L’insostenibile pesantezza dell’essere e la coerenza del G20 alla Nuvola

La Nuvola dell’EUR – foto “La Repubblica” presa dal web

Parlare di “transizione ecologica” e di “sostenibilità” nell’edificio più insostenibile del mondo è lo specchio di una società malata, dove l’immagine conta più della sostanza e l’ipocrisia del parolaio di turno viene ritenuta sufficiente a credere che sia tutto giusto e vero.

Considerata infatti l’inutilità e l’ipocrisia di questi meetings, i cui risultati risultano sempre più nebulosi e insulsi, probabilmente nessun edificio avrebbe potuto risultare più adatto, simbolicamente, ad ospitarlo!

Sin dall’ultimazione – apparente – dei lavori, è risultato difatti chiaro a tutti che la Nuvola dell’EUR fosse quanto di più nebuloso potesse affermarsi in termini di ecologia e sostenibilità in campo edilizio.

Un immenso scatolone di vetro, sostenuto da tonnellate e tonnellate di angoscianti strutture di acciaio, dove non potrebbe esserci vita in assenza di aria condizionata …

La stessa “Nuvola”, grottescamente definita “floating space” (spazio flottante) dall’architetto, risulta sostenuta da orrende e pesantissime strutture metalliche che incombono sui fruitori.

Il rivestimento della “Nuvola” è invece stato realizzato con pannelli di fiberglass cuciti su misura da una ditta belga-tedesca …

Evidentemente, in barba al chilometro zero, tutti i trasporti e le produzioni industriali, indispensabili per rendere possibile il sogno di Fuksas, non hanno alcuna incidenza sull’ambiente, ergo sulla presunta “sostenibilità”.

Pensando alla leggerezza millantata da Fuksas e guardando alla realtà dell’edificio, mi viene in mente di parafrasare il titolo del romanzo di Milan Kundera, definendolo “L’insostenibile pesantezza dell’essere”.

Tornando sulla dipendenza di questo edificio dall’aria condizionata – sistema inaccettabile nell’era della sostenibilità – in pochi, perfino a Roma, sanno che, per poter rendere utilizzabile questa mostruosità, i tecnici siano stati costretti ad utilizzare le acque del laghetto dell’EUR … uccidendolo con l’immissione di acqua calda, per poi ridagli vita realizzando un acquario che ha tratto beneficio dall’innalzamento della temperatura dell’acqua.

Ovviamente queste spese, indirette, necessarie a rendere possibile il sogno dell’architetto, non sono mai state contemplate nel conto, ripetutamente contestato ai responsabili della Nuvola.

A conferma della assurda vicenda – insostenibile – del laghetto dell’EUR, nel lontano 2016 il quotidiano “La Repubblica” pubblicò un interessante articolo, a firma di Francesco Merlo, intitolato Con Fuksas dentro la Nuvola. “La vendano subito ai tedeschi[1].

In quell’articolo l’autore, contestando all’architetto i costi, elencava anche quelle che lui impropriamente definiva “leggende metropolitane” ricordando:

«[…] hanno dovuto deviare il laghetto dell’Eur per raffreddare la Nuvola che d’estate diventa un forno. […].

Stupidaggini. […] Usiamo l’acqua del laghetto prendendola con le pompe. È un risparmio ed è ecologico. Qui c’è il fotovoltaico. E, dentro, la temperatura è sempre uguale, estate e inverno: un altro miracolo. Di sicuro posso dire che l’opera finale è uguale al progetto iniziale. È esattamente come l’ho pensato e non ho più voglia di farmi trascinare nelle polemiche né con l’impresa né con l’Ente Eur: sono felice e fiero della Nuvola. Ti ricordi la pubblicità? ‘Ho trovato confini alla mia immaginazione ma alla fine ho visto ciò che ho voluto’».

Inutile elencare le altre contestazioni, incluso l’errore di posizionamento dell’edificio rispetto alle strade, perché ciò che emerge dal botta e risposta è l’assoluta certezza, dell’architetto, di essere nel giusto e di essere convinto che la realizzazione del suo sogno iniziale non si configuri affatto come un incubo per la collettività … la regola del Marchese del Grillo, specie in determinati ambienti, è sempre attualissima!

Eppure se prendessimo in esame, come indicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, tutti i parametri necessari per poter considerare un edificio “sostenibile”, la Nuvola e tutte le strutture a suo contorno ci apparirebbero come quanto di più errato possa concepirsi!

In pratica ci troviamo davanti ad un edificio del tutto insostenibile, oltre che inutile il quale, per essere giustificato ai cittadini che hanno sostenuto i costi di costruzione con le proprie tasse, viene utilizzato nei modi più disparati.

In pratica, dovendo dare un senso – come direbbe Vasco – a quello che un senso non ce l’ha, dopo averlo usato come hub vaccinale, questo ecomostro è stato scelto per ospitare il G20 dove, tra le altre cose, i presunti “grandi della Terra” sono stati chiamati a discutere di “transizione ecologica” e “sostenibilità” … peraltro provocando un’impennata di CO2 grazie alle deviazioni del traffico, molte delle quali necessarie a consentire alle first ladies di fare le turiste nella Capitale!

Come è possibile dar credito a tutto ciò?

Se mai questi individui tenessero davvero all’ambiente, certe riunioni dovrebbero farle nel bel mezzo di un deserto, atto a fargli comprendere cosa significhi “cambiamento climatico”, oppure su di un’isola deserta, dove le loro discussioni, inutili perché nessuna decisione presa verrà mai messa in atto, possano non disturbare la gente e possano evitare le immani spese per la sicurezza dei partecipanti, specie nell’era della spending review!

Se proprio i G20 intendono dare il buon esempio, dettando le regole per uno sviluppo sostenibile, essi dovrebbero scegliere degli edifici il cui impatto sull’ambiente risulti pari a zero e non di certo all’interno di edifici consumisti, tossici e impattanti, che nulla possono rivendicare in nome della sostenibilità.


[1] https://www.repubblica.it/cultura/2016/10/24/news/fuksas_nuvola_tedeschi-150477918/

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