All’indomani della catastrofe nucleare di Fukushima, pubblicai un articolo dove riflettevo sull’assurdo modo di costruire in maniera consumista – spacciandolo anche come “sostenibile” – piuttosto che “costruire con parsimonia”[1]. Quell’articolo, con mia sorpresa, venne ripubblicato, ergo condiviso con interesse, da molte importanti testate on-line.
Da quella catastrofe sono trascorsi quasi 10 anni, eppure gli esseri umani non hanno compreso, né intendono farlo, che determinati modi di costruire risultino deleteri per loro stessi, oltre che per il pianeta più in generale!
Pochi mesi dopo quella tragedia, infatti, nonostante in molti avessimo spiegato le ragioni per cui determinate tipologie edilizie risultassero follemente dannose e insostenibili, il sindaco di Roma si lasciò convincere – dagli speculatori e dai loro blasonati teorici dell’università e dello star-system dell’architettura – a creare una “Commissione Grattacieli per Roma[2]”!
Per scongiurare quella follia, il 13 aprile 2012, l’Unione Cattolica Italiana Tecnici, Italia Nostra (Sezione romana) e l’ARPE – Associazione Romana Proprietà Edilizia (Federproprietà), organizzarono la conferenza “Grattacieli a Roma? Una disciplina per le altezze degli edifici”.
Nel mio intervento spiegai le ragioni dell’insostenibilità di quella assurda tipologia, elencando altresì, con immagini e dati reali, una serie di fallimenti clamorosi di grattacieli in giro per il mondo.
Al termine del mio intervento l’oratore successivo, autore dell’Eurosky Tower, piuttosto che controbattere con dati tecnici ed economici a quanto avevo mostrato, pensò bene di definirmi “un menagramo, un uccello del malaugurio”!
E già, perché questo è quello che accade agli architetti ideologicamente compromessi. A loro risulta più semplice metterla sul personale, piuttosto che ammettere i propri errori. L’orgoglio, l’arroganza, la certezza di essere – per ragioni ideologiche – nel giusto, fa sì che molti architetti preferiscano vivere nel “mito della caverna” di Platone, piuttosto che accogliere i suggerimenti di chi voglia aprir loro gli occhi.
Ovviamente, come ho più volte scritto e detto, il problema non è solo quello dei grattacieli, ma anche dei centri commerciali[3] e di tutte quelle megastrutture kitsch, figlie del mondo consumista e individualista che abbiamo creato.
Occorre infatti comprendere quanto sbagliato possa risultare la scelta di vivere isolati all’interno di “villettopoli”, per poi andare a cercare – spostandosi in auto – luoghi per la “socializzazione” all’interno dei centri commerciali, dove si è costretti a respirare l’aria pompata da immensi impianti di aria condizionata.
Sebbene sia ormai cosa nota che gli impianti di condizionamento risultino i principali responsabili della “Legionella Pneumophila[4]”, o morbo del legionario, dal 1976 ad oggi né i progettisti, né i legislatori del pianeta, hanno compreso che occorrerebbe smetterla di progettare edifici dipendenti dagli impianti di aria condizionata … semmai costoro hanno preferito incrementare la dose, parlando di sistemi “sostenibili” e di “edifici di classe A”, perfino incentivati dalla Comunità Europea!
A tal proposito, come raccontava il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi il 18 giugno 2018, occorrerebbe ricordare che:
«A provocarla (la Legionella, n.d.r.) è un piccolo batterio che ama l’acqua e le temperature elevate (tra 25 e 42 gradi), che si trasmette per via aerea ed è in grado di scatenare febbre e polmoniti che, se non curate per tempo, possono portare anche alla morte. La legionellosi – nota anche come malattia dei legionari – fu descritta per la prima volta nel 1976. L’epidemia scoppiò all’interno del Bellevue Stratford Hotel di Philadelfia, dov’era in corso il congresso annuale degli ex-combattenti.
L’infezione – provocata da un batterio: la legionella pneumophila – colpì 221 persone e determinò 34 decessi. Ma all’epoca nulla si sapeva di quel batterio, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel in cui i veterani avevano soggiornato[5]».
Eppure, molti progettisti – veri e propri venditori di fumo – e tanti pennivendoli a loro servizio, come si è detto, ancora oggi si permettono di abusare del termine “sostenibilità” al fine di giustificare e promuovere pseudo “rigenerazioni” di edifici e quartieri, un tempo realmente sostenibili e non necessitanti affatto di certi interventi.
Si pensi per esempio all’inqualificabile intervento messo in atto in via del Tritone per in nuovo “flagship store” de La Rinascente dove, in aggiunta allo sventramento interno dell’isolato storico, le finestre sono state tutte bloccate – come nel peggior stile industriale, tipico dei grattacieli americani – installando un gigantesco impianto di condizionamento dell’aria[6]!
A seguito delle mia ripetute campagne contro questo modo di operare, in questi anni sono orgogliosamente riuscito a farmi un sacco di nemici tra i colleghi. Così mi sono sentito definire “anacronistico”, “passatista”, “complottista”, “menagramo” ecc., semplicemente perché ho provato a far riflettere sulla necessità di modificare il nostro modo di progettare e costruire …
Quelle accuse, all’indomani dello scoppio della pandemia da COVID-19, si sono moltiplicate per aver ipotizzato, visti i dati, una correlazione tra le aree più inquinate del pianeta – ovvero dove le capacità polmonari degli individui risultino più vulnerabili – e virulenza del Coronavirus. In questo caso le accuse mi sono state mosse per aver ipotizzato che, in aggiunta ai dati sull’inquinamento, potesse esserci qualche responsabilità negli impianti di aria condizionata che, a causa della carenza di manutenzione dei sistemi di filtraggio, potrebbero risultare un pericolosissimo veicolo per il COVID-19!
Capirete bene quindi che ho accolto come una grande speranza per l’umanità le parole della virologa Ilaria Capua – direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida – la quale, come ricorda “Il Fatto Quotidiano” intervenendo al programma televisivo “Dimartedì” ha affermato: «credo ci siano altri fattori che abbiano creato una convergenza di conteggi che magari andavano ampliati […] La scienziata ribadisce l’importanza del distanziamento e delle misure di contenimento. E sul coronavirus, da lei definito “un virus opportunista”, elenca alcune ipotesi sul motivo per cui sia così aggressivo in Lombardia: “Sappiamo che questo è un virus che si trasmette per via aerea, coi cosiddetti droplet. Sappiamo anche che virus simili a questi hanno causato problemi nei sistemi di aerazione negli alberghi. È possibile che, magari, negli ospedali che gestiscono questi focolai molto grandi abbiano degli impianti di aerazione a un livello tale da non garantire la sicurezza di persone, ad esempio, immunodepresse lì ricoverate? […] Certo, dovrà attenuarsi e c’è tutta una serie di meccanismi che dovranno avvenire perché questo virus venga molto ridimensionato. Io mi auguro che accada questo [7]».
Personalmente non posso infatti dimenticare come mia madre abbia rischiato di morire a causa del clostridium difficile contratto in ospedale a seguito di un intervento per aneurisma dell’aorta, né tantomeno posso dimenticare il mio povero papà, entrato in ospedale per piccola ischemia cerebrale e mai più tornato a casa dopo essersi beccato un’infezione alle vie respiratorie che gli ha causato febbri altissime e una gravissima insufficienza respiratoria sulla quale nessuno ci ha mai detto nulla e che, nell’arco di un mese ce l’ha portato via. … Sono convinto che, se gli impianti di aerazione ospedalieri non “soffrissero” per la mancanza di manutenzione, probabilmente ci sarebbero meno rischi per tutti!
Tuttavia, anche a seguito di un post su FB dedicato alle dichiarazioni della virologa, nonostante la gravità delle sue parole, dette con cognizione di causa da esperta della materia, alcuni architetti, difensori del modo di progettare, costruire e vivere contemporaneo, hanno preferito licenziare quelle affermazioni come un qualcosa di insignificante perché basterebbe utilizzare filtri sterilizzanti ed eseguire una loro corretta manutenzione!
Davanti a tanta faciloneria non posso esimermi da far notare quanto pericoloso possa risultare il fare affidamento su misure, spesso disattese, piuttosto che prevenire i problemi rivedendo i nostri costumi. Se, a questo problema legato al semplice modo irresponsabile di comportarsi, aggiungiamo la possibilità che, a causa della “spending review“, l’Europa chieda costantemente di tagliare le “spese superflue”, diviene più che legittimo ipotizzare che, in un sistema affidato ai manager senza scrupoli, interessati alla sola massimizzazione dei profitti, certe misure igieniche possano essere le prime scomparire dai bilanci!!!
Alla luce di
tutto questo ricordo quindi a chi sottovaluti il problema che, nella nostra
società avida, distratta e per molti versi scellerata, l’unica prevenzione
possibile risulti essere quella di evitare di fidarsi dei comportamenti umani, ragion
per cui chi progetta e realizza edifici, quartieri e città, dovrebbe fare in
modo che la salute della gente non debba dipendere da manutenzioni
impiantistiche affidate a terzi!
[1] http://www.civicolab.it/costruire-con-parsimonia-di-ettore-maria-mazzola/
[2] http://montesacro.romatoday.it/talenti/grattacieli-periferia-commissione-comune-Roma-Pd.html
[3] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/06/24/centri-commerciali-no-grazie-e-sono-gli-americani-a-ricordarcelo/
[4] https://www.adnkronos.com/salute/medicina/2014/10/23/legionella-batterio-che-ama-tubature-condizionatori_FQPXPhYhAiL4jffHq1YqgK.html?fbclid=IwAR2asmTIeLQMWr8_zYRNLfCyz1m4W0RHFylBDBzVxEhttzDPq_F392RbIWQ
[5] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/legionella-il-batterio-che-prolifera-nelle-tubature-e-nei-condizionatori
[6] Per un approfondimento rimando a questo mio articolo: http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/02/17/i-professionisti-dellipocrisia-rigenerazione-riqualificazione-sostenibilita-unimmensa-presa-per-i-fondelli-negli-interessi-della-speculazione/
[7] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/18/coronavirus-capua-morti-in-lombardia-vanno-valutati-altri-fattori-come-impianti-di-aerazione-ospedali-vaccino-spero-non-serva/5740848/?utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2N62WuXN_Y8i7Tv0ZnRifBbfQTVP4b6GwGOdtZ5ds1w853ud1DKk19Yrg#Echobox=1584542523
A parziale sostegno di quanto qui sostenuto, per ora posso solo dire che gli attuali progettisti di successo più o meno grande, sono affetti da un morbo molto antico, apparentemente non letale, che induce una psico patologia nota come megalomania, che induce il soggetto, tra l’altro, a voler costruire edifici “grossi”.
Come però sappiamo da una famosa canzone di Jimmy Cliff : “Più è grosso e più fa il botto !”.
Riverisco.
Verissimo Maurizio!
…aggiungo, per ora e solo per ora (copyright di Striscia la notizia mi sembra), che la produzione edilizia, lo sviluppo urbanistico e in parte anche l’architettura, nel modo moderno discendono dal modello economico-sociale vigente e ne riflettono pedissequamente il successo sociale o, più sovente, il fallimento. Il grattacielo è il modello edilizio che riflette più di altri quel fallimento. E c’è poco da fare i fanfaroni, appellandosi alle forse della superstizione, dimostrando solo di non aver studiato abbastanza o di aver studiato le cose sbagliare. Poi sai…a dare ragione al Padrone sono capaci tutti, visto che, forse, paga, forse.
certamente!!!
…”alle forze…”
…”nel mondo”…
Poi bisognerebbe chiedere a qualcuno di quei bellimbusti se sanno qualcosa” dell’affaire Forlanini “, o non è abbastanza appetibile parlarne, ora !
pare che Zingaretti, nel 2019, abbia firmato un accordo per cederlo a delle ONG operanti nel Mediterraneo per farne uffici … una follia al pensiero della fame di posti letto e rianimazione negli ospedali!
Si lo sapevo anch’io ma credo che fosse un’idea dettata dall’emergenza dell’accogliEnza e dalla voglia di accreditarsi politicamente. Cosa significhi mi sfugge ma mi torna alla mente, sul vero centro della questione, quando disse Muratore a proposito dell’urbanistica romana “…senza capo né coda…”.
forse un “capo” ce l’ha … anche se si tratta di un “cartello di capi”
Già! Ripensare l’urbanistica a Roma non è impresa da poco ma in primo luogo bisogna VOLERLO.
Non sarebbe, in astratto, illogico affiancare allo Spallanzani una struttura dedicata all’accoglienza, ma intanto l’idea è resa obsoleta dagli eventi, poi non si capisce perché si sia sbaraccato anni orsono un ospedale esistente che con poco lavoro di ristrutturazione si poteva rendere di nuovo operante per sostituirlo con un silenzio imbarazzante (che silenzio non era) di anni, per poi sortire con voci di fantomatiche ONG. Poi ci sarebbe da capire tutto l’argomento infrastrutture.
Occhio !…Conte e PD ci vorrebbero svendere tutti quanti insieme, un tanto al mazzo, con un MES fantasiosamente vagheggiato come “senza condizioni” !
Una follia !
Ciò nonostante la pezza a colore del PEPP …
Saluto Molto Preoccupato
caro Memmo, anche io e tantissimi di noi!!