Il sito della Regione Puglia dedicato alla “partecipazione” spiega: «Il processo partecipativo è un percorso di confronto strutturato, su politiche, progetti o iniziative di particolare rilevanza per il territorio. Può essere promosso dalla Regione Puglia, da Enti Locali e Istituzioni, da Enti del Terzo Settore, Scuole, Università e dai soggetti del mondo economico-sociale. L’esito di un processo partecipativo è un documento di proposta partecipata di cui le autorità competenti si obbligano a tener conto nei loro provvedimenti»[1].
Ebbene, pare che questo obbligo non riguardi il Comune di Barletta dove, dopo anni di attesa, si sta finalmente mettendo mano, nel bene e nel male, all’approvazione del PUG ormai già obsoleto. Tuttavia, come ha denunciato l’ex consigliera di Sinistra Italiana, ing. Maria Campese, gli emendamenti, scaturiti dagli incontri partecipativi ed approvati in consiglio comunale il 23 aprile 2018 sono scomparsi!
Viene da chiedersi a cosa sia servito perdere tempo e denaro per quegli incontri e per le giunte ad essi collegate, se si intendeva fare solo gli interessi dei soliti noti. Purtroppo in questo Paese, sebbene siano state fatte delle norme apposite che impongono il processo partecipativo, la sua messa in pratica è ben altra cosa, spesso si limita, come nel caso in oggetto, ad un “procedimento di facciata” atto solo a poter dire “io l’ho fatto”, certi che il popolo bue non approfondisca e, comunque, dimentichi facilmente le prese per i fondelli ricevute. … Per esempio a Roma, dove vivo e lavoro, la memoria dei cittadini riguardo al finto processo partecipativo messo in piedi dalla giunta Alemanno nel 2009-10 per la copertura del “parcheggio della vergogna”, realizzato in via Giulia in barba alle norme e alle preesistenze archeologiche, evidentemente ha fatto scuola.
Nel caso del PUG di Barletta appare assurdo che l’attuale giunta di“centro-destra” del sindaco Cannito – il quale all’epoca dei fatti sedeva tra i membri dell’opposizione che supportarono quel processo partecipativo – sembra aver dimenticato le sue battaglie da consigliere di “centro-sinistra”… battaglie che, tra l’altro, portarono alle dimissioni dell’allora sindaco Cascella.
Perché allora si cancellano tutti gli emendamenti di quel processo partecipativo atti a realizzare un PUG negli interessi della collettività, oltre che dei soliti noti? A Barletta governa l’attuale “centro-destra”, ex “centro-sinistra”, o il “partito del cemento”?
A luglio dello scorso anno il sindaco mi aveva chiesto un parere sul PUG, dicendomi che mi avrebbe inviato tutti gli incartamenti per poterlo studiare e commentare onde evitare passi falsi, sicché, nell’interesse della mia città natale, mi misi a completa disposizione … sebbene durante quell’incontro fossero emerse posizioni molto distanti riguardo alla sua intenzione di realizzare il parcheggio nell’area ex-ENI[2]. Inutile dire che, nonostante siano trascorsi 16 mesi da quell’incontro, probabilmente a causa della divergenza di pensiero sul parcheggio, non ho mai ricevuto alcun documento su cui esprimermi.
Torno quindi sull’elenco degli emendamenti riportato dal direttore Rino Daloiso su “La Gazzetta del Mezzogiorno” dello scorso 7 novembre, non solo per chiedere alla giunta barlettana perché li abbia fatti sparire, ma soprattutto per far riflettere la cittadinanza e, perché no?, anche i rappresentanti del “Partito del cemento” sulle conseguenze, drammatiche, di scelte scellerate come quelle che leggo nel summenzionato articolo della GdM.
L’ing. Campese, approfondendo il discorso sugli emendamenti ha chiaramente spiegato:
«La proposta di Documento programmatico preliminare adottata prevedeva un fabbisogno abitativo al 2031 di ulteriori 20.300 stanze da costruire, ma tale analisi risultava deficitaria della ricognizione di quanto era stato fino ad allora costruito e di quanto ancora rimanesse da realizzare con le concessioni nella nuova 167 e negli altri piani di attuazione per la realizzazione di residenze. La previsione di tale fabbisogno fu cancellata, impegnando i progettisti ad effettuare una ricognizione del costruito e della capacità edificatoria futura basata su dati concreti, tenendo conto che la popolazione è in forte decremento e la previsione di crescita di oltre 20.000 abitanti era sbagliata». […]
«Fu sancita la previsione per il Pug di consumo zero di ulteriore territorio, escludendo ogni ipotesi di espansione dell’attuale territorio urbano; il parco urbano sulla fascia costiera, da levante a ponente, originariamente previsto, era scomparso dalla proposta di Dpp: con l’emendamento approvato dal consiglio comunale il parco urbano fu rimesso al suo posto, diventando elemento sostanziale da inserire nel Pug. Un altro emendamento riguardò la necessità di creare maggiore qualità urbana ponendosi il problema di creare servizi, verde, centri sociali, luoghi per la socialità, garantendo i 18 metri quadrati per abitante così come previsto dalla normativa nazionale (attualmente rispetto ai 9 metri quadrati per abitante di verde la città di Barletta ha un bilancio di circa 2 metri quadrati per abitante)». […]
«All’interno del Contesto Urbano Storico previsto dal Dpp non si teneva conto della tutela dei fabbricati ottocenteschi: con un emendamento approvato dal consiglio comunale rientrarono nel Contesto Urbano Storico gli isolati al cui interno erano presenti edifici risalenti all’’800, tutelando così importanti testimonianze dell’evoluzione urbana e della storia della nostra città; emerse, inoltre, l’esigenza di ampliare il cimitero, che ormai ha esaurito la sua capacità ricettiva, e con un emendamento il consiglio comunale approvò il suo ampliamento».
Sempre l’ing. Campese ha ricordato che il nuovo PUG invece prevede:
«Ampliamento del contesto urbano di ulteriori 60 ettari fra la 167 e la statale 16bis. Inglobamento di nuove aree industriali fra via Trani e la statale 16bis. Sul costone di ponente, accanto al cimitero e al depuratore, un’ampia zona dedicata ad alberghi e strutture ricettive (nessun ampliamento del cimitero, quindi, ma creazione di un nuovo cimitero in zona non individuata). Una vasta area intorno all’ospedale tipizzata a insediamento di case di cura, lungodegenza, strutture socio-sanitarie. Ipotesi di previsione di una cittadella dello sport in aree da individuare al di là della statale 16bis (quindi il contesto urbano andrà ben oltre la superstrada). Quindi, una previsione di ulteriore consumo di suolo che forse supera anche i 150 ettari. Altro che consumo di suolo zero» […].
«Del parco urbano sulla fascia costiera nemmeno l’ombra: il progettista ha dichiarato che si è “costretti” a prevedere la fascia di rispetto dei 300 metri sulla costa (legge Galasso) ma che si potrebbero insediare strutture amovibili, che “la fascia di rispetto dei 300 metri è esagerata”, che “nei 300 metri non significa non poter assolutamente costruire edifici”; in sintesi anche quelle aree potranno subire trasformazioni, sottraendo anche quei contesti paesaggistici a tutela, dandogli una vocazione turistico-ricettiva. Nessuna ipotesi di chiusura delle attività inquinanti ubicate su via Trani (presenza di un inceneritore in pieno contesto urbano)» […].
«Sugli indici di fabbricabilità, che per legge per le nuove costruzioni non dovrebbero superare i 6 metri cubi a metro quadrato, il progettista ha affermato che sarebbe penalizzante e che quindi si dovrà tenere conto degli indici di fabbricabilità che scaturiscono dal contesto già costruito (il vecchio Piano regolatore generale prevedeva fino a 18 metri cubi su metro quadro). Nella proposta di Pug non vi è alcuna ipotesi di recupero dell’esistente. Non affronta il fabbisogno di servizi e di standard urbanistici, che anzi l’attuale amministrazione di destra al governo della Città monetizza[3], privando i cittadini dei pochi edifici a standard sul territorio. […]».
Ebbene, le domande/riflessioni che vorrei porre al sindaco e a tutti i cittadini sono:
- Vi siete mai chiesti quanto costi la gestione di una città la cui superficie risulti molto, ma molto, più grande di ciò che risulterebbe necessario?
- Sapete che, dai dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, il 51% delle emissioni di gas serra e inquinamento più in generale sono causate dall’edilizia, più che dall’industria?
- Lo sapete che a Barletta, dove la dotazione di verde per abitante risulta gravemente al di sotto degli standard minimi normativi (già di per sé scarsi), vi è “un’incidenza maggiore di leucemie, neuroblastomi e tumori del sistema nervoso centrale sui bambini da 0 a 14 anni. Patologie che, guarda che caso, sono strettamente correlate a un maggiore inquinamento atmosferico e non. E queste non sono le uniche, essendo strettamente connesse anche ictus, infarti, malattie polmonari e sistemiche di diversa patogenesi[4]”?
- Secondo voi i nostri antenati, che fino a prima dell’avvento dell’automobile avevano mantenuto intatto il rapporto città-campagna realizzando contesti urbani dove tutto risultava facilmente raggiungibile, erano stupidi o cosa?
- Lo sapete che in tutto il mondo, laddove si registri una decrescita demografica e/o si registrino situazioni di degrado socio-urbanistico, le città si stanno contraendo, piuttosto che espandersi?
- Lo sapete che, nel 100% dei casi a livello planetario in cui si è fatta una pianificazione urbanistica basata su stime (gonfiate) di crescita, a seguire si sono registrati crisi economiche, disagio sociale, pericolosità delle strade e aumento dei costi di gestione della cosa pubblica?
Le domande che invece vorrei porre ai rappresentanti del “partito del cemento”, ovvero quei personaggi oscuri che muovono i fili dei burattini di “centro-sinistra” e/o di “centro-destra”, indirizzando il PUG e decidendo la sparizione degli emendamenti sono le seguenti:
- Considerando che è stato già dimostrato, dalle indagini fatte in occasione dei dibattimenti del 2018, che le stime di “crescita” della città di Barletta sono totalmente errate, chi o cosa vi spinge a premere per un aumento del costruito, se già sapete di non avere mercato che vi sostenga?
- Se è stato deciso che si debba fermare l’aumento del consumo di suolo, piuttosto che promuovere la cementificazione della campagna intorno ad una città già di per sé ipertrofica, perché non vi concentrate sul riuso di quanto abbandonato o fatiscente e/o sulla sostituzione edilizia del costruito (dal dopoguerra ad oggi) dannoso per l’ambiente?
- Sapete che all’estero, anche e soprattutto nella vicina Francia, per combattere il problema delle “banlieues” si stanno mettendo in atto progetti di sostituzione degli antisociali ed energivori quartieri dormitorio con quartieri a funzione mista – dove fino al 42% degli alloggi realizzati sono sociali – che si sono rivelati un enorme successo a livello sociale, ambientale e immobiliare?
- Perché dunque restare ancorati alle solite dinamiche, quando potreste premere per una rivisitazione totale della “città nuova”, molto più redditizia e che garantirebbe lavoro per i decenni a venire, oltre che risultare un toccasana per l’ambiente?
[1] https://partecipazione.regione.puglia.it/pages/processo-partecipativo?format=html&locale=it
[2] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2022/10/14/parco-o-parcheggio-vale-piu-un-parcheggio-o-la-salute-dei-cittadini/
[3] https://www.picweb.it/emm/blog/index.php/2023/02/03/lurbanistica-dellarroganza-dagli-standard-minimi-alla-loro-monetizzazione-e-poi/
[4] https://barlettalive.it/2022/02/10/inquinamento-ambientale-a-barletta-oap-deposita-esposto-in-procura-basta-svegliamoci/