Roma dal mio viaggio di lavoro rimettendomi in pari con gli impegni già presi … sicché eccomi qui, davanti alla tastiera del PC, sconvolto al solo pensiero che l’immagine e la storia millenaria di una città possano venir spazzati via dall’arroganza e dall’ignoranza di chi risulti così miope da non riuscir a guardare al di là del proprio naso oppure, peggio, da chi riesca a mettere sul piatto della bilancia ben altri interessi che non quelli della collettività e dell’identità di una città!
Mentre ero in viaggio mi sono però documentato sulla vicenda e sulla storia di questo progetto, venendo a conoscenza delle sconcertanti giustificazioni/mistificazioni di questo scempio! Un vero attentato alla cultura ed alla storia di Carrara!
L’antefatto
Come si è detto, nel 2015, il sindaco carrarese, Angelo Zubbiani, annunciò di voler procedere all’abbattimento di tutti i ponti cittadini sulla base di un costosissimo, quanto discutibile progetto, elaborato dal professor Giovanni Seminara dell’Università di Genova, e costato alla Regione Toscana € 91.463,40!
Il progetto, il cui link risulta essere stato rimosso dalla rete,riteneva che il modo migliore per scongiurare il rischio delle alluvioni in città fosse quello di “eliminare tutti i ponti e le passerelle che attraversano il torrente Carrione nel centro storico di Carrara” … un po’ come, dopo il 1870, si decise di prendere in considerazione il progetto più inutile e devastante per proteggere la città di Roma dalle alluvioni del Tevere[2] che, però, garantiva ai banchieri, porporati e nobili savoiardi enormi profitti derivanti dalla gigantesca speculazione edilizia sulle aree destinate allo spostamento coatto degli sfollati degli sventramenti e ai nuovi inurbati!
Secondo il luminare genovese e l’amministrazione carrarese dunque, il Ponte della Bugia, il Ponte delle Lacrime e il Ponte Baroncino sarebbero destinati all’abbattimento, insieme perfino al Ponte di Groppoli – che alcuni vorrebbero ritengono romano, sebbene possa ritenersi più verosimilmente medievale – il Ponte di San Martino e in generale tutti i passaggi che, in centro città, scavalcano il Carrione.
La cosa che più sconvolge di questo piano e della cecità degli amministratori locali è che, in realtà, molto prima che il “piano Seminara” venisse elaborato, esisteva un’indagine che, nella stessa estate del 2015, aveva portato il Procuratore capo di Massa e Carrara, dr. Aldo Giubilaro, ad aprire un fascicolo per frana colposa e inondazione a carico di quattro imprenditori del marmo, accusati “di non aver smaltito, per anni, forse anche decenni, i detriti provenienti dall’escavazione che, accumulandosi nei piazzali delle cave, sulle Alpi Apuane, finiscono nei corsi d’acqua ostruendone il normale corso, oppure alzandone il livello[3]!!”
Molto prima infatti, nel 2007, uno studio condotto dall’Università di Siena aveva evidenziato come «possano essere sufficienti 60 mm di pioggia in 5 ore, con intensità di soli 14 mm in un’ora” per innescare, sui ravaneti (i declivi dove si accumulano i residui della lavorazione), i movimenti delle cosiddette ‘debris flow’, le colate di detriti. Stessi problemi anche per lo smaltimento della ‘marmettola’, la polvere di scarto della lavorazione del marmo, che quando si deposita sul fondo dei corsi d’acqua ne distrugge gli ecosistemi. Il risultato è che fiumi e torrenti di Carrara e dintorni sono fortemente inquinati, e il loro livello si è innalzato nel corso degli anni».
Inoltre, ancora prima, il geologo Mauro Chessa ed altri esperti con lui, avevano puntato il dito contro i detriti dell’escavazione, infatti una serie di indagini simili erano state eseguite a seguito della disastrosa alluvione del 2003 ma, udite udite: «i ventidue imputati non avrebbero subito alcuna condanna perché nel 2011 il reato di omicidio colposo e inondazione, di cui erano accusati, cadde in prescrizione!!!!!».
I dubbi di ieri e di oggi
Nonostante tutto, come si è detto, lo scorso 21 marzo 2019 l’ipotesi di abbattimento è tornata in auge[4] … mettendo spalle al muro l’attuale giunta pentastellata e dimostrando che, in questo Paese, possono cambiare i sindaci, possono cambiare le amministrazioni ma, evidentemente, non cambiano coloro i quali manovrano nell’ombra le proprie scelte! … Ad onor del vero, occorre chiarire che, alla Regione Toscana, l’amministrazione di “centro-sinistra” è rimasta la stessa!
Alla luce di quanto esposto, appare difficile comprendere come possa essere possibile che il sindaco carrarese del 2015, Angelo Zubbiani del centrosinistra, e il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (PD), possano aver ignorato le indagini a gli studi precedenti ed abbiano dato credito alla proposta, assurda, che prevede l’abbattimento dei ponti!
Ancora più difficile è comprendere come possa essere possibile che uno stimato luminare, incaricato dalla Regione Toscana per l’elaborazione di un piano del genere, possa aver ignorato la storia pregressa e gli studi di cui sopra, addivenendo alle conclusioni devastanti che, come unico risultato positivo, consentirebbero a chi infranga le norme per l’attività estrattiva delle cave di marmo di poter continuare imperterrito nel suo comportamento, degno della famosa frase del Marchese del Grillo!
Leggendo l’articolo del 2015 linkato in precedenza, emergono una serie di dubbi posti dai consiglieri comunali e dalle associazioni ambientaliste, già 4 anni fa, sulla legittimità dello studio del prof. Seminara, a partire dall’incarico per arrivare alle soluzioni proposte, eppure alla Regione, facendo pressing sulla nuova giunta, sembrano comunque interessati a proseguire per questa – disastrosa – strada!
Mi auguro sinceramente che la giunta pentastellata carrarese non cada nello stesso tranello teso dalla giunta regionale del Lazio (dello stesso colore di quella toscana) che ha fatto in modo che la giunta capitolina venisse esposta al pubblico ludibrio per la schifosa vicenda di Tor di Valle che, agli occhi di pennivendoli e popolo bue, sembra essere una vergogna tutta attribuibile al Campidoglio … chi vuol capire capisca!
Ebbene, per il momento, credendo di poter salvare capra e cavoli, in occasione della Conferenza dei Servizi convocata per discutere del progetto esecutivo di messa in sicurezza del Carrione, gli assessori Bruschi e Scaletti hanno suggerito di “non demolire, ma sopraelevare o spostare il Ponte di Groppoli” … una proposta abbastanza ridicola che suona come quella – folle e feticista[5] – concepita dall’architetto Desideri e dal Soprintendente Prosperetti di Roma, relativamente alla realizzazione, in altro luogo, di una campata delle tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle a memoria della struttura di Lafuente, sì da consentire l’immonda speculazione dello Stadio “della” AS Roma Calcio!
In questo caso, in maniera leggermente più avveduta di quella dei personaggi romani, ma sicuramente ai confini della realtà, i due assessori si sono premurati di dire che «all’amministrazione comunale serva un tempo ragionevole per valutare, nel rispetto delle norme sulla sicurezza idraulica, la possibilità di conservare il ponte di Groppoli nella sua integrità mediante sopraelevazione o traslazione in altro loco, da decidere».
Mentre il sindaco, prudentemente, ha affermato «Sono convinto che il percorso che stiamo tentando di aprire con la Regione vada nella giusta direzione perché tiene insieme la necessità di mettere in sicurezza il Carrione e quella di conservare la memoria del nostra città. È con questo spirito che parteciperò, sabato, alla manifestazione “I ponti del cuore” organizzata da alcune associazioni locali».
A questo punto, ferme restando le osservazioni fatte dai locali “Repubblicani” sull’assurdità di una conferenza dei servizi relativa ad una sola parte del progetto Seminara, che ignora eventuali criticità ben peggiori indicate dal progetto di Seminara, a mio avviso occorrerebbe aprire un più ampio dibattito che “non guardi al dito, ma alla luna”.
Sempre più spesso, infatti, nel nostro Paese, quando trattiamo di progettazione urbana, riqualificazione, rigenerazione, sostenibilità[6], ecc., i promotori, mascherandosi dietro paroline chiave come quelle elencate, tendono ad affrontare i problemi in maniera puntiforme e mai con una visione più ampia; di conseguenza, quasi sempre, ciò che viene realizzato risulta lontano anni luce dallo slogan iniziale.
Politici e archistars italiani sono bravissimi a promuovere viadotti spaziali per ricostruire tratti autostradali miseramente crollati, dimenticando che quel tratto spaziale si innesterà su due tronconi autostradali dimensionati sui flussi di traffico del 1964 e continuerà ad incombere sulla testa delle persone! Oppure sono bravissimi a spendere miliardi di euro per progettare un impossibile e mastodontico Ponte sullo Stretto, peraltro ben sapendo che l’autostrada e la ferrovia, a monte e a valle, risultino da terzo mondo!
Forse costoro dovrebbero provare semplicemente a chiedersi le ragioni per cui, ultimamente, il problema delle alluvioni sia diventato sempre più frequente ed incontrollabile!
A mio avviso gli italiani dovrebbero imparare a puntare il dito su chi si sia macchiato, negli anni, di costruzioni ed attività in luoghi non idonei che, con la loro presenza, arrecano pregiudizio al sistema idrogeologico … e non parlo solo di costruzioni abusive in luoghi idrogeologicamente delicati, ma anche e soprattutto di edificazioni legittime – magari in deroga come vorrebbero a Tor di Valle – in luoghi inedificabili, oppure dell’immane quantità di canali legittimamente e non “tombati” per ragioni meramente speculative!
Ma c’è di più, perché il problema di Carrara, oltre che alla situazione legata all’estrazione del marmo contenuta nello studio dell’università di Siena, probabilmente andrebbe visto anche nell’ottica delle stesse ragioni che hanno afflitto – e continuano ad affliggere – tantissimi corsi d’acqua italiani esondati negli ultimi anni, specie quelli di quella zona posta tra Toscana e Liguria.
Personalmente ritengo che, piuttosto che necessitare di reinventare la ruota e/o, in maniera semplicistica, partire di piccone e proporre la distruzione dei simboli della storia locale come nel caso in oggetto, tecnici ed amministratori italiani dovrebbero imparare a rileggere la storia per capire le ragioni per cui, in passato, il fenomeno delle alluvioni e impaludamenti possa aver afflitto determinate regioni … se non altro essi potrebbero comprendere cosa fare e cosa no, affinché la cosa non si ripeta!
Un esempio abbastanza immediato, specie per i toscani, potrebbe essere quello di mettere in relazione l’impaludamento della Valdichiana e la desertificazione delle campagne conseguente le mutate condizioni di sicurezza che generarono l’abbandono delle stesse!
Detto questo, probabilmente, dovremmo imparare a condannare i nostri ministri per le attività agricole e i nostri “rappresentanti” presso la Comunità Europea che, negli anni, hanno consentito la distruzione dell’agricoltura italiana, favorendo l’abbandono delle campagne e, conseguentemente, lasciando le stesse in balia degli eventi naturali!
Infatti, quando le campagne erano coltivate secondo i cicli naturali e non in maniera industriale, quando i contadini provvedevano alla manutenzione degli argini dei corsi d’acqua, alla rimozione delle sterpaglie, ramaglie e carcasse che intasavano i canali, ecc., l’acqua scorreva e, se mai esondava, tornava nel suo alveo senza causare morti e distruzioni e, soprattutto, senza richiedere l’abbattimento di ponti millenari!
Appare quindi abbastanza ipocrita che i paladini della “sicurezza idrogeologica” toscana che oggi vogliono distruggere la storia di Carrara facciano parte di quell’area politica che, negli ultimi anni, ha promosso la svendita del nostro territorio e patrimonio, consentendo altresì trivellazioni estremamente distruttive alla ricerca del petrolio, su terra e off-shore!
Costoro dovrebbero mettersi una mano sull’organo che ritengono essere sede della propria coscienza e provare a capire che le soluzioni non vanno ricercate nella distruzione di ciò che, in oltre mille anni di vita, non ha mai arrecato danno alla città, ma condannando – in maniera certa e non soggetta a sconti e/o prescrizioni – i reali responsabili della distruzione progressiva del nostro Paese!
[1] https://www.finestresullarte.info/425n_carrara-abbattimento-ponti-antichi-centro-storico.php
[2] Cfr. Italo Insolera Roma, Laterza Edizioni, Bari 1980
[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/03/alluvione-carrara-detriti-cave-nei-corsi-dacqua-indagate-imprese-del-marmo/1841217/
[4] http://www.voceapuana.com/carrara/attualita/-il-ponte-di-groppoli-si-sopraelevi-o-si-sposti-ma-no-alla-demolizione-17384.aspx
[5] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/12/12/equilibrismi-e-feticci-della-roma-di-oggi/
[6] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/02/17/i-professionisti-dellipocrisia-rigenerazione-riqualificazione-sostenibilita-unimmensa-presa-per-i-fondelli-negli-interessi-della-speculazione/
Penso che sia una falsa notizia! Solo dei cretini potrebbero prendersela con dei ponti che a differenza del Morandi hanno attraversato secoli. Poi per fortuna esiste la soprintendenza, adeguatamente stipendiata, che ha titolo per intervenire sulla manutenzione e il rispetto di questo tipo di manufatti storici con decisioni ponderate, che certo, non possono essere prese da perfetti incompetenti! E’ una fake news!!! Chiedo conferma per pietà!
Cara Elisabetta, purtroppo è tutto verissimo!
Ho linkato due articoli uno del 2015 e uno del 2019 che ne parlano approfonditamente, lì ci sono anche i vari riferimenti alle indagini e studi svolti.
Ho raccolto il grido di aiuto di molti amici di quelle parti che chiedono di far circolare questa denuncia per evitare questo scempio!
Ciao
Ci sarebbe da aggiungere, caro Ettore, che anche il discorso sulle Soprintendenze meriterebbe delle precisazioni, viste le condizioni in cui quelle versano dopo le cure degli ultimi 6 o 7 governi ! Iniziò Rutelli mi pare, poi Urbani ecc…ecc…
…perché visto che l’interesse privato si è mangiato quello pubblico, da cui la “crisi della democrazia “ , stupirebbe che qualcuno da quelle parti osasse mettere bocca ! O no ?