Sul progetto e contro-progetto per il nuovo Stadio del Rugby a Bath

Proposta e Contro-proposta per il nuovo Stadio del Rugby a Bath

Come è possibile leggere sul suo sito ufficiale[1], il “Bath Rugby ha presentato la domanda di pianificazione al Consiglio B&NES per riqualificare le attuali strutture del The Rec.

Nel sito si legge:

«Un nuovo stadio per Bath offrirà una sede eccezionale, moderna e adatta allo scopo per il Bath Rugby presso il Recreation Ground, la sede spirituale del club di rugby da oltre 125 anni.

I piani includono anche la rigenerazione del lungofiume nel cuore della città, la creazione di significativi benefici sportivi e comunitari per tutti, garantendo al tempo stesso che il Club continui a fornire un contributo considerevole all’economia della città per i decenni a venire.

I punti salienti della proposta includono:

  • Stadio da 18.000 posti con disposizioni di accessibilità notevolmente migliorate;
  • Design contemporaneo e sensibile;
  • Nuovo campo ibrido che aumenta l’uso comunitario e amatoriale;
  • Lungofiume rigenerato, inclusa la nuova Spring Gardens Walk;
  • Conservazione degli alberi maturi, nonché ulteriori misure paesaggistiche e a favore della biodiversità;
  • Una serie di misure di sostenibilità per sostenere l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio operativo;
  • Caffetteria/ristorante sul fiume, negozio del club e museo per uso al di fuori dei giorni delle partite»

Tarquin McDonald, Chief Executive del Bath Rugby ha affermato:

«Siamo assolutamente lieti di aver presentato le nostre proposte. Questo è il culmine di molti anni di collaborazione, ascolto e perfezionamento, che ora crediamo offra la struttura di livello mondiale che Bath Rugby e la città in generale meritano. Siamo entusiasti di condividere la nostra visione con tutti e vorremmo chiedere alle persone di rivedere le proposte tramite il portale di pianificazione B&NES e, infine, di supportarle».

Il sito quindi invitava tutti a visionare le proposte ed esprimere il proprio parere, rammentando altresì:

«La versione finale del Development Brief è stata ora formalmente presentata al Bath & North East Somerset Council.

Il presente Development Brief è stato inizialmente pubblicato per la consultazione pubblica per un periodo di 3 settimane tra l’11 aprile 2018 e il 2 maggio 2018.

Una “bozza finale per la consultazione” è stata successivamente consultata nel giugno 2023. I commenti ricevuti sono stati presi in considerazione e il documento è stato modificato di conseguenza.

Il Consiglio ha confermato che il processo e la consultazione pubblica sono “considerati conformi agli aspetti di coinvolgimento pubblico dei requisiti stabiliti nella Policy SB2”».

Progetto per il nuovo Bath Rugby Stadium approvato a maggio 2023 – Vista aerea
Progetto per il nuovo Bath Rugby Stadium approvato a maggio 2023 – Vista dello stadio e del Centro Ricreativo
Progetto per il nuovo Bath Rugby Stadium approvato a maggio 2023 – affaccio sul lungofiume

Ebbene, non proprio tutti i commenti sembrano esser stati considerati, la volontà popolare sembra infatti essere stata considerata molto poco da chi intenda procedere a questa importante costruzione, tanto che il Times ha pubblicato un articolo intitolato “C’è un luogo per  una scatola di vetro e non è la Georgiana Bath[2]” .

Per comprendere l’enormità della differenza tra le intenzioni del club – chiaramente influenzate dalla comunità dei professionisti adepti del “contemporaneo” – e quelle che sono le preferenze della comunità, locale e internazionale, è bene sapere che il sondaggio effettuato ha mostrato una percentuale di favore per la controproposta sviluppata dallo studio Apollodorus Architect del mio caro amico Mark Wilson Jones, superiore al 75% !!

La rete e i media si sono mobilitati affinché l’immagine di Bath non venga sfregiata da un intervento decontestualizzato[3], addirittura un profilo Twitter ha pubblicato un post che, ad oggi, ha ricevuto 2,5 milioni di visualizzazioni, con commenti estremamente favorevoli al contro-progetto. Quel post è stato ritwittato da un’infinità di persone nel mondo mostrando peraltro come il commento più ricorrente risulti essere “STUPEFACENTE”.

Il tweet di Conor Lynch ha ricevuto 2,5 mln di visualizzazioni (vedi riquadro in rosso) ed è stato condiviso da 2011 utenti del social media

Per chi volesse conoscere a fondo il progetto sviluppato da Apollodorus Architect, riporto di seguito la traduzione della minuziosa spiegazione del progetto pubblicata sul sito web[4] dei progettisti, dove è possibile leggere anche alcuni interessantissimi commenti lasciati da molti lettori[5].

INTRODUZIONE

La storica città di Bath, nel sud-ovest dell’Inghilterra, è famosa per la qualità del suo ambiente, con la sua architettura classica nata nel periodo georgiano organizzata attraverso strade, piazze e “crescent” annidate in una conca di colline verdeggianti. Proprio al centro, a lato del fiume Avon, si trova tuttavia una ferita aperta: un sito di sfortunate strutture che deturpano sia la riva del fiume che lo spazio aperto del Recreation Ground, compromettendo questi beni e ostacolando anche i collegamenti tra loro.

I disegni e le viste riportate di seguito mostrano una realtà diversa, una visione di come potrebbero essere le cose. Si tratta semplicemente di una congettura, di un ipotetico “controprogetto” che presenta un nuovo approccio all’enigma che il sito pone in una direzione diversa rispetto alle varie proposte avanzate negli ultimi due decenni.

Contro-progetto: Vista di scorcio delle arcate dello stadio sull’area verde interna

CONDIZIONE ESISTENTE

Le carenze dello stadio di rugby esistente e dell’area circostante sono evidenti e ben note, mentre la natura del Recreation Ground (o “Rec”) è oggetto di una disputa di lunga data che ancora va avanti. Nessuna complessità ha bisogno di essere qui ribadita, tranne quelle per le quali è possibile intuire delle soluzioni. Il problema principale è la scarsa connettività con il resto della città a causa dell’orografia e delle difficili condizioni al contorno. Un qualcosa che crea non poche difficoltà in occasione delle partite, relegando il lungofiume a un’area abbandonata e desolata che lo separa dalle comodità del Rec. L’attuale stadio temporaneo presenta prospetti in gran parte spogli e poco attraenti: lo stadio e il centro ricreativo degli anni ’70, sebbene accostati, sembrano non avere alcuna relazione tra loro. Quest’ultimo, con il suo piano terra occupato da parcheggi, locali tecnici e negozi, appare attivamente ostile ai pedoni. Inoltre, il suo design obsoleto e misero non rende giustizia alla posizione unica sul lungofiume.

Per quanto insoddisfacente sia la situazione, i recenti progetti per lo stadio rischiano di peggiorare la situazione sotto alcuni aspetti. La nostra critica al nuovo schema presentato da Bath Rugby nel maggio 2023 può essere trovata a questo link[6]. Uno dei principali motivi è quello di aver finora trattato lo Stadio come fine a sé stesso e non all’unisono con il Centro Ricreativo. Indipendentemente dall’aspetto e dalle condizioni di entrambi i complessi, non ci sarà mai una soluzione soddisfacente, e ancor meno ottimale, per nessuno dei due finché persisterà la natura incoerente del loro collegamento.

Veduta aerea dello stadio e del centro ricreativo esistenti.

Il CONTRO-PROGETTO

I controprogetti nascono quando un luogo speciale è così degradato o minacciato che coloro che lo amano, siano essi architetti, progettisti urbani o gruppi comunitari, non potendo più restare a guardare con frustrazione e impotenza,  si sentono obbligati a immaginare qualcosa di meglio.

Contro-progetto per lo Stadio del Rugby di Bath – Vista sul Fiume Avon

Concepito da Apollodorus Architecture, il presente controprogetto è sia un esercizio teorico (una sorta di palestra progettuale) che una provocazione. Cerchiamo di provocare conversazioni che potrebbero, chissà, portare in direzioni positive.

Non essendo finanziato, il nostro schema rimane necessariamente in una fase concettuale e indicativa. Puntiamo a raggiungere una capienza di circa 18.000 spettatori, più o meno in linea con gli schemi precedenti. Tuttavia, ci saranno cose che ci sono sfuggite o che non potevamo sapere, o che non avevamo le risorse per indagare. Ciononostante confidiamo che gli inevitabili difetti di dettaglio non distoglieranno chiunque sia interessato al futuro di Bath dall’impegnarsi nei principi in questione. Le proposte contengono indizi per un approccio alternativo in grado di trasformare una parte tormentata, sebbene fondamentale, della città in modi che risultino più adatti alla sua natura, alla sua etica e al suo patrimonio.

Contro-progetto per lo Stadio del Rugby di Bath – Vista Aerea dell’intero intervento

GEOMETRIA

In termini di forma architettonica, il nostro punto di partenza per lo stadio è la forma ovale degli antichi anfiteatri. La scelta sembra azzeccata vista l’importanza della città – allora chiamata Aquae Sulis – nella Britannia romana. Inoltre, quando Bath fiorì nel periodo georgiano, il suo sviluppo ruotò attorno a audaci scenografie geometriche disposte da John Wood the Elder, Thomas Baldwin e altri: Queen Square, il Circo, Royal Crescent, Pulteney Street e così via.

Accade che un ovale riesca a ridurre l’ingombro complessivo di uno stadio rispetto a un rettangolo di pari capienza di spettatori. Piuttosto che rigidi bordi dritti che si affacciano sul lungofiume da un lato e sul Rec dall’altro, la struttura curva può fondersi in modo più organico con il suo contesto immediato, così come i “crescent” di Bath, attenuando al contempo l’impatto sulle viste critiche da e verso le colline circostanti.

Contro-progetto per lo Stadio del Rugby di Bath – Planimetria generale

COLLEGAMENTI URBANI

A nord, come ancoraggio al tessuto urbano adiacente, il lungo asse dell’anfiteatro si allinea con Laura Place e Jonestone Street. Lo schema si “inserisce” all’estremità di quest’ultimo, offrendo un collegamento a livello stradale al livello superiore dell’arena insieme a una vista sul corpo dello stadio e oltre. Qui l’apertura della facciata è incorniciata da due torrette. Allo stesso tempo c’è una scala a cascata che invita le persone a scendere verso il lungofiume e Rec, o nella direzione opposta.

In lontananza, la torre del centro ricreativo completa il prolungamento dell’asse urbano. Con un’altezza di circa 30 metri che risulterà visibile da diversi punti del centro cittadino, essa funge faro guida dell’impianto urbano, aiutando le persone a orientarsi verso il complesso di edifici.

Contro-progetto per lo Stadio del Rugby di Bath – Vista che mostra l’accesso all’arena a livello stradale da Jonestone Street.
Assi principali – Nuovi collegamenti pedonali – Facciata attiva (opportunità per usi commerciali e pubblici – negozi, bar, ristoranti)
La nostra proposta mira a preservare la President’s Lounge – una struttura del XVIII secolo alla fine di Jonestone Street vincolata alle Belle Arti e classificata di 2° Grado – che viene considerata il suo naturale proseguimento. La proposta prevede infatti un ampliamento dell’edificio per creare un pianerottolo per la serie curvilinea di scale che fornisca il tanto necessario collegamento pedonale tra il livello della strada e la passerella sul fiume.

CENTRO RICREATIVO

A sud è previsto un nuovo centro ricreativo coerente con lo stadio e atto a migliorare i collegamenti pedonali, sfruttando al meglio la posizione lungo il fiume. Il complesso è suddiviso in due blocchi principali, il che contribuisce a preservare la maglia urbana più piccola della città tradizionale con i suoi tetti a falde e parapetti. Collegato al livello della North Parade da una scala ben visibile, davanti al Padiglione esistente si viene a creare una piazza di discrete dimensioni, che vorremmo mantenere. Da qui le persone potranno accedere al centro ricreativo (e al parcheggio associato limitato), o procedere fino allo stadio o al Rec, dove, come si adatta alla sua costituzione, immaginiamo che le strutture possano ospitare varie attività sportive e club associati e gruppi ricreativi.

Vista del centro ricreativo riprogettato con l’arena in lontananza.

LUNGOFIUME

La strada curvilinea a ridosso dello stadio e dei complessi ricreativi è stata pensata fiancheggiata, su entrambi i lati, da negozi, piccoli caffè e spazi di accoglienza. Nei giorni delle partite questi saranno a beneficio degli spettatori del rugby.

Nel frattempo, sul lato ovest, un nuovo fronte fluviale terrazzato si estenderebbe dal North Parade Bridge fino all’area dello sbarramento. Una vasta gamma di bar e ristoranti situati sia nell’arena che al piano terra del centro ricreativo animerebbero questo quartiere, aumentando i servizi e l’offerta commerciale che Bath offre.

Vista della nuova sponda del fiume con il North Parade Bridge in lontananza
Vista dello Stadio e del Centro Ricreativo sull’area verde

NOTA SULLO STILE

Il valore più grande di queste proposte risiede nella visione urbana: la scala, la maglia, le connessioni, le viste, la facciata, il mix di funzioni e il rispetto contestuale che aiutano questi brani della città a prosperare in quanto leggibili e apprezzati da tutti coloro che vi risiedono e lavorano, nonché dai visitatori.

Lo stile è una questione secondaria. Tuttavia occorre scegliere, anche perché le viste aiutano un pubblico quanto più vasto possibile a comprendere le aspirazioni urbane. Abbiamo mostrato edifici spudoratamente classici, in parte per vocazione, ma soprattutto perché Bath è, in fondo, un ambiente classico. L’affetto che le riservano così tante persone è una testimonianza della visione duratura dei fondatori della città georgiana. In uno spirito di continuità e rispetto per quella visione, il progetto cerca di costruire ed emulare il patrimonio di Bath, ove possibile utilizzando materiali tradizionali.

Ciò non vuol dire impedire al linguaggio architettonico di evolversi in risposta alle sfide tecnologiche come una tensostruttura del tetto, proprio come fece Brunel ai suoi tempi. Ci sono coloro i quali caratterizzano la continuità con lo stile storico in senso peggiorativo, come “pastiche”, la teoria è che questo in qualche modo sminuisca l’autenticità della città premoderna originale.

Per molti altri la risposta è invece un approccio basato sul “contrasta e confronta”, il che significa che il nuovo dovrebbe apparire moderno e diverso dal vecchio. Questo può funzionare bene per interventi su scala relativamente piccola, ad esempio le Thermae Bath Spa e l’ampliamento del museo Holburne. Ma gli sviluppi su larga scala sono tutta un’altra questione; su scala urbana la modalità “contrasta e confronta” crea spaccature che separano e dividono piuttosto che unire.

Sebbene l’aspetto esteriore e la qualità di un edificio siano parte integrante del suo successo, si potrebbe facilmente re-immaginare lo schema in modo più essenziale, senza fare affidamento sugli ordini classici. Ciò potrebbe produrre risparmi sui costi e le recenti tecniche di costruzione in pietra utilizzando il taglio CNC si sono rivelate sorprendentemente economiche. Il punto è tuttavia quello di evitare edifici “di valore ingegneristico” realizzati in stili non amati che generano economie fasulle. I risultati diventano obsoleti, impopolari e antieconomici, portando, come gli ultimi decenni ci hanno ripetutamente dimostrato, alla demolizione e quindi a ulteriori cicli di miopia che non hanno alcun senso finanziario o ecologico. Nella ricerca di modelli urbani che siano umani, sostenibili e resilienti, gli approcci che imparano da tradizioni collaudate hanno molto a loro favore.

Tre soluzioni classiche, più o meno complesse, per l’esterno del muovo Stadio del Rugby

Conclusioni

Come ho scritto nel mio commento, favorevole al progetto, credo che l’ossessione per lo “zeitgeist”,  ovvero il “contemporaneo”, cara a chi non abbia alcuna voglia, o capacità, di confronto con l’esistente, in nome della favola di Esopo della “Volpe e l’Uva”, abbia fatto il suo tempo e, soprattutto in un’epoca in cu si parla tanto di sostenibilità, questa non possa più essere giustificata.

La tecnica del “claim”, in base alla quale nell’ultimo secolo ci sono state imposte scelte scellerate[7] facendoci credere che ci stessero migliorando la vita e salvando il pianeta si è dimostrata ampiamente fallace, per non dire in malafede, sicché sarebbe ora di farla finita con proclami di “modernità”, “sostenibilità” che non rispondono a verità.

A tal proposito, tempo fa avevo scritto un saggio intitolato “Sostenibilità Vs Ereditabilità È corretto usare l’aggettivo “sostenibile” parlando di corretto sviluppo urbano?[8] atto a far riflettere sull’ipocrisia della tecnica del “claim” e sulla necessità di pensare alle generazioni future, piuttosto che illuderci – o addirittura mentire – dei benefici immediati pseudo sostenibili.

Invito quindi Tarquin McDonald, Chief Executive del Bath Rugby a riflettere a fondo sul fatto che avere “un nuovo stadio per Bath eccezionale e moderno”, non necessariamente significhi doverlo avere irrispettoso del contesto. La definizione di “moderno” infatti, è cosa ben diversa da “modernista”, quest’ultima infatti, come tutti gli “ismi” che hanno caratterizzato le arti dalla seconda rivoluzione industriale in poi, riguarda una visione personale ed ideologica che, nella quasi totalità dei casi, si è rivelata errata ed addirittura obsoleta.

Diversamente, il Club potrebbe realmente mostrarsi moderno e addirittura evoluto, semplicemente riflettendo sulle illuminanti parole di Edmund Burke: «una civiltà sana è quella che mantiene intatti i rapporti col presente, col futuro e col passato. Quando il passato alimenta e sostiene il presente e il futuro, si ha una società evoluta»[9]. Realizzare infatti uno stadio assolutamente funzionale e moderno, che al tempo stesso risulti rispettoso del passato e del presente di Bath, significherebbe dare una lezione culturale al mondo, sempre più imbastardito da un’edilizia consumista e priva di carattere che, piuttosto che stimolare il senso di appartenenza della gente ai luoghi in cui risiede, tende a strappare le radici culturali e identitarie, generando un mondo sempre più distopico, spersonalizzante e irrispettoso di tutto e tutti.

In epoca comunale, quando si combatteva una battaglia culturale per rivendicare il valore culturale e la prosperità della propria città, venne coniato il termine “campanilismo[10]”, ovvero “l’attaccamento alle tradizioni e agli usi della propria città” … in qualche modo possiamo dire che quei “difensori del valore della propria città” possano essere in qualche modo equiparabili ai moderni supporters delle squadre di calcio e/o di rugby, i quali in uno stadio unico e identitario della città di Bath potrebbero risultare ancora più orgogliosi della propria squadra.

Un’ultima annotazione – a beneficio di qualche malpensante che possa criticare a priori il lavoro di Mark Wilson Jones come “gratuito”, “anacronistico” “anti-storico” e/o “falsificatore della storia” – è indispensabile. Mark non è solo un architetto, è anche uno storico affermato e riconosciuto a livello mondiale che ha pubblicato prestigiosi libri di storia dell’architettura … Mark è infatti uno storico e non uno “storicista”, come molti suoi colleghi adepti della lettura ideologica e dogmatica che vede gli “stili” architettonici come appartenenti a periodi storici rigidamente classificati e riposti in cassetti chiusi a due mandate e vietati da riaprire … in ossequio della legge fascista del 1938 “Istruzioni per il Restauro dei Monumenti” che al punto 8 recitava:  «per ovvie ragioni di dignità storica e per la necessaria chiarezza della coscienza artistica attuale, è assolutamente proibita, anche in zone non aventi interesse monumentale o paesistico, la costruzione di edifici in “stili” antichi, rappresentando essi una doppia falsificazione, nei riguardi dell’antica e della recente storia dell’arte».

Due acclamati testi di storia dell’architettura di Mark Wilson Jones

[1] https://www.bathrugby.com/stadium-for-bath

[2] https://www.thetimes.co.uk/article/a-glass-box-in-bath-is-a-half-empty-idea-cng80khts

[3] Podcast by media arm of the Chartered Institute of Building (2023-09-17, from ca. min 1 to ca. min 12)  https://rss.com/podcasts/21cc/1118196/

BBC RADIO SOMERSET (2023-08-12: 7:10 a.m. UK) Simon Parkin 

BBC RADIO BRISTOL (2023-08-12: 6:55 a.m. UK) Saturday Breakfast with Ali Vowles  

Bath Chronicle / Somerset Live (2023-08-12) https://www.somersetlive.co.uk/news/local-news/pairs-bid-turn-new-bath-8668275

Create Streets (2023-08-11) https://www.createstreets.com/front-page-2/media-centre/blog/

Building Design (2023-08-07) https://www.bdonline.co.uk/news/bath-practice-floats-classical-alternative-for-citys-proposed-new-rugby-stadium/5124549.article

Dezeen (2023-08-03) https://www.dezeen.com/2023/08/03/classical-stadium-bath-rugby-apollodorus-architecture/

Bath Voice (2023-07-31) https://bathvoice.co.uk/2023/07/31/bath-voice-prestigious-architect-offers-a-very-different-design-for-the-proposed-new-bath-rugby-stadium-slamming-the-clubs-ideas-as-lowering-the-tone-of-the-whole-area-and-believing-bath-can-do/ 

[4] https://www.apollodorus.uk/project-bath-arena-landing

[5] https://www.apollodorus.uk/project-bath-arena-comments

[6] https://www.apollodorus.uk/project-bath-arena-critique

[7] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/11/06/il-moderno-sacco-di-roma/

[8] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2017/07/29/sostenibilita-vs-ereditabilita-e-corretto-usare-laggettivo-sostenibile-parlando-di-corretto-sviluppo-urbano/

[9] P. Langford, The Writings and Speeches of Edmund Burke, Oxford, Clarendon Press 1981

[10] https://www.treccani.it/vocabolario/campanilismo/

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