Lo scorso 26 aprile ha avuto inizio l’ennesimo atto, ignorante e scellerato, contro la nostra città e contro il nostro patrimonio, non solo storico-culturale, ma anche ambientale: l’asfaltatura, oscena, di una porzione degli argini del lungotevere che si estende tra Ponte Risorgimento e Ponte Marconi.
Quello dei sanpietrini romani e della bruttura dei marciapiedi, piazze e strade romane è un problema, molto serio, sul quale mi sono già espresso tante volte, su questo blog e altrove, un problema che vede Roma e l’Italia essere leader – “del cattivo gusto e del disinteresse per il senso del bene e del bello condiviso” – a livello planetario[1].
Come ho più volte cercato di far capire – a chi ci amministri e a chi pianifichi ed esegua certi lavori ignobili – all’estero, sia nelle grandi città che nei più piccoli villaggi, la cura per le pavimentazioni è sacra! Ovunque si vada, è infatti possibile apprezzare la cura per pavimentazioni e per il semplice modo di arredare le strade, con fioriere e aiuole curate, che rendono anche il più insignificante paesello, una pace per gli occhi.
Da noi, invece, vige l’assoluto menefreghismo per il rispetto del senso del bene e del bello condiviso, vige la regola che la funzione abbia valore assoluto e l’estetica non conti nulla. Vige soprattutto la regola dello spreco di denaro pubblico, che non fa riflettere sul fatto che una riparazione corretta di una pavimentazione in sanpietrini possa limitarsi alla sola porzione da rifare, che resta invisibile a fine lavori, mentre una corretta riparazione di una superficie asfaltata necessiti di un intervento molto più esteso che, però, spesso non viene nemmeno eseguito, lasciando l’orrida visione delle superfici a chiazze nere e grigie!
I costi di questo modo cialtrone di procedere, tra l’altro, sono elevatissimi:
- A livello economico, intervenire per la riparazione – in maniera corretta – di una perdita d’acqua in una tubazione al di sotto di una superficie di sanpietrini si limita allo stretto necessario, restando invisibile a fine lavori, mentre un intervento simile su una superficie asfaltata richiede il rifacimento di una superficie decine di volte superiore!
- A livello ambientale, una pavimentazione in sanpietrini risulta permeabile e un toccasana per il sottosuolo, ergo per il clima e l’ambiente, mentre una pavimentazione in asfalto, che spesso presenta anche un fondo cementizio, risulta estremamente impermeabile, ergo un killer per l’ambiente e il clima.
Potrei andare avanti con le mie spiegazioni a difesa del sanpietrino romano e contro la cialtroneria di chi promuova, realizzi e difenda porcherie come quella in corso di esecuzione sugli argini del Tevere, ma mi fermo qui per riflettere su altri aspetti.
I giornali e i social media, in questi giorni, hanno dato ampio risalto all’indignazione suscitata nei romani dall’immagine dell’inqualificabile striscia nera sugli argini del “Biondo Fiume”.
Fanpage, per esempio, ha scritto: “Una colata di catrame e bitume sul Lungotevere: “E questa sarebbe una pista ciclabile? [2]”
La vicenda, ovviamente, ha alimentato anche la battaglia politica, rischiando così di far scadere questo grave affronto alla città nell’ennesimo battibecco tra candidati al Campidoglio che promuovono la propria politica giocando sulla pelle di Roma e dei romani.
Se da una parte risulta infatti deprecabile la posizione di Calenda il quale, pur iniziando molto bene la sua critica, con la favoletta del pittore di corte invitato dalla sindaca Raggi a capire “come possiamo ulteriormente deturpare questa città ingrata?”, ha finito per gettare la maschera, svelando il suo cruccio per essersi visto sparecchiare la tavola che si era imbandito con e Malagò & co. per le folli (per come erano state concepite) Olimpiadi andate in fumo con l’elezione della Raggi[3].
Dall’altra, però, la posizione dell’assessore Meleo risulta raccapricciante e meritoria di defenestrazione: “Dare giudizi prima della fine dei lavori è prematuro e fuorviante per i cittadini, soprattutto per i ciclisti che la utilizzeranno, una manutenzione che non veniva eseguita da oltre 15 anni“.
Non c’è infatti alcun giudizio affrettato verso una porcheria del genere, semmai l’assessore avrebbe dovuto cospargersi il capo di cenere chiedendo scusa per non aver dato importanza a tutte le conseguenze che un intervento del genere potesse portare all’immagine della Capitale!
Infine, però, occorre anche discutere in maniera onesta sulla posizione dei principali fruitori di questa porcheria, i ciclisti – ovviamente non tutti, ma solo quei fondamentalisti del pedale – i quali, spesso, pensano di essere soli al mondo e che tutto debba girare intorno a loro.
Personalmente amo andare in bicicletta, ma amo farlo a Villa Pamphilj, più che nel traffico romano e, da ciclista che ama la libertà e la natura, penso che spesso le posizioni dei ciclisti-fondamentalisti arrivino a sfiorare l’ottusità.
Per esempio quando pretendono di poter pedalare, perfino affiancati o in gruppo, su strade pericolosissime extraurbane, oppure quando pretendono di poter pedalare impunemente contromano su strade urbane, spuntando fuori dal nulla e rischiando incidenti, oppure quando pretendono di pedalare su marciapiedi affollati o, peggio ancora, “scendere a palla” lungo un affollato percorso in pendenza all’interno di un parco, come se stessero scendendo dopo aver superato il Gran Premio della Montagna al Giro d’Italia … E che dire poi delle folli gimcane a velocità folle dei ciclisti su bici elettrica?
Questi personaggi, a mio avviso, con il loro atteggiamento, non fanno altro che fare odiare la categoria, piuttosto che favorire la crescita della stessa, senza rendersi conto di risultare ridicoli agli occhi di chi, pur amando le bici, riesca a guardare ed apprezzare il mondo al di là delle due ruote.
La lettera alla redazione di “Abitare a Roma[4]”, inviata da un rappresentante della associazione “BiciRoma” per esempio, mostra quanto assurda ed egoista possa risultare la posizione di chi abbia una visione del mondo limitata al telaio e alle ruote della propria bici, tanto da strafregarsene dell’estetica della città e, lo ribadisco, dell’ecologicità di un percorso.
In quella lettera infatti, in aggiunta alla giusta critica a chi, come Calenda, abbia approfittato della situazione per buttarla in caciara pre-elettorale, l’autore si è spinto a scrivere: «(…) la ciclabile esiste anche a Nord di quel punto da dove per circa 500 metri si percorre la banchina in cemento brozzoloso che non è confortevole per chi la percorre in bici. (…) BiciRoma però chiede che sia completata l’asfaltatura della ciclabile risalendo dal punto della foto sino a ricongiungersi con il tratto sperimentale di Iterchimica rendendo così omogeneo tutto il tratto da Ponte Sublicio al Lungotevere della Vittoria (resterebbe poi da sistemare il tratto da Ponte Sublicio a Lungotevere Pietra Papa- zona Marconi che crediamo non sia previsto con questi lavori). Sindaca e Assessore faranno completare l’opera accogliendo la nostra richiesta o saranno anche loro i responsabili dell’ennesima occasione persa per completare questo tratto e migliora concretamente un importante tratto della rete viaria ciclabile romana?»
Ebbene, che BiciRoma voglia o meno accettarlo, l’immagine di Roma non appartiene solo ai suoi associati, sicché essi debbono capire che l’immagine degli argini del Tevere non può e non deve essere diversa da quella che si può ammirare sui Lungosenna di Parigi o lungo il Dee a Chester o lungo qualsivoglia fiume del mondo civile … tutti luoghi dove si pedala senza lamentarsi del pavé.
[1] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/10/24/marciapiedi-piazze-e-strade-roma-meriterebbe-un-maggior-senso-del-decoro/
[2] https://www.fanpage.it/roma/una-colata-di-catrame-e-bitume-sul-lungotevere-e-questa-sarebbe-una-pista-ciclabile/
[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/22/olimpiadi-2024-viaggi-contratti-e-consulenze-doro-come-ha-speso-soldi-il-comitato-organizzatore-del-coni/3050980/
[4] https://abitarearoma.it/biciroma-rifacimento-ciclabile-tevere-nuova-occasione-persa-dallamministrazione-raggi/
Cara Sindaca, potrebbe non ulteriormente indebolirsi la fiducia sul Suo operato se almeno vedessimo qualche dimissionamento dei Suoi collaboratori responsabili (tecnici e politici) di questo scempio, ricordando che “chi rompe paga”. Faccia pagare Lei prima che a esigerlo sia la Corte dei Conti.
giustissimo Luigi!
Disgustoso.
Questa è la cultura dello stupro!
Basta!!
Rripristinare tutto e pagare i danni materiali e morali sempre che non ci siano gli estremi per mandare in galera i responsabili dello scempio, Ma esiste ancora la soprintendenza?
Infatti cara Elisabetta …
Sono anch’io rimasto impietrito. Non so cosa abbiano nella zucca questi adepti della Setta dei Cinque Capestri…..Comunque i conti li faremo presto e tutti in insieme nella cabina elettorale !
Elezioni ! …Elezioni !….Ormai solo nei condominii si fanno elezioni …!
Saluto
Personalmente delle elezioni amministrative capitoline non me ne frega un bel nulla se non per il fatto che non vedo altri modi per dimostrare la mia disapprovazione e il mio disprezzo verso questa amministrazione. Se qualcuno avesse qualche suggerimento per un modo più efficace di esprimere la propria opinione gliene sarei grato.
Caro Maurizio,
dato l’intervento di Calenda e di altri personaggi in cerca di autore che, in passato, hanno fatto anche peggio degli occupanti del Campidoglio, sono molto pessimista sul futuro della nostra povera Capitale!
Caro Ettore, voglio confidarti che da alcuni anni uso le scadenze elettorali non per esprimere preferenze o approvazione per qualcuno ma piuttosto per contribuire ad affossarlo e condannarlo alla sconfitta. Mi sembra un modo perfettamente lecito e democratico nel rispetto della mia convinzione che se è il motore di una società a non funzionare, è perfettamente inutile e illusorio cambiare i piloti. E le illusioni riservano sempre brutte sorprese !
certo Maurizio!
…tengo qui a precisare che nel 2016 ho votato M5S perché francamente il resto era inguardabile e, dal mio punto di vista, meritava una lezione e una severa critica espresse appunto nella sintesi del voto; sintesi che comporta prendersi dei rischi. Altro non riesco a vedere salvo esprimere con cognizione di causa e senza pregiudizi ideologici, le valutazioni sull’operato nel corso della consiliatura, della formazione votata.
Quindi se facessero una ciclabile sull’appia antica verrebbe fuori qualcosa del genere ?
Saluto Spaventato
Ho rivisto da poco la scena finale della “Grande Bellezza” !
Ho pensato:
“…Hanno fatto appena in tempo a girare la scena !…”
Però penso che ci sia un protocollo ( …sospetto fortemente siano indicazioni UE.. ) su come vadano inderogabilmente realizzate le piste ciclabili.
D’altra parte costoro, in pieno LocKdown, hanno avuto il coraggio di svolgere le domeniche ecologiche.
Saluto
Caro Memmo,
mi fa piacere che tu abbia fatto riferimento a “La Grande Bellezza”, perché è un film che ho citato a proposito delle mie critiche alle pavimentazioni romane, ricordando che, se il regista avesse filmato la città verso il basso, il titolo sarebbe stato “La grande Schifezza”
Ho visto poche immagini e queste mi sono bastate. Sono progettista, cittadino, ciclista. Da progettista mi chiedo chi possa aver autorizzato questo tipo di intervento dal momento che quando noi vogliamo intervenire su edifici o elementi vincolati abbiamo tutta una serie di mani legate. Da cittadino mi chiedo chi può aver progettato e autorizzato un intervento simile in un luogo simile. Infine faccio una valutazione da ciclista.anche a me piacerebbe pedalare sulla riva del mare ma c’è la sabbia e quindi si fa fatica. Non ho mai pensato e nemmeno preteso che qualcuno asfaltasse sulla riva del mare Per agevolare i miei spostamenti. Anche sui sentieri di montagna pieni sassi e ghiaia si fa fatica… Ma vale quanto sopra. La bicicletta non può essere messa al centro del nostro universo.Prima deve arrivare il rispetto delle persone e poi della cosa comune.soprattutto quando questa cosa comune c’è invidiata da tutto il mondo…
grazie per lo splendido commento Luca!!
Un caro saluto
Bellezza, più o meno grande non importa, sarebbe pure spendere soldi pubblici per dotare i marciapiedi degli scivoli (obbligatori) per i diversamente abili di cui ne sono sprovvisti almeno il 50% e soprattutto la fascia di 2 metri di larghezza per il transito pedonale, anch’esso obbligatorio, invece che blandire una categoria di potenziali elettori che rappresentano lo 0,005 dei residenti con opere frettolose, mal progettate e degne di dilettanti allo sbaraglio come quelle qui trattate. La funzionalità è bellezza !
Nella programmazione economica europea I prossimi lustri saranno dedicati al GND…. Quasi il 40% dovrà essere tassativamente speso in questa ottica…sennò bloccheranno o si riprenderanno (… ?… ) il denaro prontamente già, da noi, anticipato, e che continueremo ad anticipare, per farglielo gestire con tranquillità e lungimiranza (…purtroppo.. si è sparsa la voce, della nostra incapacità di governarci dignitosamente… ). Ricorderanno , con cortese sollecitudine e fermezza, cosa dobbiamo precisamente fare. In quest’ottica pagheremo detti tributi direttamente all’imperatore della casa di Svevia ( come ogni buon suddito anela.) ..senza inutili intermediari o valvassori.
Le piste ciclabili , insieme ad altri artifici che potrebbero rendere conveniente e praticabile l’elettrico , faranno parte di queste spese a contorno : incoraggiate, autorizzate e finanziate. Oltre riisolvere il problema di mobilità di strati sociali a bassissimo reddito ( …vedo solo io negretti ai pedali con il borsone di Glovo sulla schiena ?.. o i monopattini con gli occhi a mandorla ?..)
Il centro di Roma è grande e qualche sciocchezza finirà sicuramente nel posto sbagliato: le sosprintendenze, come prevedibile, faranno spallucce (… è già successo… ): il disagio di alcune “piccolezze” sarà nulla di fronte al nuovo modo responsabile di “salvare il mondo” ( scusate se è poco ! ) Tra l’altro è un business ! …Crea spesa….che volete di più ?
Poi, nei grandi e piccoli media , non c’è scampo !…tutti i giorni il cannoneggiamento continua:
ci stiamo riscaldando, la CO2, la vita non è più sostenibile ed “… in africa ci sono milioni….”
E questo dall’avvento di una certa, accigliata, giovinetta nordica..! ..prima no !….non era così tambureggiante.
Di qui a pensare di essere “leggermente” oggetto di manipolazione ideologica il passo è brevissimo.
La stessa accanita, teppistisca, manipolazione che ci condurrà, dai e dai… alla fine…. a sostenere gli stessi che hanno chiuso gli ospedali, creato disoccupazione e sottoccupazione, fatto fallire le proprie banche per salvare quelle degli altri “concorrenti”…Riusciranno a farci votare il Kapo della baracca !
Riusciranno senza vergogna o sotterfugi : solo con “vigile attesa e tachipirina”…con niente in somma..
Saluto Pessimista
P.S. : ho letto nel primo Recovery Plan che il M.A.E. voleva illuminare tutto il piazzale con un sistema di illuminazione a led alimentata green…( forse a pedali ) …se ne sa più nulla ?
Queste sono le iniziative che salvano il mondo !
grazie Memmo per le tue preziose riflessioni!
Beh, da quelle parti non s’improvvisa nulla anche se a volte un granello di sabbia s’insinua nell’armonica perfezione di certi ingranaggi o, per citare uno cattivo, essi alzano pietre che gli ricascano sui piedi. Che siano i nostri ?