Salvare il Caffè Greco si può … basta volerlo!

Nel lontano 1760 nasceva a Roma una delle più importanti e celebrate “istituzioni” della cultura romana, italiana e mondiale: il Caffè Greco in via dei Condotti.

Erano gli anni del Grand Tour, e tutti i grandi viaggiatori in transito per Roma vi facevano tappa, molti dei quali lasciando un ricordo del loro passaggio e facendo sì che, da allora, questa istituzione si sia andata arricchendo a tal punto da divenire un vero e proprio Museo, unico nel suo genere … oltre 300 opere sono esposte nelle sale di questo antico e “sacro tempio della cultura” che lo configura, a livello mondiale, come la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico.

Il Caffè Greco nel 1910 (Fonte “Roma Sparita.eu”)

Questo suo ruolo così speciale ha fatto sì che divenisse punto di ritrovo di intellettuali e, ormai da decenni, luogo di ritrovo, il primo mercoledì del mese, del Gruppo dei Romanisti, l’antico cenacolo di studiosi e accademici cultori in particolare della città di Roma.

Il Caffè Greco, tra le migliaia di personaggi che ne hanno fatto transito, ha ospitato pittori, poeti, musicisti, filosofi, scrittori, storici, storici dell’arte e perfino futuri papi, l’elenco è talmente grande che richiederebbe una pagina intera[1]. Oggi il Caffè Greco è riconosciuto dal MiBACT come “bene culturale di interesse particolarmente importante”, vincolato dal un Decreto Ministeriale del 1953 come “espressione di identità culturale collettiva” (art. 7bis del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) … eppure l’attuale proprietario, l’Ospedale Israelitico, dopo aver vergognosamente provato, invano, a far rimuovere dai giudici amministrativi il vincolo di tutela sul bene culturale, che a suo dire creava “l’inconveniente di una comunione forzosa tra l’immobile, i beni mobili e la licenza di esercizio”, ha intentato causa di sfratto per cessata locazione[2]!

Interno del Caffè Greco oggi

Nel 2011, il TAR ha dato ragione al Caffè Greco, ma questo non ha frenato i proprietari, devoti al “Dio Denaro” e totalmente disinteressati alla storia ed alla cultura, oltre che al rispetto delle leggi e decreti di Stato.

Come infatti ha denunciato Edmond Dantès nel suo articolo “ITALIA IN SVENDITA/ Dietro lo sfratto all’Antico Caffè Greco di Roma mire straniere”, pubblicato su “Il Sussidiario.net”: «l’Ospedale Israelitico, soccombente davanti al Tar, non s’è perso d’animo, e in barba al giudicato amministrativo, ha ritenuto di eliminare ugualmente “l’inconveniente” di quella “comunione forzosa“, cambiando semplicemente giudici, e intimando lo sfratto, senza coinvolgere il ministero dei Beni Culturali a norma di legge. L’esecuzione dello sfratto in base all’ordinanza di convalida era stata per la verità sospesa dai giudici della Corte d’Appello di Roma (un lampo di luce nell’oscurità), che avevano ripreso gli argomenti dei giudici amministrativi. Ma l’Ospedale Israelitico ha avviato una nuova esecuzione sulla base della sentenza di convalida dell’ordinanza di sfratto intervenuta in seguito, e la ruspa giudiziaria ha ripreso ottusamente la sua corsa verso uno sfratto che, in realtà, è lo sfratto di un bene culturale, di un’espressione di identità culturale collettiva, di valori che appartengono a tutti».

L’Ospedale Israelitico, del tutto disinteressato al mantenimento dell’attività e della licenza di esercizio, già in passato aveva espresso il suo desiderio di trasformare il Caffè Greco in un “centro di ritrovo culturale, aperto al pubblico, con degustazione di prodotti alimentari tipici preparati secondo le prescrizioni ebraiche“… in “alternativa”, l’Ospedale chiederebbe agli attuali titolari del Caffè Greco la modica cifra di € 180.000 mensili!

Appare chiaro che, grazie all’egoismo ed alle politiche analoghe alla ignobile “liberalizzazione degli affitti” messa in pratica dal governo fascista nel 1923 per facilitare gli sventramenti in centro storico[3], oggi l’Ospedale Israelitico intende fare lo stesso.

Del resto, ormai da decenni, grazie alla corruzione ed all’ignoranza, il centro storico di Roma – come quello di tante altre città italiane – sta assistendo alla sua Dysneificazione, con la sparizione dei residenti (a Venezia gran parte del centro è ormai disabitata e infestata da cineserie immonde) e la sparizione delle attività artigianali e dei negozi di quartiere, per lasciar spazio a B&B, Case Vacanza ed ignorantissimi negozi per turisti, oltre che a catene che vendono vestiti dozzinali fatti realizzare ai nuovi schiavi. A fianco di questo abominio del prêt-à-porter globalizzato i centri storici sono sempre più affollati di immondi fast food che appestano l’aria con i loro prodotti vomeabondi e tossici … viva la civiltà evoluta dell’era neo-liberista!

Non è certo quello che si può consentire in un tempio della cultura quale è il Caffè Greco, non è certo quello che si può consentire, nella strada più celebrata di Roma, in spregio dei vincoli del MiBACT.

Il Ministro Franceschini, che tante volte in passato ho criticato per le sue politiche di “svendita” intervenga e, almeno per una volta, dimostri di meritare l’incarico che riveste, bloccando questa vergogna, anche a patto di esercitare il diritto di prelazione sull’immobile, acquisendone la proprietà!

Del resto il Ministro dei BB.CC. ed i nostri politici, svenditori e privatizzatori, dovrebbero iniziare a considerare la possibilità che, se i privati hanno interesse a svolgere delle attività sul nostro suolo, probabilmente un guadagno c’è … nessuno – tranne quelli che fanno riciclaggio di denaro sporco – investe del denaro per perderci sicché, se lo Stato entrasse a far parte del business, qui e altrove, le casse pubbliche ne gioverebbero.

Signor Ministro, ne ho parlato più volte nei miei libri ed articoli … e non solo io, sicché lei dovrebbe sapere che esistono dei precedenti importanti, risalenti all’epoca della bancarotta delle casse del Campidoglio, che dimostrano come si possa rimettere in piedi la baracca entrando nel business!

Come ebbi modo di scrivere ne “La Città Sostenibile è Possibile[4]”, gli unici tentativi per migliorare qualcosa nella Roma dell’ultimo scorcio del XIX secolo furono quelli del sindaco Luigi Pianciani[5], il quale tentò di rendere il Comune un soggetto attivo con spirito imprenditoriale poiché, come ebbe a scrivere Italo Insolera, «in una città che ha l’edilizia come sua unica attività industriale, il deficit dell’amministrazione, già allora cospicuo, può essere sanato proprio con una diretta partecipazione in tale ramo di investimenti»[6].

… Facciamo quindi questo sforzo e salviamo il Caffè Greco!


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Caff%C3%A8_Greco

[2] https://www.ilsussidiario.net/news/italia-in-svendita-dietro-lo-sfratto-allantico-caffe-greco-di-roma-mire-straniere/1936536/

[3] Regio Decreto Legge 7 gennaio 1923, n°8.

[4]La Città Sostenibile è Possibile – The Sustainable City is Possible”, (prefazione Paolo Marconi), Gangemi Roma 2010;

[5] Dopo 6 facenti funzioni, Pianciani fu il primo Sindaco di Roma liberata e annessa al Regno d’Italia, dal novembre 1872 al luglio 1874. A lui l’ing. Alessandro Viviani consegnò il primo Piano Regolatore per Roma datato 1873.

[6] Italo Insolera, op. cit., pag. 32.

2 pensieri su “Salvare il Caffè Greco si può … basta volerlo!

  1. Se parlo io dicono che sono… “antisemita”. Ebbene… sono i fatti che qui parlano… In tutta Italia la comunità ebraica non conta più di 30 mila persone, mentre a Roma si tratta di alcune migliaia, mentre ad esempio i calabresi sono stimati in 600 mila unità umane… Ebbene, è impressionante la capacità di influenza di una simile comunità, intendo quella “ebraica”, il cui potere – dice l’ex ebreo Gilad Atzmon – consiste nel fatto che di esso non se ne possa e debba parlare… Ma qui sono i fatti che parlano!

  2. Complimenti per il termine Disneyzzazione, quanto mai azzeccato a definire questo paese ormai avvezzoa importare e digerire le più stupide coglionate in arrivo dall’altra patre dell’Atlantico: basta osservare, in questi giorni, il dilagare, nelle strade e nelle vetrine, delle porcherie ispirate dalla “festa” di Halloween…….
    Povero Caffé Greco, e povera Roma.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *