Gli estremismi del politicamente corretto hanno ucciso anche l’arte

Bramo il giorno in cui la nostra società ipocrita si accorgerà che la sua idea di rispetto – solo di facciata – necessiti di essere rivista, in nome del reale senso del rispetto.

Del resto, una società la cui classe politica fa slogan “rispettosi” che inneggiano alla “tolleranza”, piuttosto che alla “integrazione, si commenta da sé.

Chissà se certi buonisti, prima di azionare la lingua hanno mai provato ad assicurarsi che il cervello fosse bene inserito, chissà se costoro si sono mai resi conto che “tollerare” significhi “Resistere pazientemente a cose, persone o situazioni spiacevoli; accettare, sopportare; Sopportare condizioni o sostanze potenzialmente dannose”.

In pratica costoro non si sono mai resi conto che, con il loro inno alla tolleranza, non hanno fatto altro che confermare, ai razzisti di turno, che avessero ragione; in pratica, detto alla romana, essi hanno invitato tutti ad abbozzare: “dovete resistere pazientemente a queste persone o situazioni spiacevoli, dovete accettare, sopportare condizioni o situazioni potenzialmente dannose!

Allo stesso modo, questi idioti mascherati da politici, hanno deciso che fosse scorretto usare termini da sempre in uso nel nostro Paese, così quella che un tempo era la chiamata “cameriera” è divenuta “collaboratrice domestica”, lo “spazzino” è divenuto un “operatore ecologico” e così via, come se i nomi degli antichi mestieri equivalessero ad un’offesa; come se cambiare il nome a qualcosa possa risultare sufficiente a cambiare la sostanza … ma ovviamente questa è una sfumatura che difficilmente potrebbe venir compresa da parte di chi, avendo cambiato mille nomi ai patiti politici di appartenenza, creda di aver cambiato la sostanza del proprio immondo partito!

Costoro, massacrando il nostro vocabolario, hanno perfino deciso che risultasse offensivo definire una donna “architetto”, “sindaco” ecc., invocando che si usassero termini come “architetta”, “sindaca”, ecc. … non meravigliamoci se qualche illuminato, tra i loro omologhi di sesso maschile chiederà di usare termini come “dentisto” e “geometro” … nel frattempo il papà e la mamma sono divenuti “genitore 1”e“genitore 2”.

Questa storia del “politicamente corretto”, della “parità di genere”, delle “quote rosa” ecc. nella “società di facciata” in cui viviamo sta portando ad una degenerazione completa che, in alcune realtà straniere, ha portato ad imporre – perfino nelle istituzioni universitarie e nei centri di ricerca – la presenza di un ugual numero di rappresentanti delle “diverse categorie umane” … in pratica non è più il merito importante per poter svolgere un lavoro, ma l’orientamento sessuale, la fede religiosa, il colore della pelle, ecc.

L’ipocrisia di questa società di facciata sembra non avere più limiti! Nel mio modesto cervello, incapace di vedere differenze, ho sempre pensato che il mondo, gli stati, ecc., potessero essere governati esclusivamente da donne, da omosessuali, da persone di colore, da persone di un unico credo religioso, ecc., purché dimostrassero di esserne all’altezza … e non certamente da incapaci che stanno in nome di una finta immagine di uguaglianza!

Eppure il mondo va come va e così e tutti, in nome del “politicamente corretto”, sono contenti … sebbene tutti sappiano di non esserlo affatto perché, a denti stretti e nelle conversazioni private, la stragrande maggioranza degli esseri umani si lamenta di come vadano le cose, ma ha paura di esprimere il proprio parere. Siamo in democrazia (o almeno così ci raccontano), eppure sembra esser tornati all’epoca dei manifesti “taci, il nemico ascolta!”.

Io me ne frego e amo dire quello che penso, preferisco avere nemici piuttosto che finti amici, così colgo l’occasione dell’inno al cattivo gusto realizzato a Nantes per esprimere il mio disappunto sulla degenerazione in atto … sperando che con le accuse a me rivolte dagli ipocriti di turno non segua anche un risveglio collettivo delle coscienze.

“Fontana” della presunta artista Elsa Sahal, un’opera che è già al centro di mille polemiche e che verrà inaugurata l’8 agosto a Nantes

In questi giorni, mentre l’ignorante furia iconoclasta sta distruggendo statue in giro per il mondo, la pseudo-artista Elsa Sahal – degna figlia dell’attuale sottocultura radical-chic – ha realizzato una fontana chiamata, udite, udite, “Fontana” … l’artista, evidentemente, ha giustamente pensato che, in una società di imbecilli, qualcuno potesse pensare che il manufatto che getta acqua non lo fosse!

L’opera, orrenda e di pessimo gusto, che verrà inaugurata l’8 agosto a Nantes riassume lo squallore della società malata in cui viviamo e di cui ho detto in apertura … Non occorre sottolineare che questa vergogna accada in Francia, nazione principe della sottocultura in mano agli intellettualoidi radical-chic.

L’artista è convinta che quest’opera, rappresentando una donna che piscia in piedi serva a celebrare il “potere femminile“.

In pratica, per questa donna – come nella peggior forma di maschilismo sessista – la donna è una fessura, o se vogliamo un buco … peraltro con fattezze infantili che rasentano la pedofilia, tanto per aumentare la provocazione perversa.

Che dire? Complimenti vivissimi a lei e ai suoi mecenati …

Quando, su Facebook, ho postato il link ad un articolo[1] che raccontava di questo abominio, diverse donne, che probabilmente si erano limitate a guardare l’immagine senza leggere l’articolo, hanno commentato inveendo contro l’autore, rigorosamente ritenuto un “uomo”, mentre altre, più pacate, dopo averlo letto, hanno commentato dicendo che “una cosa del genere sembrerebbe ideata da un uomo” … per certe donne, evidentemente, la donna è sempre innocente.

Personalmente non penso affatto che una vergogna del genere possa scaturire esclusivamente da una mente maschile, perché gli uomini non sono tutti dei pervertiti, ergo sarebbe ora di farla finita anche con certi commenti “sessisti” contro il genere maschile!

Semmai, sarebbe ora di riconoscere che determinate schifezze scaturiscano solo in menti perverse, indipendentemente dal proprio sesso, sebbene, sempre più spesso, certe “produzioni artistiche” facciano capo a persone che vogliono sentirsi “diverse” e che, mai e poi mai, gradirebbero di sentirsi integrate, ergo “uguali

Per certi “artisti” infatti, amanti degli eccessi e del tutto privi del senso del decoro, del pudore e del rispetto, è molto più facile evitare confronti e reclamare a gran voce il riconoscimento di una “categoria a parte“, che competere onestamente con tutta la società che non avrebbe nulla in contrario alla loro partecipazione … dopo il crollo delle dittature, non ricordo di aver mai letto un bando che escludesse alcun genere umano.

Mi riferisco a tutta quella marmaglia che ha chiesto ed ottenuto una finta “parità di genere” solo per arrivare ad imporre l’esistenza di un’arte, di un cinema, di un’architettura LGBT, per esempio. Questa immonda marmaglia – che non rappresenta affatto tutti gli omosessuali che ritengo persone rispettabilissime – grazie alla mania del “politicamente corretto” e della “parità di genere“, si è infatti creata una vera e propria casta che, via via, ha preso potere nel mondo dell’arte, tanto da arrivare ad imporre al mondo porcate inenarrabili il cui unico obiettivo è quello di scioccare attraverso la provocazione e l’eccesso[2]. Il senso del decoro è morto!

Sono queste le ragioni per cui mi auguro davvero che, chi decide le politiche del nostro Paese riesca a trovare il coraggio per fare un discorso, certamente impopolare, che ponga fine alla degenerazione che stiamo raggiungendo, grazie ad un concetto distorto di “pari opportunità“.

Costoro infatti, dovrebbero rendersi conto che occorra integrare le persone di diverso credo, colore, razza, orientamento sessuale, ecc., piuttosto che, per ragioni elettorali e/o di falso rispetto, accontentare il capriccio di chi voglia, fortemente, sentirsi diverso, imponendo le proprie idee, spesso perverse, alla vista di tutti, bambini inclusi.

Non si tratta di tirare in ballo idiozie bigotte, né altri fondamentalismi di qualsivoglia genere, ma semplicemente di riscoprire il comune senso del decoro e del rispetto di tutti, ricordandosi che la libertà individuale deve, sempre, essere esercitata nel rispetto della libertà altrui!

Costoro necessitano di comprendere che la creazione – e differenziazione – di categorie sociali ad-hoc, non significa rispettare i rappresentanti di quelle categorie, ma semplicemente agevolare la ghettizzazione di chi voglia sentirsi diverso e non intenda assolutamente integrarsi, preferendo violentare gli altri con provocazioni figlie delle proprie eventuali perversioni.

Un’ultima annotazione storica è necessaria

Tornando al discorso sulla simbologia del “potere femminile”, vorrei ricordare che, per le civiltà del passato, la potenza della donna si identificava nel culto della Magna Mater o Cibele, la divinità anatolica ambivalente, simbolo della forza creatrice e distruttrice della natura. Il potere femminile era anche identificato in altre divinità come Ishtar, Iside, Artemide, Astarte, Diana, Atena, Hera, Minerva, ecc. … e mai nessun artista, uomo o donna che fosse, ha osato rappresentare la donna o la divinità femminile riassumendola in una fessura.

Esser passati dalla statuaria antica a delle “gambe da Teletubbies con una pseudo-vagina” è segno che l’arte è stata assassinata dal “politicamente corretto”, mentre il senso del bello e quello del decoro sono morti e sepolti.

Cibele, arte romana, III secolo d.C., con dedica al senatore Virius Marcarianus, conservata al Museo archeologico nazionale di Napoli

[1] https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/nantes_francia_bruxelles_pipi_statua_donne_maschilismo_mind_the_gap_elsa_sahal-5285766.html?fbclid=IwAR1vvCaRrmT07AfyQ439JqcDdCZUco32faBF2Nm9sgDpE6nOkOPF2Qysl1A

[2] http://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/11/23/per-gli-intellettualoidi-radical-chic-e-tempo-di-vacche-grasse/

8 pensieri su “Gli estremismi del politicamente corretto hanno ucciso anche l’arte

  1. Vorrei solo aggiungere alla serie di ipocrisie obbrobriose in elenco, quella delle “case di riposo” ora residenze per anziani, in cui vengono parcheggiate persone ancora senzienti in una specie di anticamera dell’eterno riposo!
    Mediocre portato di una di una civiltà perduta.
    La fontana : imbarazzante per quanto è brutta e volgare!
    Sempre grazie per il tuo impegno.

  2. Beh, parliamo di una composizione densa di “pathos” michelangiolesco, in rappresentazione di una femmina umana, mai nella realtà, in quella postura, nell’atto dell’evacuazione urinale. Bel tema ! A quando quella fecale ? Di gran lunga più convincente sul piano plastico.
    Pur non mancando temi e tipologie di soggetti simili, dall’epoca Romana in poi, nel ‘500 con Giulio Romano che en passant mi torna in mente, ma ci sarebbe Leonardo e non ricordo più quanti fra gli artisti di tutte le epoche, ma quasi tutti, si sono cimentati e sbizzarriti a trattare soggetti ispirati alla scabrosità e stranezza di momenti privati e funzioni fisiologiche del corpo umano, ai fini più svariati.
    Ora questo oggetto è la rappresentazione plastica, si fa per dire, di una rivendicazione inesistente e di una cultura evanescente e sciocca che nulla lascerà al tempo che passa se non la sua vuota esistenza. Una testimonianza preziosa a futura memoria.

  3. Nulla di nuovo; ormai da tempo è chiaro che l’acronimo A. C. non vuol dire altro che Arte Coprofila.
    Sarebbe interessante vedere come se la caverebbe la “artista” se, per coerenza, decidesse di espletare le sue funzioni in posizione verticale; forse, chissà, s’arriverebbe ad apprezzare la fontana……….
    Ha ragione Pagliardini: la cosa esasperante (io direi vergognosa e avvilente) è che non si riesca a sradicare nel pubblico la credenza che questa roba sia Arte, e che solo in questa roba consista l’arte contemporanea. Potenza dell’indottrinamento continuo, massiccio e intollerante di obiezione che dura da un secolo e poggia il suo successo sull’inconfessato complesso di non essere abbastanza “moderni”, “aperti”, spregiudicati, all’altezza dei tempi eccetera, che affligge quello stesso pubblico e gli fa accettare ogni sputo in faccia senza battere ciglio e lo fa accorrere in frotta alle esposizioni di paccottiglia e a sperimentare l’emozione sublime di ammirare le mura
    rivestite di tela o i mucchi di sale nelle piazze o le schifezze del tipo di quella che possono gustare i fortunati cittadini di Nantes, una volta nota per l’editto, d’ora in poi per la fontana-orinatoio.

  4. Orribile e volgare. Concordo con Ettore quando sottolinea che questo è l’esito del politicamente corretto che inquina le nostre vite e le menti dei giovani. Complimenti per il coraggio che mostri.

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