Crollo di Cagliari, “Rigenerazioni Urbane” e Bonus Edilizi … dove stiamo andando?

L’Aula Magna della Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari prima e dopo il crollo (immagine ANSA.it)

Lo scorso 18 ottobre, come noto, si è sfiorata l’ennesima strage dovuta al crollo di un edificio in cemento armato realizzato negli anni ’50 del secolo scorso, cosa che ha riportato alla mente il crollo di Genova e, soprattutto, ha portato tanti italiani ad interrogarsi sulla durata in vita degli edifici in cemento armato.

Il 20 ottobre u.s. l’ANSA ha pubblicato un articolo[1] nel quale si leggeva: «[…] L’edificio aveva ospitato sino a poco prima del crollo alcune lezioni. Secondo quanto appreso gli ultimi studenti sono andati via dalla palazzina che è stata chiusa verso le 20. Il crollo si è verificato verso le 21.50 nell’edificio retrostante l’ingresso principale del complesso che ospita le facoltà umanistiche e l’aula magna della facoltà di geologia.

L’edificio è collassato su se stesso e sono rimaste in piedi solo la parte inferiore della facciata e le colonne portanti che tenevano la struttura attaccata ad un’altra costruzione a forma di C dove è stato realizzato anche l’asilo della Facoltà. “Bisogna capire le cause prima di arrivare ad ogni ipotetica conclusione – ha detto il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu – facciamo tanti controlli sugli edifici e nonostante questo non sono mai sufficienti: oggi dobbiamo ringraziare che questo crollo è avvenuto a tarda sera quando le lezioni erano già concluse”».

Sempre lo stesso articolo, in conclusione, puntualizzava: «[…] Undici crolli in 30 giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Quello di ieri alla facoltà di Lingue a Cagliari segue altri 10 casi di crolli o distacchi di intonaco in scuole ed università. Lo dice Cittadinanzattiva: fatti simili sono accaduti nella elementare di Dello (BS), nella media Gennari di Maratea (PZ), alla Vittorino da Feltre di Adria (RO), nell’istituto Fermi-Leonardo da Vinci di Empoli, nell’istituto di via Agnano di Napoli, nella Palestra della Muratori di Castiglione d’Adda (Lo), nell’ateneo di Fisciano (Salerno), nella elementare di via Fiuggi a Roma, alla primaria Doria di Vallecrosia (IM), al Liceo Cavour a Roma».

Non c’è da star tranquilli eppure, per chi operi nel settore edilizio, sembra che i problemi siano altri.

A partire dal terribile terremoto dell’aprile 2009 a L’Aquila, passando per il crollo della Schola Armaturarum di Pompei e i terremoti dell’Emilia Romagna e di Amatrice, ho avuto modo di pubblicare una serie di articoli[2] nei quali ho avuto modo di parlare del comportamento di determinate strutture, nonché dell’incompatibilità dell’uso del c.a. nei restauri[3]. In questi anni ho avuto anche modo di raccontare della straordinaria durevolezza delle malte antiche romane[4], nonché del sistema costruttivo antisismico, codificato nel 1785 dal Manuale di Edilizia Antisismica Borbonico e certificato – in occasione del Convegno H.Ea.R.T del 2013, dal CNR italiano e da un team internazionale di esperti della materia – quale metodo costruttivo antisismico più sicuro a livello planetario[5].

All’indomani della tragedia del viadotto di Morandi a Genova mi chiesi se quella tragedia non fosse da considerarsi l’inizio della fine dell’immenso castello di carta[6]rappresentato dall’edilizia in cemento armato realizzata nell’ultimo secolo … come me, furono in tanti a porsi le stesse domande, eppure sembra che non sia ancora giunto il momento di ammettere che il cemento armato risulti una bomba a orologeria il cui ticchettio, però, come la mancata tragedia di Cagliari insegna, spesso non risulti neppure udibile per poterci mettere in allarme!

Nonostante l’evidenza dei fatti elencati, cui occorrerebbe ricordare i crolli di altri viadotti autostradali e/o ponti, ma anche tanti altri edifici in giro per l’Italia e il mondo intero – si pensi per esempio al crollo di luglio a Miami[7]si continua, perfino con l’ausilio di bonus edilizi, a puntare sulla cementificazione a tutti i costi … anche dell’edilizia storica.

Di recente infatti, parlando di Leggi Regionali per la Rigenerazione Urbana[8], Bonus Edilizi[9] e richieste di modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Roma[10] ho cercato di mettere in allarme gli italiani sull’attacco indiscriminato all’edilizia storica, ritenuta  sismicamente inadeguata, sebbene passata indenne ai tanti eventi naturali succedutisi nei secoli.

Analizzando le varie norme regionali e le diverse proposte di modifica ai PRG circolanti in Italia in questi ultimi anni infatti, è possibile notare come, dovunque, l’interesse sulle aree pregiate abbia fatto sì che, sotto la pressione operata dai palazzinari – è inutile usare termini più delicati – opportunamente supportati da professori universitari e ordini professionali interessati a non rovinarsi la piazza opponendosi a certe pressioni, si stia cercando, con la scusa della Rigenerazione Urbana e dell’adeguamento sismico, di consentire la demolizione e ricostruzione (rigorosamente con premio di cubatura) anche all’interno dei centri storici.

Il crollo di Cagliari viene dunque a ricordarci ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che sarebbe necessario rivedere il modo di costruire e, soprattutto, il modo di insegnare a costruire, perché se l’università e le scuole continueranno a formare dei professionisti in maniera faziosa, piuttosto che libera e trasparente, i professionisti del settore continueranno, totalmente in buona fede, a svolgere la loro professione seguendo l’insegnamento (errato) ricevuto, convinti di stare operando al meglio.

L’ammonimento di questa mancata tragedia deve quindi portarci anche a rivedere il modo di “restaurare” perché, troppo spesso, questa operazione si trasforma in una pericolosissima cementificazione degli edifici storici in ossequio alla Carta del Restauro di Atene del 1931 … come del resto ebbi modo di raccontare ei citati articoli post terremoto.

Il recente “Sisma Bonus”, ha inoltre portato una serie di avidi contractors e professionisti privi di scrupoli, a proporre interventi invasivi – prevalentemente inutili – su edifici otto-novecenteschi: questi interventi, infatti, in genere non risultano dettati da reali esigenze statiche e/o sismiche, ma semplicemente sulla base del fatto che, così facendo, l’intervento sull’edificio potrà risultare “a costo zero”, grazie alla cessione del credito d’imposta, per i condomini … una trovata geniale (del legislatore asservito) per spianare la strada al cemento senza condomini rompiballe che possano creare ostacoli. La legge dei “Bonus”, che di fatto ha trasformato l’edilizia in finanza, non è infatti stata pensata per i nostri edifici e/o per l’ambiente, ma per far muovere gli ingranaggi dell’economia … specie quelli delle banche, delle compagnie di assicurazione e dell’industria edilizia. Quella legge infatti, non solo non ha fatto alcun distinguo atto a tutelare l’edilizia storica, ma addirittura ha fatto di tutto, eliminando il “Bonus Facciate”, per far sì che anche e soprattutto sull’edilizia storica venissero proposti interventi nell’ambito del “Sisma Bonus”.

Meditate gente … meditate!


[1] https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2022/10/19/cagliari-crolla-laula-magna-delluniversita.-nessun-ferito_ea21a75e-b115-49fe-bd65-bdcffad9499a.html

[2] https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/04/05/anniversario-del-terremoto-dellaquila-ricordando-le-buone-proposte-dellurbanista-ettore-maria-mazzola/

[3] https://biourbanistica.com/blog/2016/8/31/il-cemento-e-il-terremoto-corruzione-e-menzogne-architettoniche/

[4] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/07/08/498/

[5] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/06/11/new-towns-di-laquila-case-antisismiche-o-autodistruggenti/

[6] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2018/08/18/il-disastro-di-genova-segna-linizio-della-fine-di-un-immenso-castello-di-carta/  

[7] https://www.lastampa.it/esteri/2021/06/27/news/l-edificio-collassato-a-miami-aveva-danni-strutturali-da-almeno-tre-anni-e-aveva-bisogno-di-lavori-per-nove-milioni-di-dollari-1.40436379/

[8] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2019/07/02/edifici-storici-a-rischio-rigenerazione-urbana/

[9] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2021/12/09/larmageddon-dei-centri-storici-ex-lege/

[10] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2022/07/20/osservazioni-alla-delibera-di-giunta-comunale-roma-n-120-2022-riguardante-le-modifiche-delle-norme-tecniche-di-attuazione-del-piano-regolatore-generale/

9 pensieri su “Crollo di Cagliari, “Rigenerazioni Urbane” e Bonus Edilizi … dove stiamo andando?

  1. Bene, bisogna insistere, sempre di più, e sono due le forze che agiscono in questa direzione : la realtà incontrovertibile dei fatti, dei fenomeni, e le persone che ne denunciano le cause, ne forniscono la spiegazione scientifica; c’è poi una terza componente data dalle vittime, sia fisiche che indotte dalla catena degli eventi che giungono fino al terminale di chi paga col denaro pubblico questi che possono essere definiti dei novelli “robben barons”.

  2. Il cementarmato ti sfratta dal luogo dove sei e dalla vita che hai senza preavviso e questo è noto, ma un lastrico solare che sostiene solo se stesso che collassa così è da indagare. Ma tant’è, potremmo proseguire ancora sull’innamoramento per “i cordoli”, ne ho visti di adagiati sopra le macerie di edifici in muratura, dopo il sisma in Umbria nel ‘97 , non tanto a causa di questo quanto schiacciati dal peso inaccettabile del cordolo, creando una tragica solidarietà.

    1. Esatto Maurizio, occorre indagare. Tuttavia, in attesa dei risultati e data l’immane mole di precedenti che dimostrano le cose riportate nei miei vari articoli su terremoto e cemento armato, occorrerebbe impedire il proliferare di interventi “di restauro” in ambito Sisma Bonus e, più in generale, occorrerebbe abbandonare questa tecnologia per l’edilizia residenziale e per i ponti

  3. E’ crollato come un controsoffitto qualsiasi…una qualsiasi camera a canne con travicelli lignei infradiciati o mangiati da funghi ed insetti.
    Solo che era qualche centinaia di volte più pesante.
    Abbandonata la stella polare della gravità, infilato il capo nel cappio della chimica, della fisica, della matematica esattezza dei manuali del c.a. siamo entrati nel tunnel del calcolo.
    Se per il calcolo è possibile si può fare…e si deve fare ! Gli strutturisti più ragionevoli, alla fine, maggioravano sensibilmente membrature ed armature cercando di proteggere e proteggersi dagli scherzi sinistri del cantiere e dei fornitori.
    Sostanzialmente:
    A) La qualità del materiale che arriva nelle botti è assolutamente insondabile. Ed anche il metallo non è da meno. Nel campo della meccanica ho visto molle spingidisco di nuova costruzione accorciarsi di alcuni cm dopo la prima sollecitazione.
    B) L’esecuzione, poi, è terribilmente delicata: un ritardo, un erroretto anche banale si paga carissimo.
    Anche se la semplicità della grigia poltiglia che avvolge il ferro sembra garanzia di sicurezza in realtà nasconde insidie potenzialmente mortali. Le riprese di getto poi sono pura teoria, puro calcolo, .In realtà la discontinuità è assolutamente certa, garantita addirittura. Facciamo finta di credere che tutto sia assolutamente sotto controllo e, finchè non ci sono sollecitazioni straordinarie o anomale, sembra pure vero !
    Pensare poi che di situazioni limite ce ne siano, in giro, in quantità statistica assai rilevante ci mette tutti nelle mani del Destino che è l’unico, effettivo, architetto delle nostre città.
    Saluto
    P.S.: Scusa, Ettore, per quel commento imbarazzante che ben hai fatto a smarrire !

    1. Caro Memmo, ti ringrazio per questo ottimo commento. Non so quale sia il “commento imbarazzante” smarrito, probabilmente non mi è mai arrivato!

  4. Una soluzione d’emergenza per porre rimedio al all’assalto all’edilizia storica potrebbe essere l’estensione del vincolo architettonico agli edifici di una certa età. ( 80 anni ?) di qualsiasi tipo e dimensione.
    Senza badare che sia una casupoletta del Quadraro, una fabbrichetta del Mandrione, o un villino dei Parioli. L’importante è che abbia certa consistenza di edificio finito.
    Con conseguente invalidazione di tutti i criteri di classe energetica . Chi abita o vuole abitare in un villino, una palazzina o grande complesso abitativo d’epoca, attribuisce e riconosce a questi un valore umano, sociale, e financo “estetico” che giudica ben al di sopra degli arronzati accorgimenti dei vetri termici dei cappotti e cappottini di ogni risma. I sostenitori di questo sentimento non sono pochi e non sono solo gli architetti (.. tutti …anche i modernissimi… ) ma è un comune sentire : è il rispetto del lavoro, e delle aspirazioni dei nostri padri.
    Significa riconoscere che un edificio è anche una parte di vita vissuta… e ciò ha un costo.
    L’ossessione per la dispersione, il risparmio energetico, servono essenzialmente per poter abbassare le retribuzioni di ogni tipo ( e qui faccio contento Maurizio…) nella grande battaglia mercantilistica ingaggiata nella UE, coi paesi alfieri del beggar your neightbour.
    Se i nostri concittadini non si arricchiscono un po’ e decidono di spendere sulla propria casa sui propri ideali, l’alternativa è fare propri gli ideali altrui e portare a casa qualcosa: plastica, vetro, ed altri prodotti d’importazione su cui altri lucrano.
    Ma con le attuali limitazioni alla possibilità di intervento , da noi acriticamente accettate senza neppure profferir parola, le cose che si possono fare sono modeste: piccoli contentini per mostrare che i loro delegati governano un po’… e si occupano dei sottoposti; e non mi stupirebbe se tra qualche mese/anno, calmatesi le acque, uscisse qualche pronunciamento dalla fantomatica commissione ( come a Babilonia l’insondabile Compagnia che gestiva la lotteria ) che definisca questi interventi come perturbatori del mercato affossandoli definitivamente.
    Ovviamente Gentiloni si allineerà…ça va sans dire !.
    La finanziarizzazione in un economia in cui le banche sembrano destinate a sostituire lo Stato, come l’abbiamo conosciuto noi, controllando tutto: dai conti correnti alle modalità di svago, questo è un inevitabile corollario…Le banche comprano i titoli di stato; le banche finanziano il debito privato…l’economia trainata dai debiti/prestiti…al posto di quella trainata dai salari/guadagni
    L’anarchia passa di qua…
    Saluto

    1. È già, basta rammentare l’acronimo molto in voga negli ‘80, coniato nei paesi anglosassoni : “WASP”, bianchi,anglosassoni,protestanti, per datare la nascita di quella pretesa di riedizione dell’ubi maior minor cessat Romano, obiettivo di ogni impero che si rispetti. Ma gli imperi hanno fatto il loro tempo e ogni tentativo di ripetizione si trasforma da tragedia in farsa. Il tempo stringe e bisognerebbe ragionare intorno a un tavolo da bravi fratellini per stringere accordi, trovare compromessi, avviare mediazioni, rispettare gli interessi di tutti prima che il mondo ci crolli addosso. Ma il Capitale non ragiona così, per sua natura tende a fagocitare tutto il cucuzzaro e ci abbiamo sbattuto le corna più di una volta. Perdonate la corrivita’.

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