Disegnare può aiutare a evadere – Viaggiando col pensiero durante la pandemia
Gli ultimi due mesi rappresentano un qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di dover sperimentare in vita: a partire da fine febbraio, infatti, nell’arco di pochi giorni siamo passati dai timori e smentite – da parte di virologi, politici e giornalisti – al terrore totale per un mostro invisibile sulla cui origine, ancora oggi, non è stata fatta alcuna chiarezza.
Ai primi di marzo, quando l’emergenza era ormai alle porte, avevo pubblicato gli ultimi articoli nei quali avevo voluto condividere alcune riflessioni sugli errori della politica degli ultimi decenni che, avendo messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale, ci hanno sbattuto in faccia tutti i limiti dell’economia economica neoliberista … nonché quelli del folle modo di costruire e vivere[1].
Ma veniamo a noi.
Come ogni anno, nel mese di marzo la nostra università aveva programma i consueti viaggi di studio a Parigi, in Campania e Sicilia. Purtroppo sapete tutti come siano andate le cose: il 24 febbraio, in anticipo su quello che sarebbe poi successo e contrariamente a quello che sembrava percepirsi dai media italiani, i nostri studenti sono stati rimpatriati da un giorno all’altro; capirete bene lo sconforto che possa aver comportato il sentirsi proiettato in una realtà simile che, specie con quello che è venuto di lì a poco, avrebbe potuto far sprofondare nella depressione chiunque.
Se a livello accademico, per diverse settimane, non sapevamo come sarebbe stata gestita la fine dell’anno accademico in corso, a livello professionale, a partire dalla chiusura delle attività ritenute non di primaria necessità annunciato l’11 marzo, siamo stati, sono stato, proiettato in una sensazione di pensionamento forzato … davvero uno shock!
Inizialmente, con la sospensione per quarantena dell’attività universitaria, facendo un grande sforzo per superare la tristezza della situazione, sono riuscito a completare un paio di progetti, perfino riuscendo – in via del tutto straordinaria data la situazione – a convincere i responsabili del I e II Municipio e la Soprintendenza a consentire di protocollare per via telematica la documentazione.
A partire dal 13 marzo, però, avrei avuto ben poco da fare … come reagire a tutto questo?
Certamente avrei potuto concentrarmi a scrivere i miei consueti articoli di denuncia per il blog ma, data la già triste situazione, ho pensato che la cosa non avrebbe che favorito lo scatenamento della bile, mia e dei lettori … questa riflessione mi ha chiarito da subito una scelta del genere non sarebbe stata la strada migliore da seguire per superare la già deprimente emergenza.
Così, avendo approfittato dei primi giorni di “prigionia forzata” per completare alcuni schizzi lasciati incompleti nel mio sketchbook di viaggio, di lì a poco mi sono reso conto del piacere che la cosa mi suscitava, realizzando così che, se mi fossi concentrato sul disegno, avrei potuto trascorrere molto più piacevolmente le mie giornate, meditando sulla bellezza del nostro Paese.
Così una domenica mattina, per sentirmi vicino al mio amato nipotino – costretto a vedere solo tramite Whatsapp – guardando una sua foto che lo ritrae con lo sguardo sorpreso durante un cambio di tutina – ho deciso di farci un acquerello: la cosa mi ha provocato una sensazione talmente piacevole da farmi decidere di ripetere l’esperienza di disegnare qualcosa in grado di farmi “evadere”, almeno col pensiero, ed così è nata l’idea di intraprendere un viaggio immaginario attraverso i luoghi d’Italia a me cari e che normalmente visito con i nostri studenti, dando vita alla challenge su Facebook e Instagram “A Watercolor a day keeps the Covid away”, dedicata ai miei studenti ai quali è stato impedito di viaggiare.
L’iniziativa, con mia piacevolissima sorpresa, è stata accolta con grande entusiasmo, tanto che nella mia città natale le sono stati dedicati ben due articoli, il primo intitolato “Acquerellando l’Italia in quarantena Coronavirus –da Roma l’architetto barlettano Ettore Maria Mazzola e il suo viaggio con i disegni”, pubblicato da Nino Vinella su Barletta News Magazine[2], il secondo, alla fine della “fase 1”, intitolato “Sketchbook – Cartoline in Acquerello” pubblicato il 4 maggio Gabriella Marcandrea sul mensile della Provincia di Barletta “Barl’è[3]”.
Anche la mia università, non la facoltà di Architettura presso cui insegno, ma il Rome Global Gateway, si è interessata all’iniziativa, così Carli Williams mi ha dedicato una lunga intervista che verrà pubblicata sulla prossima Newsletter.
Gli acquerelli che ho prodotto non rispecchiano fedelmente le condizioni di luce delle immagini dalle quali sono stati riprodotti, giocando con luci, cieli e contrasti particolari, ho infatti voluto trasmettere delle sensazioni positive … “una luce di speranza”, tranne in due casi, di grande pathos, che rispecchiano il mio stato d’animo angosciato. Il primo riguarda il disegno a matita, fatto nei primissimi giorni in cui le immagini televisive mostravano scene strazianti dagli ospedali che ho voluto esprimere con un dettaglio del “Compianto sul Cristo Morto” di Nicolò dell’Arca che ritrae la Maddalena e Maria di Cleofa devastate dal dolore, il secondo ritrae invece l’”Angelo del Dolore” di William Wetmore Story, opera di una tristezza infinita che ho voluto dedicare ad Emilia, figlia di una mia carissima amica di scuola, venuta a mancare nel fiore degli anni, lasciando un vuoto infinito. Il 27 e 28 aprile non ho disegnato nulla perché impegnato nelle giurie di presentazione dei progetti dei nostri studenti.
Mano a mano che pubblicavo le foto di questo “viaggio”, in molti mi hanno chiesto di organizzare una mostra … perfino dalla Germania, dalla Francia e dalla Russia mi è giunta questa richiesta, mentre in tanti mi hanno più volte pregato di farci un libro … cosa che potrei prendere in considerazione, se qualche casa editrice lo facesse a costo zero.
C’è stato anche chi abbia richiesto di acquistare un disegno … chissà!
Nel frattempo, sperando di far cosa gradita, ho deciso di accontentare chi me lo stesse chiedendo, pubblicando – in ordine cronologico e riportando le relative didascalie di accompagnamento sui social – l’intera serie dei disegni che ho elaborato durante la quarantena.
Al termine di questa esperienza posso solo dire che questo viaggio immaginario con matita e pennello è stata una esperienza che consiglio a tutti di fare, indipendentemente da quelle che possano essere le proprie capacità grafiche … perché l’arte è in grado di portare gioia e piacere, anche nei momenti di massimo sconforto.
15 pensieri su “Disegnare può aiutare a evadere – Viaggiando col pensiero durante la pandemia”
Complimenti vivissimi, professore! Mi ha trasmettesso bellezza, serenità e orgoglio per la ricchezza del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del nostro paese! Sono sempre più convinta che riprendere la sovranità dettata dalla nostra Costituzione significhera’ difendere da chi vuole speculare e danneggiare questa meraviglia tramandata da secoli e destinata alla contemplazione di tutti.
Complimenti ancora, proverò anch’io a cimentarmi! Grazie e buona rinascita
Ma che commento posso lasciare? Elogi – solo elogi e ammirazione. E !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! al infinito. Grazie della raccolta, perche` cosi ho tutto.
Bravo Ettore !
Avevo intuito che con il lapis in mano eri in grado di produrre qualcosa di significativo…tuttavia non pensavo che te la cavassi così bene !
Solo disegnando si potrà ricomporre ed apprezzare la scala di valori dell’oggetto; in un gesto istintivo che, ad insaputa anche dell’autore più moderno ed al passo con i “suoi” tempi, mette ordine nel cosmo.
Lo sapevano benissimo i nostri maestri di tanto tempo fa tanto fa; quando nelle università c’era un vero e proprio “disegno dal vero” , una disciplina che era, effettivamente, “disegno dal vero”…poi è arrivato Melograni ed è diventato tutta un altra cosa.
Il vero, il sensibile, non c’era più ! …Sparito.
Si trattava, al contrario, di analizzare le intenzioni, le volizioni, le ambizioni retrostanti :spesso non esplicitate chiaramente ma solo fuggevolmente e superficialmente indicate, quando non semplicemente postulate..
Una sorta di ” specialistica” od anatomia parziale , studio settoriale e microscopico con l’alibi dell’approccio “scientifico ” che divide per comprendere a fondo ma che non riesce alla fine a ricomporre l’oggetto : che, però, rimane l’unico vero interesse della nostra disciplina.
Grazie Ettore… per condurci in queste belle passeggiate e per averci mostrato il nipotino con l’intensità speciale del tuo pennello!
E grazie per esortarci a dipingere, pratica che sempre rinfranca il cuore e può aiutare a stemperare i sentimenti disorientati di questo momento pesante…
Dunque, come gli antichi artisti raccomandavano: “Nulla dies sine linea”!
Complimenti Ettore, complimenti vivissimi e sinceri, da uno che a suo tempo ha imbrattato coi colori tanti fogli di carta, con risultati però non sempre tali da guadagnarsi l’apprezzamento dello stesso autore……… e grazie pure per aver inserito nella collezione, fra i tanti esempi di arte senza tempo, anche un’opera del tanto disprezzato (all’epoca dei miei studi e tuttora) secolo Diciannovesimo, di cui solo da poco alcuni Soloni hanno scoperto e rivalutato il contributo tutt’altro che secondario dato all’Architettura.
Da parte mia, in questi mesi di reclusione che ci sono stati inflitti senza processo, ho continuato (come faccio dacché ho lasciato la professione) ad esercitarmi in una direzione forse opposta alla tua: dai disegni che ho vergato a mano durante tutta la vita, mi ingegno a ricavare rendering fotorealistici con l’ausilio di programmi specifici: non è mai troppo tardi per imparare, vero?
Cordialità
Eccellente lavoro. In controtendenza però, devo chiederti di fare di più sul piano del tratto a matita che mi appare talvolta eccessivamente marcato. Essendo la Critica sacra e fondamento del progredire, quella che muovo qui è dettata dalla stima e fondata su lunga militanza con la matita, iniziata in adolescenza al liceo artistico fino a…due ore fa.
Un saluto comunque ammirato.
sinceramente non la vedo come te, anch’io ho una passione smodata per il chiaroscuro a matita e, quando si tratta di usare solo quello il tratto lo vario a seconda delle situazioni, fino a fare qualche virtuosismo per esempio per i riflessi sull’acqua. Questi acquerelli li ho fatti usando l’unica matita, super soft che avevo a casa durante la “prigionia”, non potendo andare a recuperare all’università le mie armi preferite. Ti manderò qualche immagine a matita tratta dal mio sketchbook. Un caro saluto
Mi piacerebbe molto continuare a discuterne, facendo salvi gli acquerelli puri, una tecnica che non ho quasi praticato e che nei quadri qui mostrati trovo efficace, in alcuni casi eccellente, altrimenti parlare solo di urb-architettura potrebbe diventare riduttivo per le nostre incommensurabilmente vaste menti. (notare la velata auto ironia).
Un grande saluto.
Complimenti vivissimi, professore! Mi ha trasmettesso bellezza, serenità e orgoglio per la ricchezza del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del nostro paese! Sono sempre più convinta che riprendere la sovranità dettata dalla nostra Costituzione significhera’ difendere da chi vuole speculare e danneggiare questa meraviglia tramandata da secoli e destinata alla contemplazione di tutti.
Complimenti ancora, proverò anch’io a cimentarmi! Grazie e buona rinascita
grazie mille per le sue belle parole!
Ma che commento posso lasciare? Elogi – solo elogi e ammirazione. E !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! al infinito. Grazie della raccolta, perche` cosi ho tutto.
grazie caro Fotio, un abbraccio
Bravo Ettore !
Avevo intuito che con il lapis in mano eri in grado di produrre qualcosa di significativo…tuttavia non pensavo che te la cavassi così bene !
Solo disegnando si potrà ricomporre ed apprezzare la scala di valori dell’oggetto; in un gesto istintivo che, ad insaputa anche dell’autore più moderno ed al passo con i “suoi” tempi, mette ordine nel cosmo.
Lo sapevano benissimo i nostri maestri di tanto tempo fa tanto fa; quando nelle università c’era un vero e proprio “disegno dal vero” , una disciplina che era, effettivamente, “disegno dal vero”…poi è arrivato Melograni ed è diventato tutta un altra cosa.
Il vero, il sensibile, non c’era più ! …Sparito.
Si trattava, al contrario, di analizzare le intenzioni, le volizioni, le ambizioni retrostanti :spesso non esplicitate chiaramente ma solo fuggevolmente e superficialmente indicate, quando non semplicemente postulate..
Una sorta di ” specialistica” od anatomia parziale , studio settoriale e microscopico con l’alibi dell’approccio “scientifico ” che divide per comprendere a fondo ma che non riesce alla fine a ricomporre l’oggetto : che, però, rimane l’unico vero interesse della nostra disciplina.
Saluto
grazie mille Memmo per l tuo bellissimo commento!
Un carissimo saluto
Sono splendidi e comunicano bellezza ed emozioni straordinarie.
E’ vero che sarebbe importante raccoglierli in un libro o in una mostra.
grazie mille Mirella!
Grazie Ettore… per condurci in queste belle passeggiate e per averci mostrato il nipotino con l’intensità speciale del tuo pennello!
E grazie per esortarci a dipingere, pratica che sempre rinfranca il cuore e può aiutare a stemperare i sentimenti disorientati di questo momento pesante…
Dunque, come gli antichi artisti raccomandavano: “Nulla dies sine linea”!
grazie mille Elisabetta!!!
Complimenti Ettore, complimenti vivissimi e sinceri, da uno che a suo tempo ha imbrattato coi colori tanti fogli di carta, con risultati però non sempre tali da guadagnarsi l’apprezzamento dello stesso autore……… e grazie pure per aver inserito nella collezione, fra i tanti esempi di arte senza tempo, anche un’opera del tanto disprezzato (all’epoca dei miei studi e tuttora) secolo Diciannovesimo, di cui solo da poco alcuni Soloni hanno scoperto e rivalutato il contributo tutt’altro che secondario dato all’Architettura.
Da parte mia, in questi mesi di reclusione che ci sono stati inflitti senza processo, ho continuato (come faccio dacché ho lasciato la professione) ad esercitarmi in una direzione forse opposta alla tua: dai disegni che ho vergato a mano durante tutta la vita, mi ingegno a ricavare rendering fotorealistici con l’ausilio di programmi specifici: non è mai troppo tardi per imparare, vero?
Cordialità
Grazie mille Claudio,
non è mai troppo tardi!!
Un caro saluto
Eccellente lavoro. In controtendenza però, devo chiederti di fare di più sul piano del tratto a matita che mi appare talvolta eccessivamente marcato. Essendo la Critica sacra e fondamento del progredire, quella che muovo qui è dettata dalla stima e fondata su lunga militanza con la matita, iniziata in adolescenza al liceo artistico fino a…due ore fa.
Un saluto comunque ammirato.
Grazie Maurizio,
sinceramente non la vedo come te, anch’io ho una passione smodata per il chiaroscuro a matita e, quando si tratta di usare solo quello il tratto lo vario a seconda delle situazioni, fino a fare qualche virtuosismo per esempio per i riflessi sull’acqua. Questi acquerelli li ho fatti usando l’unica matita, super soft che avevo a casa durante la “prigionia”, non potendo andare a recuperare all’università le mie armi preferite. Ti manderò qualche immagine a matita tratta dal mio sketchbook. Un caro saluto
Mi piacerebbe molto continuare a discuterne, facendo salvi gli acquerelli puri, una tecnica che non ho quasi praticato e che nei quadri qui mostrati trovo efficace, in alcuni casi eccellente, altrimenti parlare solo di urb-architettura potrebbe diventare riduttivo per le nostre incommensurabilmente vaste menti. (notare la velata auto ironia).
Un grande saluto.