C’è da restare sconcertati leggendo delle politiche recentemente messe in atto dalla giunta veneziana; delle vere e proprie scelte misantrope che non credo possano ritrovarsi in nessun luogo del mondo civile. Questa giunta, a cui sembrerebbe andar bene il passaggio delle grandi navi e la Disneyficazione della città, nella sua opera di prostrazione nei confronti del turismo becero che necessita dell’allontanamento dei residenti, ha pensato bene di vietare il gioco dei bambini nei campi[1]!!!
A quanto pare infatti – come denunciato da Enzo Bon in un toccante articolo pubblicato il 4 luglio su Ytali[2] – l’attuale giunta ha deciso di rendere off-limits per i bambini i campi veneziani, luoghi da sempre i grado di soddisfare le esigenze di svago di tutte le generazioni.
In poche settimane, sono già due le tragedie sfiorate nei pressi di San Marco … ma, a sentir parlare il sindaco Brugnaro, il problema di Venezia non sono le grandi navi, né la Disneyficazione della città, bensì la presenza dei bambini che, evidentemente, con i loro odiosi giochi, disturbano la gente … in questi giorni, infatti, il Primo Cittadino ha preferito redarguire il Ministro Toninelli riguardo al divieto di accesso alle grandi navi, piuttosto che sostenerlo: «non comanda lui! […] alcune grandi navi potrebbero passare per il Canale dei Petroli per dirigersi a Marghera, mentre le altre potrebbero continuare (a sguazzare pericolosamente) per Venezia scavando il canale Vittorio Emanuele[3]».
Nel citato articolo di Eugenia Fortuni[4], l’autrice denuncia: «Ci rendiamo conto che svuotare Venezia delle sue tipicità, permette che venga riempita di negozi omologanti e catene internazionali, bar che vendono surgelati, e che questo la renderà banale e uguale a tanti altri posti? E ci rendiamo conto che una volta persa la sua unicità, Venezia non sarà più così preziosa e si corre il rischio di una trasformazione irreparabile del centro storico? E quanto tempo passerà prima che sia possibile costruire in centro storico un bel albergo grigio e quadrato di otto piani, come quelli che sono costruiti a Mestre? Forse sarà un privilegio riservato a quei bambini che oggi non possono più giocare in campi e piazze».
Se queste cose non fossero documentate dai media e dai network sarebbe da non crederci!
Come può una giunta che amministra la città più bella e particolare del mondo essere così fuori dalla realtà? Come è possibile non rendersi conto, specie in un periodo in cui i ragazzini risultano sempre più inebetiti dal mondo virtuale, dell’importanza di dover tutelare la loro vita sociale?
È davvero inimmaginabile che questa giunta di centrodestra possa aver concepito delle regole che, impedendo la vita sociale dei giochi di strada (Venezia ha ancora questa fortuna mancante alle città vittime del traffico automobilistico), porteranno i giovani ad isolarsi davanti ad un videogioco, magari fino a sviluppare la Sindrome di Hikikomori[5]!!
Questa non è politica, è mancanza di responsabilità! Chi pagherà il danno sociale?
Per comprendere quanto errata possa essere questa politica, penso che i signori che governano la Serenissima, per aprire le proprie vedute ed essere più orgogliosi della propria città, potrebbero trarre grande vantaggio leggendo i libri di sociologia urbana di Henry e Suzanne Lennard[6] dedicati ai campi veneziani, la cui vita sociale, prima dell’architettura, viene ritenuta un modello universale cui ispirarsi per migliorare le città di tutto il mondo!
I due illustri sociologi urbani, nella loro opera dedicata a capire come migliorare le città (soprattutto americane), partendo da un’analisi sociologica da osservatori partecipanti a Campo Santa Margherita, Campo San Polo e le altre zone dove era ancora possibile analizzare la “vera Venezia”, spiegavano come il modello “multifunzione per tutte le età” del campo veneziano risulti il miglior modello sociale al mondo!
Il sindaco Brugnaro è quindi caldamente invitato a studiare quei libri sì da comprendere, se davvero ama la città che amministra, cosa fare per proteggerla e con chi prendersela per ciò che non funzioni!
Giusto per dare una piccolissima anticipazione di ciò che potrebbe trovar scritto in quei libri, riporto di seguito una mia traduzione di alcuni passaggi del libriccino “The Venetian Campo[7]” che, come dice la Crowhurst-Lennard, «descrive la splendida collaborazione, tra architettura, pianificazione, design urbano e natura, che ha generato un ambiente ideale per la vita sociale e la comunità […] un meraviglioso ambiente che oggi, purtroppo, va erodendosi!».
Tra i vari appelli contenuti nel libro è possibile leggere:
«Prima che il turismo di massa trasformi Venezia in un museo morto, faremmo bene a studiare il genio del campo veneziano. Non solo i veneziani, ma il mondo intero ha bisogno del campo veneziano e della vita sociale che sostiene, per sopravvivere e prosperare.
Il campo veneziano è il cuore di un quartiere. […] Un campo riunisce le persone, di ogni età e background sociale, che vivono e lavorano nel quartiere. È la piazza del villaggio, dove gli anziani si siedono e chiacchierano, dove incontri casuali portano a relazioni d’affari, dove gli adolescenti flirtano e giocano i bambini, dove si svolgono mercati e mercati del pesce e festival all’aperto e festival comunitari.
La vita sociale del campo potrebbe essere più complessa e più soddisfacente per una gamma più ampia di abitanti rispetto a qualsiasi altra piazza urbana del mondo»[8].
Quaranta anni fa, quando Henry e Suzanne Lennard iniziarono i loro studi, la maggior parte dei campi non risultava ancora sacrificata all’industria turistica, all’epoca prevalentemente concentrata su Piazza San Marco e Rialto … mentre oggi (2012), sottolinea l’autrice:
«Purtroppo, il turismo di massa ha inondato l’intera città, costringendo i veneziani ad abbandonare le proprie case, lasciando così proliferare hotel e “seconde case” appartenenti a milionari stranieri affamati della propria fetta di Venezia, decisamente più vivibile della propria città d’origine.
Tutto questo fa sì che, la vita sociale del campo veneziano risulti in rapido declino».
Ma, riguardo al modello sociale del “campo veneziano”, la Lennard ha sottolineato un altro punto:
«Mentre le organizzazioni internazionali si impegnavano a preservare i tesori architettonici e artistici di Venezia, esse trascuravano quello che potrebbe essere il più grande tesoro di Venezia: la relazione simbiotica tra un complesso, multi-funzionale e splendido ambiente costruito a scala umana e la qualità della comunità, della socialità e del capitale sociale che questo ambiente favorisce. Questo è ciò che deve essere sostenuto. E questo è ciò da cui tutti dobbiamo imparare, prima che sia troppo tardi».
Ebbene, ripensando alla misura “pedofoba” che vorrebbe allontanare i ragazzini dai campi veneziani, forse è utile rammentare come, nel 1920, in una Capitale il cui sviluppo urbano andava di pari passo con tutte le problematiche sociali legate ai flussi migratori, tra le varie puntualizzazioni sul corretto modo di approcciare l’urbanistica indicate dall’Ufficio Municipale del Lavoro di Roma, si poteva leggere «[…] se può facilitare la fusione tra le classi, la società le sarà debitrice della risoluzione di un compito importante»[9] … oggi, pensando alle problematiche legate alla dipendenza dei giovani dalla realtà virtuale potremmo parafrasare quella massima e dire «[…] se l’urbanistica può facilitare la socializzazione e le attività ludiche dei giovani, la società le sarà debitrice della risoluzione di un compito importante»
Sindaco
Brugnaro, ci rifletta bene, perché se viene meno la vita sociale dei giovani
crolla tutto!
[1] https://www.verdiveneto.org/2019/07/05/vietato-giocare-a-venezia-il-sindaco-se-la-prende-con-i-bambini/
[2] https://ytali.com/2019/07/04/vietano-i-giochi-dei-bambini-e-cancellano-la-memoria-della-nostra-infanzia/
[3] https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2019/07/ven-Grandi-navi-Venezia-Costa-Deliziosa-il-sindaco-Brugnaro-accusa-il-ministro-Toninelli-Non-decide-71d895d1-8ceb-4e8c-a74e-2ab9fdd19da2.html
[4] Coordinamento dei Verdi di Venezia
[5] https://www.okmedicina.it/index.php?option=com_community&view=groups&task=viewbulletin&groupid=45&bulletinid=6993
[6] Genius of the European Square – Suzanne H. Crowhurst Lennard and Henry L. Lennard, 2008;
Livable Cities Observed – Suzanne H. Crowhurst Lennard and Henry L. Lennard, 1995;
Making Cities Livable – Suzanne H. Crowhurst Lennard and Henry L. Lennard, 1997;
The Forgotten Child – Suzanne H. Crowhurst Lennard and Henry L. Lennard, A Gondolier Press Book;
The Wisdom of Cities – Suzanne H. Crowhurst Lennard and Henry L. Lennard, International Making Cities Livable Publications;
[7] https://www.livablecities.org/books/venetian-campo
[8] https://www.livablecities.org/blog/venetian-campo-ideal-setting-social-life-and-community
[9] Ufficio Municipale del Lavoro di Roma, il problema Edilizio, Ed. Centenari, Roma 1920
2 pensieri su “Venezia – Canali aperti e Campi chiusi”