In questi giorni (10-18 ottobre) si sta svolgendo a Roma la manifestazione organizzata dall’Ordine degli Architetti, Paesaggisti e Restauratori intitolata SPAM, acronimo di “Settimana del Progetto di Architettura nel Mondo”
Uno dei siti[1] che pubblicizza l’evento recita:
«SPAM è un festival promosso dall’Ordine degli Architetti di Roma con l’intento di far crescere una rinnovata cultura del progetto. Una manifestazione che vuole porre l’attenzione sui problemi e le tematiche che regolano le trasformazioni urbane, sociali ed economiche delle grandi metropoli contemporanee, con un focus specifico sulla capitale[2]».
Un altro invece, più in dettaglio, spiega:
«SPAM nasce con l’intento di riaccendere un faro su Roma, come riferimento per lo sviluppo del pensiero architettonico e delle riflessioni sulla città e sul futuro possibile, attraverso un confronto tra alcuni dei più importanti protagonisti della scena culturale internazionale” […] A cosa è legato il futuro di una città vivibile? Salute, mobilità sostenibile, alimentazione e ciclo di produzione virtuoso. DreamCity, la città dei sogni, è quella che ancora non esiste ma che l’architetto prova a immaginare sulla base delle istanze di una società in continua trasformazione”. […] DREAMCITY è il titolo di questa prima edizione che porrà l’attenzione sulle tematiche che regolano le trasformazioni urbane, sociali ed economiche delle grandi metropoli contemporanee, con un focus specifico sulla Capitale. Cosa può fare Roma per riportare l’architettura al centro della sua agenda urbana? Come rimettere la Capitale al centro del dibattito? In che modo coinvolgere i cittadini sui temi della qualità urbana, della sostenibilità e dell’ambiente? Dal locale all’internazionale, DREAMCITY muove dall’intento di far crescere una rinnovata cultura del progetto, offrendo una panoramica della progettazione su scala internazionale a partire dalla contaminazione delle idee intorno al tema dell’architettura. Una rappresentazione corale nel segno dell’efficienza, la credibilità e la qualità. DREAMCITY non offre soluzioni, ma ricerca e interpreta la domanda attraverso sette giornate a tema (più due – la prima e l’ultima – che vedranno una serie di iniziative “fuori format”), articolate in un fitto programma dalla mattina fino alla tarda serata. […] Tra le attività concomitanti all’evento, si terranno una serie di lezioni destinate ai ragazzi di alcune classi delle scuole romane, al fine di avvicinarli al mondo dell’architettura e renderli consapevoli dell’importanza del loro ruolo attivo per il futuro della città».
Tutto questo, personalmente, mi lascia molto da pensare!
Per esempio, considerando che come keynote speaker è stato invitato Daniel Libeskind, nonché il fatto che l’obiettivo (dichiarato e che non ritengo reale) della manifestazione sia quello di “suggerire il futuro di Roma e avvicinare i ragazzi delle scuole romane al mondo dell’architettura e renderli consapevoli dell’importanza del loro ruolo attivo per il futuro della città”, mi viene da tremare!
Daniel Libeskind infatti, non è solo il progettista dei contestatissimi, ridicoli e immondi grattacieli del tentativo di speculazione più vergognoso del dopoguerra a Roma (Business Center con annesso stadio “per e non della” AS Roma a Tor di Valle) ma è anche quell’architetto i cui sogni divengono incubi per le città.
Libeskind è infatti quello dei due progetti (quasi un copia e incolla) che hanno violentato a morte il Museo di Storia Militare di Dresda e il Royal Ontario Museum di Toronto … insomma è uno di quei “modelli” che, mai e poi mai, bisognerebbe far passare per la mente dei futuri architetti come un esempio da seguire! …
Quando ho saputo di questa cosa, ho subito ironizzato sulla mia pagina FB scrivendo:
“SPAM … Mai nome fu più appropriato! … l’unico errore è che si parli di DREAM City invece di NIGHTMARE City! Infatti, riflettendoci su onestamente, il 99% dell’architettura (presunta) di oggi, se fosse un messaggio, andrebbe in SPAM”
Ma la situazione riguardante questa manifestazione (in realtà, lo vedremo, l’intero operato dell’attuale dell’Ordine degli Architetti) è ben più grave di quello che si possa denunciare con un post ironico del genere!
Cari colleghi, dovreste infatti rendervi conto che questa ignobile manifestazione è stata finanziata con la nostra quota di iscrizione! Quanto è costata questa farsa? Considerato il costo di manifestazioni simili, possiamo ritenere congruo un costo di 150.000 o 200.000 euro??? Bho! … la prima domanda è quindi: Perché? Perché dobbiamo pagare per questa robaccia che nulla porta di buono … tranne che la pubblicità personale per qualcuno e i crediti formativi per quelli che li vanno a sentire?
A tal proposito sorge spontanea una seconda domanda: C’è mica una correlazione tra la scadenza del triennio per la maturazione degli ignobili CFP[3] e la concessione di così tanti crediti formativi per i partecipanti alla SPAM? … Una vera e propria svendita di fine stagione!
E poi, se la formazione serve al miglioramento della preparazione dei professionisti, al fine di migliorare la città e il futuro della gente, siamo proprio sicuri che questo evento abbia raggiunto questo obiettivo? O ne ha ottenuto uno, diametralmente opposto, compromettendo definitivamente il cervello dei giovani professionisti i quali, assistendo all’immeritato tributo a Libeskind & co, si sono convinti che violentare le città e i loro monumenti sia cosa buona e giusta?
I miei dubbi sono sorti anche e soprattutto a seguito di un interessante post pubblicato sulla sua bacheca FB dalla bravissima “collega combattente” Eleonora Carrano il 13 ottobre scorso. La Carrano infatti, dopo aver ricevuto (dall’estero) una segnalazione relativa alla “sparizione” di un suo testo dall’elenco dei testi pubblicati sul sito dell’Ordine, ha fatto alcune verifiche ed ha postato la seguente domanda[4]:
«Ordine degli Architetti di Roma. Pensate, l’unico Ordine ad avere dal 2001 una casa editrice finanziata con le quote degli iscritti, soldi pubblici quindi.
Il nuovo consiglio dell’Ordine insediato (ottobre 2017), dopo aver aspramente criticato le passate gestioni, ha preservato la casa editrice fondata nel 2001 (e quasi tutto il resto, a dirla tutta), nell’interesse generale ovviamente. Salvo poi far sparire dal sito i libri e gli autori che avevano pubblicato con la stessa negli anni passati. Insomma l’Ordine del presidente Flavio Mangione ha segnato l’anno zero della casa editrice, dimenticandosi purtroppo, che non è di sua proprietà (né dei Consiglieri) e che deve agire nell’interesse generale dando ai suoi iscritti uguale visibilità e spazio per ogni iniziativa che intende intraprendere. Quindi, dicevamo, sono spariti dal sito tutti gli autori architetti che avevano precedentemente pubblicato all’anno zero, quello della “rinascita”, vale a dire il 2017. Con qualche eccezione però: il libro, “Giuseppe Terragni a Roma” a cura di Flavio Mangione, Luca Ribichini, Attilio Terragni, anno 2015, quello no, quello sul sito è visibile e lo potete acquistare. C’è da aggiungere altro?»
Personalmente non posso sapere come stiano realmente le cose, ragion per cui mi auguro che venga fatta, subito, chiarezza, anche perché quella casa editrice, da tutti noi sovvenzionata, oltre a pubblicare l’abominevole e faziosa rivista AR, ha recentemente pubblicato il mega volume dedicato agli archivi che, per esperienza nel settore delle pubblicazioni accademiche, potrebbe essere costato una cifra tra i 40.000 e i 60.000! Ebbene, considerati i nomi degli autori, viene da chiedersi infatti se possa esserci un uso illecito del denaro pubblico per la promozione personale di qualcuno … Se poi, tornando con la memoria alle elezioni del 2017 penso alle promesse dei candidati dell’attuale gestione, due dei quali volevano convincermi a votarli facendomi credere che la quota di iscrizione sarebbe stata ridotta cancellando la rivista e la casa editrice, allora la bile mi scoppia!
Le domande e i dubbi sulla utilità dell’Ordine e dei CFP abbondano, tuttavia credo che le poche che ho riportato nell’articolo possano aiutarci a riflettere sulla necessità di mettere fine a questa infelice istituzione, voluta nel 1926 dal governo fascista, la quale, oltre a non dare alcuna tutela alla categoria, pretende anche di imporre misure vessatorie, come i CFP, che non servono a nulla in termini di crescita professionale, ma solo a dar da campare a certi individui che, diversamente, non saprebbero di che vivere!
Se a questo aggiungiamo la pericolosità del lavaggio del cervello operato da chi, piuttosto che operare in maniera neutrale e nell’interesse della collettività, organizza manifestazioni e pubblicazioni ideologicamente improntate alla promozione di modelli deleteri, per i professionisti e, per le città, capiamo bene che questa pacchia deve finire … il nostro denaro non può e non deve finire in “SPAM”!
[1] https://www.lavoripubblici.it/news/2019/07/PROFESSIONE/22323/SPAM-DREAMCITY-Il-Festival-dell-architettura-della-Capitale
[3] Per un approfondimento sulla vessazione http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/08/07/sulla-persecuzione-dei-cfp-per-architetti-una-ulteriore-testimonianza/
[4] http://www.ar-edizioni.it/categoria-prodotto/architetti-roma-edizioni/?fbclid=IwAR25iq-qisvQ1wugNcGvUC2Et592I018YBd38_U1aR77ZO_CEgxjkPebono
La mia risposta e` scritta nel tuo testo:Libeskind, ma è anche quell’architetto i cui sogni divengono incubi per le città.
Tetto tutto.
Fotio
Povera Roma ridotta a sbavare sui Libeskind, Gehry e compagnia brutta, né più né meno che una qualunque cittaduzza del terzo Mondo……. Requiem per l’ex Caput Mundi.